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Troppa ipocrisia

Viviamo in un mondo, o meglio dire, in una circostanza di assoluta falsità nella quale menzogna e sottorifugi sono all’ordine del giorno. Fa rabbia vedere che gli sforzi e la fatica oggi non premiano più come succedeva una volta. Molto spesso ci si nasconde dietro ai giovani, si parla di nuova generazione spenta, molliccia, irresponsabile. Troppo facile scaricare il peso e la colpa sulle nuove generazioni, anche perché queste ultime spesso non fanno che ereditare usi e malcostumi delle precedenti. La verità è che il futuro non è roseo, c’è una visione drastica del futuro del nostro paese, anzi forse leggermente ottimistica rispetto alla realtà della situazione, troppa demagogia, la gente vuole sapere in parole povere, forse banali ma efficaci, che cosa aspetta a questo paese, a questa generazione. Se solo si cercasse di essere meno idealisti e più pragmatici qualche miglioria si potrebbe portare a quel futuro fatiscente che ci attende. Fatica, sforzi e sacrifici sono e saranno inutili, perché ci addentriamo giorno per giorno in un mondo precario nel quale le sicurezze sono poche e poco gradevoli. Pessimista?! No, realista, purtroppo.
L. Missi

Ebbene, a che cosa serve il latino?

il professor Paganini


«Ebbene, a che cosa serve il latino?» si chiedeva uno studente di prima qualche giorno fa.
Ci ho pensato e, per una volta, non credo sia possibile cavarsela dicendo: «Diccelo tu, che hai scelto questo tipo di scuola». Come se non si sapesse quanto poco consapevole e quanto casuale sia spesso la scelta della scuola superiore: «É vicina a casa»; «Me l’hanno consigliata i prof delle medie»; «Ci teneva tanto la mamma»; «Pensavo che la sperimentazione di fisica si facesse in palestra…».
Certo, lo studente in questione diceva che il latino gli piace, ma niente è più aleatorio degli interessi di un quattordicenne e ciò che oggi dà piacere, domani pesa come una montagna: ci vuole qualcosa di più.
Ovvio che la domanda «A che cosa serve il latino?» possa essere considerata ingenua e incompleta. Potremmo chiederci anche a che cosa servano la filosofia, gran parte della storia, la storia della letteratura italiana, la storia dell’arte, la letteratura inglese, la geografia astronomica e, a volte, persino la matematica e la fisica (che per alcuni alunni sono più misteriose dei dogmi della fede).
Il problema ̬ che nella nostra cultura e nella nostra scuola si incontrano e si scontrano due tradizioni: quella antichissima, greca, del sapere per il sapere e quella baconiana Рcartesiana del sapere che deve essere utile. Ma perch̩ non parlarne?

Notizie dal Web Master Lab

Per il secondo anno di seguito è incominciato il Web Master Lab e ho pensato (!) che inviare informazioni saltuarie sui lavori di questo laboratorio sarebbe stato utile a tranquillizzare qualche professore allarmista circa esperimenti biologici o nucleari condotti nel sottosuolo dell’Istituto.

Infatti, il laboratorio si tiene il lunedì ed il mercoledì dalle 14 alle 16 nell’aula informatizzata dell’ITC, cioè al primo piano e non negli scantinati.

Sono circolate voci fraudolente che il laboratorio fosse riservato solo alla 2A, ed infatti al corso sono presenti ben 10 studenti delle due 2A dell’Istituto, la 2A Liceo e la 2A dell’ITC.
Il WML, in realtà, è aperto a tutte le classi, dalla prima alla quinta.

I lavori del laboratorio sono appena iniziati e chiunque volesse prenderne parte può sempre farlo.

Il prossimo appuntamento è lunedì pomeriggio: ci occuperemo dell’acquisizione dei contenuti per la creatività mediante fotografia digitale.

Per sapere quali siano questi “contenuti”, suggerisco di recarsi in 2A.

A presto,

Davide Currò

Il Latino… davvero utile?

So che con il titolo avrò già attirato l’attenzione di molti studenti e l’ira di molti professori, ma d’altro canto il Blog nasce come desidero di condivisione dei pensieri, no?

Innanzi tutto mi presento: mi chiamo Giuseppe, ho 14 anni e frequento la 1a B del Liceo Scientifico Sperimentale a Rozzano (l’ultimo dato era abbastanza scontato! :-D)

Bene, cominciamo subito con il dire che la domanda che ho posto come titolo si tratta di un piccolo “seme” da cui cominciare la discussione. Ebbene, a che cosa serve il Latino?

Parto subito con il dire che adoro questa materia, mi piace molto (forse perchè sono solo all’inizio :-D), ma mentre negli altri studi vedo sempre un fine materiale dove poter esercitare ciò che apprendo, nel Latino non riscontro la stessa cosa.
Tanti mi hanno spiegato che è un modo per riuscire a leggere in lingua originale i capolavori Latini e questo mi fa piacere perchè so esattamente che nella traduzione di un qualsiasi romanzo si perdono tanti particolari densi di emozioni; ma possibile che a parte questo non ci siano altre possibilità di usare nella vita ciò che impariamo curvando per ore la nostra schiena, finendo l’inchiostro della nostra biro, consumando la punta della nostra matita, finendo i nostri evidenziatori??

Quest’appello a una discussione serena e senza scontri è rivolta a Studenti e Professori.

Saluti..

Giuseppe

Un cinismo che non mi convince.

Non solo gli alunni devono saldare i debiti: io sono in debito di una risposta a Dario e ora è tempo di saldarlo.
Come per Alex, mi limito a considerare solo un punto del ragionamento, laddove tu dici che “l’egoismo dell’io vale tanto quello del noi”. Non sono d’accordo. Tu spesso sostieni – e lo sottintendi anche nel tuo commento sul blog – che ciò che muove tutti i comportamenti umani è sempre e comunque un fondamentale e inestirpabile istinto egoistico: anche le forme apparentemente più disinteressate di amore o altruismo mascherano sapientemente quel sentimento naturale invincibile. Non è così, a meno di assegnare al concetto di “egoismo” un significato così generico da renderlo inutilizzabile. Ma se anche così fosse, cosa cambierebbe? Rimarrebbe il fatto che c’è egoismo ed egoismo, radicalmente diversi nelle loro manifestazioni: l’avarizia e la generosità, l’ipocrisia e la sincerità, la slealtà e la lealtà, l’indifferenza e la sensibilità, e via enumerando coppie di opposti. Ora ti chiedo, preferiresti avere per amico un “egoista” generoso, sincero, leale e sensibile o un “egoista” avaro, ipocrita, sleale e indifferente?
Venendo all'”io” e al “noi”, resto convinto che lo scarso senso etico-civile è uno dei mali cronici della società italiana. Penso che condividere con altri un comune orizzonte di idee, progetti e valori per rendere un po’ migliore il mondo in cui viviamo sia una delle esperienze che possono davvero arricchire l’esistenza di una persona. E penso anche che dovremmo coltivare un po’ più di gratitudine per quanti hanno sacrificato tempo, energie e talvolta anche la vita per costruire una società più libera, giusta e umana, a vantaggio di tutti e soprattutto dei più deboli. Del resto, caro Dario, hai scritto tu stesso al Preside (riferendoti all’attuale protesta degli studenti del nostro istituto) che “ci teniamo a farci sentire più che per noi…per le generazioni future”. D’accordo, non è in gioco il destino dell’umanità, però non confermi in tal modo che può valere la pena impegnarsi per qualcosa che va oltre il proprio angusto tornaconto personale? Se comunque ti dà gusto interpretare la parte del cinico, fà pure; ma i fatti mi dicono, finora, che lo sei molto meno di quanto vuoi far credere. E va bene così, sia chiaro.

Un “ex” impertinente.

E bravo Mordini, che non solo fotografava abusivamente il prof. durante l’attività didattica, non solo mette in rete l’immagine del deprimente decadimento fisico del suddetto prof., ma offre anche inopportuni premi a chi riesce a identificarlo. Per tutta risposta ingiungo al Mordi: 1°, di distruggere tutte le mie foto in suo possesso; 2°, di presentarsi in classe per sottoporsi a una verifica retroattiva di filosofia (conosco i suoi punti deboli, eh eh…); 3°, di smetterla di giocare con la sirena dell’ambulanza.
La verità è che Mordini non mi ha ancora perdonato per avergli messo fuori uso il videoproiettore un attimo prima che cominciasse a esporre la sua tesina multimediale all’esame di maturità. Dico io, si può essere così permalosi?

…4^A ON TOUR…

Finalmente, dopo aver vinto un concorso di storia ed educazione civica suggeritoci dal prof Cappellini, siamo riusciti ad andare in gita, ma non una gita qualsiasi,una guadagnata con il sudore e la fatica dello studio (solo di 5 però =p).
Il 26 settembre, alle 7.00 am,tutti con gli occhi assonnati ma in giacca e cravatta per la grande entrata della 4^A al parlamento,aspettavamo il pullman che però è arrivato solo dopo 2 ore

aspettando il pullman
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Indovina indovinello….

Mi associo al precedente indovinello dell’esimio professor Colavolpe…
Cari colleghi studenti secondo voi a chi appartiente questo mezzo busto? La foto è stata scattata ben 4 anni fa… quindi forse gli studenti gli avranno fatto diventare i capelli un pò più bianchi…
I primi tre classificati riceveranno in omaggio un permesso di entrata posticipata… (firmato dal docente in questione???)

Marco Mordini, ex ex ex quinta A Liceo Scientifico.

Immagine di un professore ripreso di spalle durante un interrogazione.

MA SI’: ALLA FIN FINE AVETE FATTO BENE…

Mi sono un po’ emozionato – devo confessarlo – nel vedere le fotografie dei nostri studenti nei loro incontri con Provincia e Comune. Merito di uno spruzzo misteriosamente uscito da un estintore (che – preciso – non è affatto scoppiato).
Come preside di Rozzano, è dal mese di marzo 2002 che ho dimostrato alla Provincia, dati alla mano, la necessità di un consistente ampliamento del nostro edificio scolastico: sia per avere gli spazi che spettano ai ragazzi, sia per aggiungere, in un secondo tempo, altri nuovi indirizzi scolastici che consentano ai nostri giovani di completare gli studi superiori nel nostro territorio.
E sono anni che denuncio, altrettanto inascoltato, i disagi pesantissimi che subiscono ogni mattina i ragazzi che utilizzano precari e insufficienti mezzi pubblici per raggiungere la nostra scuola.
In questo lungo e faticoso lavoro mi sono spesso sentito solo e ho avuto la sensazione che queste cose interessassero solo a me: perché la gente (studenti, genitori, docenti) non faceva che lamentare il proprio disagio: per di più rivolgendosi a me, che ne sono evidentemente incolpevole. Tutto finiva lì e nessuno muoveva un dito.
Mi fa piacere che in questi giorni non sia stato così e di questo ringrazio gli studenti; tanto di cuore che, quasi quasi, mi verrebbe di dire che non si tratta di assenze ingiustificate: ma ovviamente, rientro nel mio ruolo e non lo dico.