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è finita…

E anche quest’anno scolastico si è chiuso al Calvino…tra gavettoni e ottimi spiedini di frutta offerti dai mitici ragazzi del bar…perfino l’ultimo giorno qualcuno si è fatto firmare un permesso dal preside e tre studenti hanno regalato una bellissima maglietta artigianale al professor Colavolpe che ha ringraziato con “arte” alla lavagna coinvolgendo anche il prof. Cappellini. Qualcuno si sarà fatto interrogare? Spero di no…
Ora si vivrà qualche giorno di ansia fino all’uscita dei tabelloni dei voti…qualcuno non dormirà per un 7 che non sarà un 8, sicuramente qualcuno si troverà un 7 anzichè un 6, e qualcuno vorrà staccare il telefono per non ricevere alcuna telefonata…a tutti i maturandi invece faccio un grosso e sincero “in bocca al lupo”…

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

il preside, seduto con gli studenti, mentre firma un permesso. elaborazione by Marco Mordini
il professor Colavolpe con profilo angelico e diavolesco. elaborazione by Marco Mordini
il professor Cappellini con un profilo diavolesco alla lavagna. elaborazione by Marco Mordini

un posto importante ed unico

Non ho mai scritto sul blog perché credo che sia uno spazio bellissimo da lasciare agli studenti affinché abbiano voce, una voce libera rispetto a me, professore, che ho già così tanto spazio per parlare, e parlo tanto, ma ora che sono quasi fuori da questa scuola e che sono stata chiamata in causa direttamente, desidero rispondere non soltanto a te suicidalinsanity, ma a tutti i miei allievi, perché ognuno di voi ha un posto importante ed unico non solo nel mio cuore, ma anche nella mia mente. sarà sempre così e, anzi, libera dai doverosi scrupoli di insegnante, che deve stare al suo posto, nel suo ruolo, equidistante da tutti, e dalle ansie dell’apprendimento disciplinare, potrò meglio ascoltare tutti voi. Il regalo più grande che mi state facendo è quando dite che avete appreso l’amore per la cultura e l’interesse per la scrittura, perché è un vostro tesoro e rifugio qualunque avventura la vita vi riserverà.
Sapete che non sono di molte parole, che idolatro la sintesi, con la quale tanto vi ho ossessionato, e che quello che dico purtroppo ho sempre fatto, per cui non sono solo le solite parole quando dico che ascolterò sempre le vostre “cavolate”. Il filo umano che ci lega come persone non si interrompe, anche se la vita e gli “accidenti” ci costringono a cambiare e ad infliggere abbandoni. Vi saluto con affetto e stima, come forse non sono riuscita a fare oggi e non riuscirò a fare domani

Malinconia nell’aria

Puntualmente, con l’arrivo di Giugno e a causa dell’imminente fine dell’anno scolastico, il nostro blog si tinge di malinconia.
Leggo l’articolo di Dario, giunto ormai al suo ultimo anno e dunque in procinto di abbandonare questa scuola: mi commuovo come una bambina quando parla delle lezioni con il (mitico!) Cola o delle sudate con il prof. Caldarelli, momenti che per cinque anni rappresentano la nostra routine ma che, una volta usciti dal Calvino, non si potranno più rivivere.
Anche l’intervento di Sconsolata emana quella tipica malinconia, mista ad affetto, che si prova quando ci si volta a guardare il passato: mi sento gli occhi lucidi quando leggo le sue parole riguardo al familiare ambiente liceale, così diverso da quello universitario…e mi fa sorridere teneramente il suo riferimento al “miglior professore di filosofia del mondo”!
Poi leggo il post di Suicidal Insanity…e la mia malinconia raggiunge livelli notevoli, devo dire.
Penso di capirlo perfettamente quando afferma di aver scoperto l’amore per la letteratura e il piacere di scrivere grazie a lei: in due anni, grazie a lei, abbiamo imparato davvero tante cose, sia dal punto di vista scolastico che umano… e ce ne ricorderemo anche tra molti anni, ne sono sicura.
Tutto ciò non vuole essere una sviolinata o, peggio, mero “lecchinaggio”, ma una semplice osservazione da parte di tutta la classe.

Con la Fine che bussa alle porte, ormai non rimane più molto da dire… L’anno prossimo sarà il mio ultimo anno in questa scuola: sono sicura che tra un anno preciso mi ritroverò ancora qui, davanti alla tastiera del mio PC, con la solita malinconia affettuosa nel cuore, a pensare a quei cinque anni trascorsi in questo istituto e volati via in un batter d’occhio.

A Last Farewell

ecco.. un altra persona per me importante esce dalla mia vita.. con un breve discorso per annunciare il futuro trasferimento e il fatto che l’anno prossimo non ci rivedremo piu. non me lo sarei mai aspettato. c’erano gia delle voci che alleggiavano nell’aria a riguardo e pensavo che sarebbe stata una cosa normale, questione di semplice routine. ed invece no. dopo il breve annuncio, tra un’interrogazione e l’altra, sono scoppiato in lacrime. ho passato l’intera ora a piangere come un bambino. non pensavo avrei sofferto cosi tanto anche al solo annuncio di questa separazione tra l’altro anche in parte preannunciata. al solo ripensarci mi tornano le lacrime agli occhi. non so come sara l’anno prossimo. separarsi dopo due anni da una persona che per tutto questo tempo mi ha capito, si e interessata a me, ha avuto sempre grande disponibilita nell’ascoltare le mie folli cazzate. e ora non lo fara piu. e pensare che è stata lei che mi ha fatto scoprire la passione per la letteratura. sempre li pronta a sostenermi. era una delle poche persone a cui tenevo, nonostante mi stupisca nel dire cio. esce cosi dalla mia vita. senza neanche un parola… lasciando un vuoto in me.. mi manchera tantissimo. non so come sara senza lei e se riusciro mai a superare tutto questo. ma ormai non posso cambiare niente. mi sento per l’ennesima volta cosi inutile, stupido, senza importanza alcuna. qualsiasi cosa io dica non posso piu cambiare niente. per cio mi limitero a salutarla, come un regolare studente, salutando una prof che non rivedra piu. e la cosa che mi fa soffrire di piu e che e lei che mi abbandona. come tanti altri hanno fatto, e a quanto pare continuano a fare. questo e il mio saluto per lei. spero di incontrarla ancora un giorno…. e spero non mi dimentichi totalmente. credevo di significare qualcosa, ma mi illudevo. come in tutte le cose che mi circondano e che in un modo o in un altro mi hanno ferito. ma tutto cioe e ok. non ho niente da ridire. non voglio dire piu niente a riguardo. ci tenevo solo a esprimere la sofferenza che mi sta facendo provare. arrivederci. e spero vivamente di rivederci…

un povero pirla…

la saluto.

SALUTO

Momenti di grande commozione, al termine del collegio docenti del 5 giugno scorso, per il saluto ai valenti colleghi che lasciano (giovanissimi) la scuola per pensionamento. Ad Arnaldo Stocchiero, Annamaria De Micheli, Corrado Giannone, Elena Falcone e Roberto Spelta il preside ha rivolto a nome di tutti un affettuoso ringraziamento, cui si sono uniti, con vivissimi applausi, tutti i colleghi presenti.

MALINCONIA

E’ passato ormai quasi un anno, è tutta una nuova vita non siamo più piccoli studenti di provincia, eppure qualche volte nelle aule immense di 300 persone dove non hai un nome, sei un numero, affiora un velo di malinconia. Quante volte al liceo ho sognato di essere la sola, responsabile di me stessa di decidere le date di compiti ed esami, di poter decidere se alzarmi o no e quando studiare. Molte volte mentre sono nel bel mezzo della lezione penso al liceo e un velo di malinconia mi avvolge. Non tornerei mai indietro, l’università è fantastica ma non c’è più quel clima di familiarità, non sei più circondato da quello stress, che però ti fa sentire importante e voluto. All’università nessuno ti dice più “se non hai capito te lo spiego io” oppure “studia fa i compiti” o ancora “smettila” o” però hai visto sei migliorato”.
All’università non sono Sara, sono semplicemente uno dei tanti studenti. Benvenuti nel mondo reale dove non sei più accudito e protetto. Detto ciò l’università è un’avventura straordinaria e fantastica solo ogni tanto scende quel vuoto di malinconia.
Devo fare un appello: prof nonostante Natoli è Natoli lei rimarrà nel mio cuore sempre il più grande prof di filosofia nei secoli, nessuno potrà mai competere con lei…beh a parte il mio genio!

E’ INIZIATA LA FINE

Dario Passaro


Bel paradosso ma è proprio così.
Chi ci avrebbe creduto? Sta per finire tutto. Prima o poi è normale che succeda in qualsiasi cosa ma stranamente tendiamo a vedere quel “poi” come eternamente lontano. Più passa il tempo e più è distante. E invece, no. E’ proprio arrivata, l’ultima settimana di scuola. Già, non più l’ultima settimana dell’anno scolastico, bensì l’ultima settimana degli interi cinque anni che ho passato in quest’istituto. Pochi possono capire, molti solo lo immaginano. Non è una sensazione bella o brutta ma strana. Strana come il fatto che non avrò più lezione con il mitico Colavolpe o che non metterò più piede nella palestra per far lezione col grande Caldarelli. Se non lo vivi, non riesci a capirlo…è…è…strano.
eppure è così. è cominciata la settimana della fine di tutto, Colavolpe e Caldarelli hanno iniziato la sequenza di “ultimo di”, presto proseguiranno i loro colleghi…
…strano…

DarIO
P.S. Questo articolo è stato scritto comunque con la viva speranza di passare l’esame e non dover essere qui l’anno prossimo a rifare la quinta!!!

Riflettiamo…

Propongo la lettura attenta di due articoli riguardandi due questioni spinose di questi giorni.

“VIETARE LA VENDITA DI SIGARETTE AI MINORI”

ROMA – Vietare la vendita di sigarette ai minori di 18 anni: è quanto propone il ministro della Salute, Livia Turco, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. La lotta al fumo, osserva, “resta tra le grandi priorità delle politiche di salute del Governo e del ministero della Salute in particolare”. Il ministro propone di recepire in questo modo la Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sul controllo del tabacco, attualmente all’ esame della Camera, che prevede il divieto di vendere sigarette ai minori di 18 anni. Propone inoltre di rivedere la legge 626 del 1994 sulla prevenzione e sicurezza del lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori. Se il prezzo minimo di un pacchetto aumentasse a 5 euro, quasi un terzo dei fumatori ne ridurrebbe il consumo e il 9,5% smetterebbe del tutto.

“ISPEZIONI DEI NAS A TAPPETO NELLE SCUOLE DI TUTTA ITALIA”

ROMA – Per scovare la droga che uccide, il ministro Livia Turco sottoporrà la proposta al collega di governo Giuseppe Fioroni, titolare del dicastero dell’istruzione. Oggi intanto ha dichiarato con fermezza e decisione: “Bisogna essere contro tutte le droghe, qualcuno si metta bene in testa che non esiste solo lo spinello. E’ sbagliato criminalizzare solo lo spinello e non indicare bene la gravita’ di tutte le droghe”. Una presa di posizione chiara che mai c’era stata prima. Come le ispezioni dei Nas nelle scuole, per mettere insicurezza gli studenti da altri episodi killer.
L’allarme è reale e nazionale. L’arresto di dieci persone, tra cui tre studenti dell’istituto tecnico per geometri “Falcone e Borsellino” di Rossano (Cosenza), conferma questa emergenza nelle scuole italiane, scattata in seguito alla morte del quindicenne di Paderno Dugnano (MI), visto dai compagni mentre fumava uno spinello durante la ricreazione. I tre avrebbero confezionato e fumato spinelli in classe alla presenza di ignari professori, e uno di essi pare che abbia anche filmato la bravata con il proprio videofonino. Il ragazzo è morto in un battibaleno. Secondo le indagini pare che nei polmoni del giovane vi siano tracce di cocaina.
Per anni è stata comunicata una distinzione sbagliata e non corrispondente a nessun parametro tecnico. E così, per anni e anni, alcuni ragazzi hanno metabolizzato l’ equazione mortale secondo la quale “fumare uno spinello fa meno male di….”…una sigaretta, una birra, l’alcol. La droga per molti giovani è meglio di una società violenta, di una famiglia sballata, della fidanzata che ti molla, del professore che ti perseguita, della matematica che non entra in testa, della mamma che non ti capisce, di papà che non c’è mai, di quello strano impulso omosessuale, della paura di baciare…Insomma tutti i mali e anche le cose normali di una società difficile come la nostra. Poi ci sono le grandi frustrazioni da soffocare: il lavoro, il denaro, la fama. Contro tutto questo meglio un nirvana per trasmigrare altrove. La droga è questo e per questo rischia di diventare l’antidoto persino ‘cool’.
Il professor Silvio Garattini, tra i più illustri farmacologici italiani, ha spiegato bene come stanno le cose. Ha detto che si può parlare di droghe semmai diverse da altre, le quali però tutte procurano danni comunque gravissimi e irreversibili. E ha spiegato che quelle droghe che alcuni ritengono meno dannose di altre (dall’hashish alla coca a quelle sintetiche) procurano al cervello danni irreversibili. E la schizofrenia. Non c’è male peggiore. Quasi meglio morire.
Cosa dovrebbe dire la politica? Che lo spinello fumato dal ragazzo deceduto a Paderno Dugnano era uno spinello ‘anomalo’? Cioè preparato per stroncare una vita?
Questa è la droga, questa uccide.

Il ministro della salute Livia Turco.

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

L’ arrivederci non è un addio…

Il mio percorso qui sta finendo, scongiuri permettendo, e come un qualsiasi ciclo della vita anche questo si sta per concludere per lasciare spazio ad un nuovo inizio. Volevo ringraziare il professor Paganini e tutti quelli che hanno contribuito a rendere speciale questo punto d’incontro tra giovani e adulti, nel quale il preside e i proff. diventano fumetti e insegnano la comunicazione, l’ironia, lo stare insieme e il rispetto. É stato bello scrivere, divertire e divertirmi soprattutto. Penso che ovunque andrò sarà difficile trovare quest’atmosfera, persone così. Con questo mio ultimo intervento nel blog vorrei far riflettere tutti, insegnanti e alunni sull’importanza che ha oggi il poter comunicare, e raccomando a tutti di sfruttare il più possibile la meravigliosa possibilità di comunicare che offre questo blog. Mi rivolgo a tutti i miei compagni e non, qui le maschere della vita non esistono più, si può indossare quella che si vuole, si può essere quello che nella vita non siamo o ci viene impedito di essere. Sfruttate bene tutto ciò, non perderò la maniacale abitudine di visitare questo stupendo blog, mi raccomando fatelo crescere e fatevi aiutare da lui a crescere. Un abbraccio a tutti.
Leo Missi

Gita a Camogli

“fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”
“Lasciate ogni speranza voi ch’ a Camogli andate”
Caro Dante, scusami tanto, ma questo inizio epico si addice perfettamente per introdurre questo racconto. A Camogli, appunto, Liguria, poco distante da Genova. Forse non è tra i luoghi di villeggiatura più famosi in Italia, diciamo che la si conosce per la focaccia. Quando qualche mese fa i prof Longhi e Colavolpe ci presentarono questa gita, i commenti non sono stati molto buoni, anzi, c’era anche chi scommetteva che avremmo trovato brutto tempo e che, essendo lunedì, le focaccerie sarebbero state chiuse (medaglia a Dima e Paolo)! Ma ritorniamo a oggi, 7 maggio, giorno della gita. In stazione tutti più o meno puntuali, alla spedizione mancano solo la Colicci (febbre), la Caraci (distorsione alla caviglia) e Vrenna (esame per la moto al pomeriggio, chiedete a lui come è andata).
Alle 8.10 il treno parte , inizia l’avventura, terza gita di classe in tre anni, (ma nessuno poteva immaginare che questa sarebbe stata la migliore)
Davanti ci sono comunque due ore e passa di treno, sembra un’ eternità, ma tra un “nomi cose e città” e un po’ di musica (medaglia per Teo), si arriva alla stazione di Camogli. C’è il sole, minimo 20 gradi, si sta proprio bene. Ci piazziamo liberamente in riva al mare, circondati dagli scogli;  sistemiamo gli asciugamani, cambio jeans-costume, via le magliette e tutti a prendere il sole! 20 ragazzi sdraiati tranquillamente a rosolarsi al caldo sole estivo, anche se siamo solo a maggio. Spuntano i panini, più o meno sono le 11, sarebbe l’intervallo in una normale giornata di scuola, e invece no, siamo in vacanza: non ufficialmente, chiaro, è solo una pausa di vita in un mese che è un incubo: una vera e propria boccata d’aria, e che aria! Il cielo è limpido, il sole splende, un filettino di vento scuote un po’ il mare. Sembra un paradiso. E Camogli si presenta così, un angolino tranquillo dove si può passare una bella giornata in compagnia. Qualcuno non resiste e si precipita a comprare le classiche focacce liguri, formaggio e cipolla; qualcun altro non sta fermo e improvvisa una passeggiata in spiaggia, sui sassi, a piedi nudi: bravi! (medaglie per Marika, Grilli e Dima). Sole, mare, musica e Gazzetta, cosa si può volere di più dalla vita? Un Lucano? Meglio, il Colavolpe che, blocco di fogli e matita in mano, inizia a far schizzi del paesaggio intorno: in lontananza si vede Genova, il porto, poi una chiesetta in primo piano e ancora mare, mare, mare. Ogni tanto arriva qualche schizzo d’acqua, ma i prof proprio non ci lasciano fare il bagno.
Il prof si scatena e con alcuni “discepoli” che lo seguono partono i primi capolavori artistici (medaglie per Teo, Chiara, Paolo, Roberta, Alice e Giuseppe). Qualcuno non si schioda dall’asciugamano per prendersi la prima abbronzatura stagionale (medaglie alla Fede, Veronica, Marika, Chiara e Mara). Si continua per un paio d’ore, le schiene cominciano ad arrossarsi, ringraziamento alla Longhi che cede gentilmente agli scottati Alice e Paolo la crema solare.
Mentre tutti i ragazzi e il Colavolpe danno spettacolo con la pallina da calcio, la Longhi controlla tutto con occhio vigile (medaglie di platino per entrambi). Altra avventura: alle due si prende il battello per andare a San Fruttuoso, circa venti minuti. Qualcuno non resiste proprio senza le ammiratrici e allora allo sbarco a San Fruttuoso c’è chi riesce a far colpo su delle ragazzine in gita (medaglie a Teo e Chiare). Ah, quando uno è un latin lover o un “porpo” come dice il Colavolpe… Ma il tempo passa veloce quando ci si diverte, peccato. E’ già l’ora di ritornare verso Camogli: ancora sul traghetto e si ritorna verso la stazione. Treno 666 – mmm – superstiziosi? Per fortuna tutto bene, anzi, abbiamo altre due ore per fare un po’ di casino come solo noi siamo capaci, visto che questa volta siamo divisi in scompartimenti,  quindi spazio ancora alla musica e alla pazza gioia. A dire il vero dei bambini di quinta elementare sono riusciti a tenerci testa per un po’ ma noi siamo la 3<sup>a</sup> A, e chi ci ferma ? Alle 8.10 circa siamo a Milano.
Tutto finito, peccato, è stata senza dubbio una vera goduria, più che una gita d’istruzione è stata una vera mini-vacanza! Bilancio finale della gita: 3-4 ustionati, tutta la classe più o meno abbronzata, prof soddisfatti perché siamo riusciti a non sfasciare nulla, un MP3 perso, 2 foto di gruppo, qualche opera artistica eccezionale, tante focacce comprate e portate a casa, un bocciato e zero tuffi in mare!
Comunque grazie mille a tutti per questa bella esperienza, e l’anno prossimo tutti ad Amsterdam! Voto alla gita: 7.5. Voto ai prof: 8. voto a noi: 9+, siamo i migliori!!!

disegno di Roberta D'Alessandro - castello medievale della Dragonara

 

disegno di Matteo Zanoni - Santa Maria Assunta di Camogli