Archivi categoria: Generale

ROCKIN’ V – Rock & Beer Festival

locandina

La Sala Prove Autogestita Dell’Oratorio di Quinto De’ Stampi è orgogliosa di presentare:

Sabato 19 e Domenica 20 Aprile dalle 21.00 ? Salone Teatro, Via Tevere 52 Quinto De’ Stampi, Rozzano (MI)

ROCKIN’ V
Rock n’ Beer Festival

SABATO 19/4

POLICETIROLO (Rock & Smile)

BUT WHAT’S (Indie Rock)

BUTCH BAND (Classic Rock)

VITARIVS (Rock ?70)

DOMENICA 20/4

NOPTURNA (Rock)

JULIANROSS (Rock)

APNEA (Rock)

COMBINAZIONE (Rock)

Bevande e cibo a prezzi modicissimi!!!

Siete tutti caldamente invitati per una serata all’insegna del rock, con tutti i gruppi emergenti della Sala Prove Autogestita di Quinto de’ Stampi…vi aspettiamo numerosi!!!!!!!!!

Sì alle olimpiadi di Pechino

Sì, alle Olimpiadi di Pechino.

Sì alla presenza dacché, è certo e ovvio, che non si potrà contare sulla totale assenza.

Se lo credete anche voi, ditelo, diciamolo, chiediamolo:

sì a spettatori ed atleti con il capo rasato, con abiti arancioni, con uniformi sportive arancioni;

sì a federazioni sportive che accetteranno di sfilare con bandiere arancioni su cui imprimere il solo nome di ogni Paese;

sì alle federazioni sportive che accetteranno, almeno, il colore caldo di un piccolo gesto di coraggio;

sì alla presenza presente, partecipe;

sì al poco costoso ’ardimento’ di mostrarsi, di chiedere e invitare a mostrarsi: in silenzio, rasati, arancioni;

No, alle Olimpiade rosso sangue.

Sì, alle Olimpiadi arancioni.

Un caro saluto a tutti

Maria

Il più bel funerale a cui abbia mai partecipato

Luca Cirio

visto che l’unico aggettivo usato in questo blog per lo spettacolo di ieri sera è stato un pò macabro, ci tenevo a parlarne io.

ho lavorato per mesi insieme ai miei “colleghi” musicisti, agli attori, al regista per costruire quello che è stato definito dagli eventi del giorno prima un funerale. abbiamo ricostruito qualcosa che era veramente lontano dall’immaginazione di noi ragazzi cresciuti nell’era del benessere. e chi è stato adolescente in quegli anni a fine spettacolo mi ha fatto i complimenti guardandomi come se avessimo messo in scena qualcosa di straordinario, che forse era già stato rimosso da troppa gente.
ho visto dei ragazzini di diciott’anni dimostrare che noi giovani siamo capaci di fare qualcosa, oltre a fare filmati stupidi col telefonino e metterli su youtube. abbiamo fatto capire che forse il ricambio generazionale potrebbe non essere così grigio come pensano tutti.

è stata la mia prima esperienza di teatro a livello musicale. la mia abitudine a salire su un palco non mi ha impedito di sentire quel brivido nella schiena quando si sono accesi i fari, di rasentare la commozione per l’energia che ci abbiamo messo tutti nonostante il fatto che fossimo stanchi morti, di cantare come se quelle tra un verso e l’altro fossero le ultime boccate d’aria che mi restavano.

voglio veramente ringraziare tutte le persone con cui ho collaborato per la riuscita di questo spettacolo, perchè mi hanno regalato una seconda “verginità” scenica, mi hanno tirato in mezzo come se fossimo amici da un secolo e, soprattutto, mi hanno fatto sentire una crescita a livello personale.

Luca Cirio

Serata di teatro al Calvino

Ieri sera nell’auditorium della scuola sono andati in scena i due spettacoli del Laboratorio Teatrale dell’ istituto: quello del gruppo di base e quello dell’avanzato.
Ore 20:00 circa: inizia lo spettacolo del livello base, “Narratori timidi per una storia contemporanea”.
In realtà, prima di quel momento, ne abbiamo passate di cotte e di crude ieri! É stata una lunga giornata per noi, non c’è che dire.
Ore 14:00: ritrovo a scuola per le prove generali.
Iniziamo noi dell’Avanzato, con grande difficoltà. Abbiamo cambiato alcuni punti della scaletta del nostro spettacolo proprio ieri ed è difficile ricordare la sequenza esatta. Per di più il nostro spettacolo, a differenza degli scorsi anni, è piuttosto lungo (un’ora e mezza circa!).
Alle 17:30 circa finiamo la generale: PANICO! Nella ricostruzione della storia abbiamo saltato alcune scene, ci siamo dimenticati parecchie battute?Insomma, sembra preannunciarsi un disastro per il nostro debutto serale! Marco Pernich ha segnato su dei post-it tutti gli errori da correggere?siamo sommersi da fogliettini. Aiuto.
però, strano ma vero, il panico non ci assale completamente?o almeno non al punto da bloccarci del tutto! Ci “ritiriamo” nell’aula Ricevimento Parenti con la nostra trainer Elisa (mitttica:)!), mentre il Base prova il suo spettacolo, e riproviamo le scene e le canzoni, dall’inizio alla fine, con grande rapidità: tra poco andrà già in scena il gruppo Base.
Poi, alle 21:45 circa, tocca a noi e al nostro “Cinque anni di desiderio”: saliamo sul palco con lo stomaco chiuso, la paura di sbagliare tutto?ma con tanta energia e soprattutto con la voglia di raccontare la nostra storia a chi è seduto davanti a noi.
Siamo negli Anni di Piombo. La storia di due liceali, Luca e Alice, si intreccia con la Storia: il referendum sul divorzio, le bombe del treno Italicus e di Piazza della Loggia, l’uccisione di Pasolini e Aldo Moro?
All’improvviso sembra tutto più nitido nelle nostre teste: lo spettacolo prende forma sul palco tra parole, gesti, corse, salti, canzoni. Non ci sembra vero ma riusciamo a ricordare tutta la scaletta, le battute?e riusciamo persino a divertirci.
Certo, qualche imprecisione c’è (d’altronde non siamo attori, non siamo dei professionisti), ma anche dopo una battuta poco azzeccata riusciamo a rimetterci in carreggiata 🙂
A fine spettacolo, gli applausi e la commozione di alcuni spettatori per noi valgono oro: sembrava un’impresa impossibile e invece?missione compiuta!

Grazie, grazie, grazie a tutti i miei “compagni d’avventura”, a Marco, Elisa, ai musicisti che hanno accompagnato le nostre parole con i loro strumenti?
É l’ultimo spettacolo al Calvino per me?e non poteva davvero lasciarmi un ricordo migliore.

Greta

ELEZIONI, ELEZIONI…

Ieri, mentre leggevo sul blog e sulla stampa i vari “de profundis” sulla sinistra che non ce l’ha fatta a entrare in parlamento, mi giungevano all’orecchio le voci del gruppo di teatro che, preparando il saggio di ieri sera, cantava “L’Internazionale”. Mi sembrava di essere nel bel mezzo di un funerale! Certamente l’eliminazione della sinistra ha fatto scalpore, perché quasi nessuno si aspettavauna catastrofe simile. Bene così, comunque: il malcapitato Prodi ha dovuto soffrire per due anni il loro continuo tirar la corda, i loro compromessi al ribasso, il loro continuo cantare fuori dal coro che distruggeva l’immagine del governo presso l’opinione pubblica e a livello internazionale. Non vedevo l’ora che per loro arrivasse dagli elettori la giusta punizione. E devo dire in tutta onestà che non mi dispiace affatto la prospettiva di non dovermi più sorbire, nel “panino” dei commenti politici del telegiornale, le facce di Bertinotti, Diliberto, Pecoraro Scanio, Giordano, Mussi & C.. Devo ammettere che non li sopportavo più. Soprattutto non sopportavo più il comunista da salotto che pontifica sugli “operai” e sui “lavoratori” con il “Rado” al polso, le camicie e e le scarpe su misura, e che probabilmente non ha lavorato nemmeno un giorno della sua vita. Potevano votarlo forse i “”lavoratori”” (notare le virgolette doppie) garantiti del pubblico impiego (ma soltanto quelli straultrasindacalizzati del certificato medico per allungare le ferie), non certo i muratori e i piastrellisti a cottimo delle valli bergamasche che dopo una settimana passata ad alzarsi alle quattro del mattino per scendere a Milano coi pulmini si alzano presto anche nel fine settimana per costruirsi la casa, che ovviamente votano la Lega. Come possono i lavoratori (veri) votare per la gente che si parla addosso dall’interno del palazzo e ha perduto (se mai l’ha avuto nel recente passato) qualsiasi contatto con la realtà? Che applica ancora schemi di pensiero ottocenteschi come se la società non si fosse profondamente trasformata negli ultimi decenni? Che pensa principalmente a conservare gli equilibri e i posti di potere a livello locale?
Per il Partito Democratico si favoleggiava su un’irresistibile rimonta, che invece non c’è stata, proprio per niente, visto che l’unico “recupero” è stato proprio il prosciugamento del bacino elettorale della sinistra radicale o (per dirla con Pansa) “regressista”. Peraltro perché i Democratici avrebbero dovuto rimontare? A parte qualche bella ragazza, che fa sempre un bel vedere, hanno inserito in lista i soliti noti, ex ministri, sottoministri, sottosegretari, capicorrente e portaborse vari del loro pantagruelico governo di oltre 100 persone. Senza contare che la novità del Partito Democratico è tutta da discutere. Tanto a livello nazionale quanto a livello locale il loro problema principale è stato quello della spartizione dei posti fra ex-comunisti ed ex-democristiani.
Va tuttavia detto che la scelta di Veltroni di non accettare gli stessi patti di coalizione che avevano affondato Romano Prodi (sebbene sia stata determinata dalla consapevolezza che tanto la sconfitta era comunque certa) è stata decisiva per la semplificazione del quadro politico italiano perché ha indotto nel centrodestra scelte analoghe. Speriamo che la lotta fra le sigle alleate o contrapposte non venga sostituita dalle lotte di potere all’interno dei grandi partiti venutisi a formare.
Siccome ne ho per tutti (Marco Parma può avere preferenze politiche, il preside no), devo sottolineare che il successo del centrodestra è stato ottenuto dopo due anni di guerriglia parlamentare in cui questa parte politica ha testardamente perseguito l’obiettivo della “spallata” anziché dimostrare senso dello stato e rispetto delle istituzioni.
Oltre alle risse in parlamento (ricordo ancora l’orrendo spettacolo del senato in occasione della crisi di governo), si è orchestrata una gigantesca campagna mediatica per far credere che improvvisamente gli Italiani erano diventati poveri ed erano strozzati dalle tasse, di cui peraltro Prodi non ha aumentato le aliquote, ma ha semplicemente cercato di farle pagare.
L’Italia non ha bisogno di votare a getto continuo. Ha bisogno di politici che sappiano governare la polis tenendo d’occhio l’interesse generale e non il “particulare” di categorie privilegiate, o addirittura il proprio tornaconto personale: ma c’è sempre speranza, e oso dire che qualcosina all’orizzonte si vede. Quando si invecchia si pensa inevitabilmente al dopo, si desidera lasciare di sé un buon ticordo e si è di conseguenza più buoni e disinteressati. Vale per il vostro preside, ma anche per il futuro capo del governo.
Concludo dicendo che mi ha fatto piacere vedere sul blog gli interventi degli studenti su questo tema (dunque non è vero che “se ne fregano”); mi è invece dispiaciuto leggere il finto necrologio sulla presunta morte della democrazia. I risultati delle elezioni possono piacere o non piacere, ma non mi pare che non ce ne siano altre in programma: fra cinque anni, mi auguro, e non prima. E che buone cose vengano nel frattempo per il nostro paese e per il piccolo mondo della scuola italiana.

Salviamo l’ortografia

Sono stato maestro ed ho insegnato a leggere e scrivere.
Accanto agli errori di ortografia dei miei alunni disegnavo un teschietto: si divertivano e imparavano.
Qui non posso fare disegnini. Mi limito a suggerire di rileggere dopo aver scritto.
Può essere utile anche il correttore ortografico dei normali programmi di videoscrittura: non è mai perfetto, ma segnala gli errori più comuni e vistosi.

Si tratta del blog di una scuola…

pensieri di un ragazzo di sinistra deluso, ma che non ha disertato le urne

a quanto pare sono il primo a parlare delle elezioni…i risultati finali non sono ancora arrivati ma tante cose già si sanno…
non vorrei fare commenti sui vincitori, erano (quasi) scontati…e poi qualcuno mi direbbe giustamente “Ti brucia il sederino eh?”.

solo non riesco a capire perchè un paese zeppo di lavoratori precari e di operai tutti sottosalariati non abbia neanche in parlamento una forza di sinistra.

tanti voti sono andati al pd per combattere inutilmente berlusconi (avrebbe vinto anche sommando pd, arcobaleno socialisti, ferrando e sinistra critica)…tanti altri non sono stati espressi…

adesso vedremo quanta gente starà effettivamente meglio…

ah già è vero…per farlo credere basta smettere di mandare in onda su un telegiornale di tua proprietà tutti quei servizi sugli operai che non arrivano alla fine del mese (che se non sbaglio sono stati trasmessi in tutta la storia dei tg solamente tra il 2006 e il 2008)…

…non vale neanche la pena scommetterci…vincendo o perdendo lo prenderei comunque in quel posto…

“Ti dico IO acchì devi votare!”

Forse stai pensando chi votare nei prossimi giorni.

Chi ti promette un lavoro,
chi ti promette una casa,
chi ti assicura che ti sistemerà figli, genero, cugino e nipote,
chi ti fa capire che esiste una “strada più breve” per ottenere qualcosa,
sta solo cercando di FOTTERTI il futuro.

Chi ti dice che si può chiudere un occhio, alle volte anche due.
Costui vuole solo che tu sia cieco. Possibilmente anche sordo e muto.
Apri gli occhi. Aprili bene.

Per chi ti dice: “Ti dico IO acchì devi votare!”
Esiste solo una risposta coraggiosa, autentica, democratica: “Vai a ….. !”

affezionatamente,
Davide Currò

La Costituzione della Repubblica Italiana
PRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.