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PRIMA PROVA: ANDATA!

Prima prova: 7 tracce

Tipologia A Analisi del testo: Montale, una poesia da “Ossi di seppia”, che noi di 5B non abbiamo fatto -.-“
Tipologia B Saggio breve o Articolo di giornale:
– 1 Lo straniero nella letteratura e nell’arte
– 2 Tema scientifico di cui non ricordo nemmeno la traccia
– 3 La sicurezza sul lavoro e la produttività
– 4 Sessantesimo anniversario della costituzione
Tipologia C Tema storico: L’emancipazione femminile in Italia
Tipologia D Tema di argomento generale: La diferrenza tra i metodi di corrispondenze più vecchi come la lettera e quelli più attuali quali l’sms e l’e-mail.

Spero sia andata bene!!!
Io ho fatto il B1, speriamo in bene!!!!

Buona fortuna a tutti per domaniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

LICEO “EINSTEIN” DI MILANO: MATURITA’ 1972, TERZA COMMISSIONE

Molti si sognano gli esami di maturità per tutta la vita, io mai. Secondo Freud i sogni sono riemersioni di materiale psichico depositato nell’inconscio: ma, nel mio caso, quel mese di luglio 1972 nell’inconscio non ci finirà mai e rimarrà sempre ben presente nei miei ricordi. Sono andato a recuperare in mansarda il ritaglio del “Corriere della Sera” del 5 agosto 1972, che a quella sessione d’esame dedicava un lungo articolo intitolato “Comincia la guerra dei ricorsi per i ventinove alunni respinti”. Se non erro si trattava di sette della mia quinta (sezione E) e di undici della F, gli altri saranno stati privatisti che allora, diversamente da oggi, non potevano farsi tranquillamente gli esami nelle loro scuolette.
Il numero dei bocciati era comunque esorbitante ed anomalo, considerando che, dopo la riforma del 1969, l’esame era diventato molto più facile. Due scritti e orali su due sole materie: la prima scelta dal candidato e la seconda (formalmente) dalla commissione. In realtà il “membro interno” (uno solo dei sei componenti) aveva l’elenco dei “desiderata” degli studenti e normalmente era in grado di assicurare la possibilità di fare l’orale su due materie scelte dallo studente.
La mia quinta non era una gran classe e non aveva precedenti brillanti. Infatti in terza, su 36 che eravamo, ben 16 erano stati bocciati fra giugno e settembre, dopo un anno in cui il nostro comportamento era stato spesso semplicemente inqualificabile e diversi miei compagni erano stati gratificati del sette in condotta. Grazie a questo inevitabile bagno di sangue, in quarta diventammo una classe quasi normale, ingentilita (e abbellita) dall’inserimento di due belle ragazze provenienti da altri licei che portarono la popolazione femminile della classe a ben quattro unità.
Tutti in quinta, dunque, nell’anno scolastico 1971/72: e in quinta (esattamente come adesso, anzi peggio) non si faceva un tubo fino ad aprile, quando il Ministero comunicava le quattro materie d’esame, fra cui se ne sceglievano due e si cominciava finalmente a studiare.
Da parte mia, ero uno studente appassionato, ma selettivo e molto sensibile alle attenzioni e alle gratificazioni dei docenti. Le insegnanti di lettere, matematica ed inglese travedevano per me, mentre il nuovo professore di filosofia riteneva che della sua materia non capissi quasi nulla; la professoressa di scienze mi sopportava a malapena e quello di disegno (Architetto Palazzolo Mario) per me semplicemente non esisteva. Normale, dunque, che la mia pagella fosse molto contrastata: otto in matematica e cinque in filosofia, nove in inglese e cinque in disegno. La negligenza di alcune materie, evidenziata nel giudizio di ammissione all’esame, mi sarebbe costata i pieni voti.
Ma veniamo agli esami. Presidente della commissione era la Prof. Franca Saini di Monza; i commissari erano il Prof. Viva di lettere (proveniente da Lecce), il prof. Maggi di filosofia (romano) e la Prof.ssa Ravagnan, di matematica, proveniente da Torino. Membro interno, la nostra Prof. Croci, di lettere. L’unico membro interno, nell’esame di allora, aveva un compito delicatissimo, in quanto doveva gestire da solo quell’attività diplomatica che oggi si può svolgere, in squadra, a cura di ben tre commissari interni.
La prima prova (italiano, come oggi) proponeva quattro temi, fra cui scelsi quello sull’Unione Europea, che io bollai come una sorta di “internazionale capitalista”, voluta dai governi e non dai popoli. In tempi recenti, più di un referendum popolare ha confortato la mia tesi di allora. So che l’elaborato ebbe un’ottima valutazione.
Alla prova di matematica non fu consentita la libera scelta del posto. Si passava dal tavolo della presidenza per l’appello e un commissario indicava il banco a cui sedersi: un banco sì, un banco no, in modo da mescolare le due classi. Io, non so come, riuscii a sedermi, non individuato, fra le mie compagne Elvetico ed Esposti, che quella mattina avrebbero fatto di tutto per me. Ad entrambe le prove scritte, sorretto da presunzione ed incoscienza, avevo portato solo la penna nera. Niente vocabolario, niente formulari (solo un foglietto con le formule di postaferesi, che logicamente non servì a nulla).
Il compito di matematica proponeva quattro temi fra cui se ne dovevano scegliere due. Io ne feci tre e aiutai nel contempo le mie due compagne.
La tensione all’interno della commissione incominciò durante la correzione degli scritti; la Prof. Croci (irritualmente) ce ne teneva al corrente in lunghe telefonate. Formalmente alle singole prove non si davano voti, ma giudizi: l’unico voto ufficiale era quello finale; ma ovviamente per praticità ogni prova scritta veniva letta e valutata con un voto numerico. Io ebbi otto in italiano e nove in matematica, ma tanto per i miei compagni quanto per i colleghi del corso F grandinarono le insufficienze. La Prof. Croci dava fondo alle risorse del suo elegante savoir faire, mentre il membro interno della F (il Prof. Umberto Diotti, poi divenuto preside di liceo classico e oggi in pensione) di carattere meno diplomatico, litigava a muso duro.
Agli orali, soprattutto all’inizio (quando tutti vanno a sentire e l’ansia di chi è interrogato aumenta), la tensione era alle stelle: c’era chi tremava, chi scoppiava in lacrime nel bel mezzo del colloquio, chi ammutoliva. Io sostenni la prova orale il 26 luglio, a tre giorni dalla conclusione della sessione. Portavo italiano e avevo avuto inglese, la seconda materia che avevo chiesto. In italiano non fui particolarmente brillante (la presidente mi fece commentare “Il gelsomino notturno” di Pascoli e il commissario di italiano un brano dei “Sepolcri”: raramente si avventurava oltre il Foscolo), mentre in inglese potei maramaldeggiare su una malcapitata commissaria supplente che interrogava aiutandosi con il libro sperto sotto il banco.
Mentre esponevo torrenzialmente Thomas Stearns Eliot, la poverina continuò a ripetere “yes, yes, enough, enough…” fino a quando finalmente allentai la morsa.
Venne poi lo scrutinio finale, con altre liti e battaglie: situazione ulteriormente complicata dal nostro esimio signor preside Enrico Georgiacodis che, caso vuole, era stato presidente di commissione nel Liceo di Monza da cui proveniva la presidente della nostra commissione e… aveva lasciato il segno. Sicché noi diventammo vittime dell’inevitabile ritorsione. Io ci rimisi il 60/60 (poco male: nel resto della mia vita non ha affatto pesato), ma molti altri furono condannati a un altro anno di Liceo e i privatisti vennero sterminati. I ricorsi al Ministero produssero come effetto – vero Natale – il rifacimento degli orali per i bocciati di fine luglio, ma uno solo di essi riuscì a rovesciare il verdetto dell’estate.

Last Kiss

La scuola è finita, l’estate inizia.
Hai voglia di divertirti, correre, andare lontano.

Lo so.

Ma la tua voglia di vivere è più grande.

Pensaci.

Buone vacanze!

affezionatamente,
Davide Currò
www.davidecurro.it

Last Kiss (Pearl Jam )
“I lost my love, my life that night”

Oh, where oh where can my baby be?
The Lord took her away from me
She’s gone to heaven, so I got to be good
So I can see my baby when I leave this world.

We were out on a date in my daddy’s car
We hadn’t driven very far
There in the road, up straight ahead
A car was stalled, the engine was dead
I couldn’t stop, so I swerved to the right
I’ll never forget the sound that night
The screamin’ tires, the bustin’ glass
The painful scream that I heard last.

Oh, where oh where can my baby be?
The Lord took her away from me
She’s gone to heaven, so I got to be good
So I can see my baby when I leave this world.

When I woke up, the rain was pourin’ down
There were people standing all around
Something warm rollin’ through my eyes
But somehow I found my baby that night
I lifted her head, she looked at me and said
“Hold me darling just a little while.”
I held her close, I kissed her our last kiss
I found the love that I knew I would miss
But now she’s gone, even though I hold her tight
I lost my love, my life that night.

Oh, where oh where can my baby be?
The Lord took her away from me
She’s gone to heaven, so I got to be good
So I can see my baby when I leave this world.

è già finita?

Solo un giorno, solo tre ore e, al suono dell’ultima campanella della mia vita (si spera, perchè se no significherebbe aver avuto qualche problema tecnico con gli esami:P) uscirò dal Calvino, lasciandomi alle spalle quello che ho trovato qui.
però i ricordi sono tanti, troppi: si affollano nella testa, premono per uscire e prendere forma attraverso le lettere della tastiera del pc, si confondono, si sovrappongono.
Dire che mi mancherà tutto della mia vita da liceale suona banale, ma in fondo è la verità.
Ci si lamenta spesso della propria vita – monotona, sempre uguale – eppure quando poi si arriva ad una svolta, ci si chiede come si farà a continuare senza quelle persone che per cinque anni ti sono state vicino, o senza quei piccoli gesti a cui spesso non si dà peso ma che lasciano un impronta incancellabile.
La frase è sempre la stessa: “ci terremo in contatto, ci vedremo spesso”. Ma lo sappiamo anche noi che spesso non è così, o meglio, inevitabilmente si perderanno le “tracce” di qualcuno della propria ex-classe.
In ogni caso, comunque vada, mi mancherà la vita al Calvino. Mi mancheranno le chiacchiere delle 8 davanti all’ingresso o al termosifone prima che arrivino i prof, il sonno della prima ora :P,le gite ( Barcellona? Indimenticabile), anche le sette ore del mercoledì con educazione fisica, strano ma vero :P, l’atmosfera artistica delle lezioni del mitico Cola :), i film e le discussioni con la Di Somma, il FRUSTRATIOOOON del Pigni, il “Braviiiisssimo, ora puoi anche uscire!” della Strati a Zangaruccio Bello come lo chiamava lei :P, il tango con la Siniscalchi :D, il concorso Sartori con il Paga (e quest anno il PRIMO PREMIOOOO!), l’apertura dei regali di Natale che ogni anno si svolgeva puntualmente nell’ora della Guerra :), le lezioni con la Primo (mi ricordo come fosse ieri quando qualche anno fa è venuta a scuola a salutarci con i suoi gemellini appena nati, che tenerezza!), le “lezioni di vita” con la Mollo,sostituite quest anno dalla Della Corte e dal suo rapporto di Odi et Amo con Zangara e Cerri 🙂
E poi ancora, il corso di Teatro del martedì, le capatine al bar per panino-caffè 😛 , gli intervalli primaverili in cortile al sole, le lezioni alla Luini, le mitiche autogestioni :D…
E poi, dulcis in fundo, mi mancheranno LORO. Mi mancherà la mia classe, con tutti i suoi componenti, sia quelli che purtroppo non hanno finito il percorso di cinque anni con noi, sia quelli che abbiamo “acquisito” strada facendo.
So che ovviamente con alcuni di loro continuerà l’amicizia, ma so anche che inevitabilmente presto si chiuderà una parte importante della mia vita. Il futuro fa paura, non lo nego, ma c’è un’età per tutto, e quella per il liceo sta ormai finendo…
GRAZIE DI CUORE PER TUTTO, a tutti.

Greta

E’ FINITA..! MA ADESSO?!?

venerdì 6 giugno 2008: in teoria penultimo giorno di scuola, per me e la mia classe, l’ultimo: domani esame del PET, ergo non parteciperemo ai festeggi… emmm… alle lezioni dell’ultimo giorno.

dunque è finita, e dovremmo essere tutti contenti.. ecco, dovremmo…

diciamo che ci sono quelli che già sono sicuri di venire promossi con il massimo dei crediti, quelli di quinta che hanno gli esami ma tra un mese (che sia 61 0 100) saranno fuori di qui, quelli che sanno che verranno promossi perchè hanno tutto “sù”, quelli che “proprio-per-un-pelo-mi-sono-salvato”, quelli che “sicuro ho sotto mate” e quindi a luglio saranno qui a studiare e quelli che invece sanno già che verranno bocciati e quindi da un mese a ‘sta parte vengono in classe “perchè altrimenti a casa mi annoio”: quelli che fanno parte di una di queste 5 categorie alzino la mano.

Ci sono però anche quelli che non sanno minimamente come andrà a finire la storia: promossi diretti o “ci vediamo a settembre” ? Purtroppo in questa categoria ci entro anche io: domani la prof Mazzini consegnerà le verifiche di recupero di chimica e dal voto di quella verifica dipende la mia estate (ma anche quelli di alltri 2 o 3…): come detto sopra però, domani non saremo in classe, o almeno non tutti: ne rimangono 2 che ci manderanno verso le 11.00 un bel messaggino con scritto OK se è andata bene o KO se andata male… immaginatevi con che testa farò l’esame……….. scriverò la formula del piroarseniato di potassio e le funzioni del catalizzatore in inglese……

sperem in bene, e non per l’esame, ma per i giudizi finali… fino a giovedì col fiatone e poi saranno lacrime di gioia o di delusione…

comunque grazie a tutti, professori e compagni di classe: è stato un grande anno.

ps: complimenti a zangara x l’annuario, davvero carino..!

Marco-Paolo-Pallino-Jerboa-MP4 (sono sempre io..!)
Forza & Onore