Festival di Teatro dei ragazzi – Marano sul Panaro – 23/24 Aprile 2015
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Paolo – 4 B liceo
Tutto parte da un viaggio, un viaggio in treno, un viaggio insieme, un viaggio di vita. Eccoci a Rogoredo, alla ricerca dell’orario e del binario del nostro treno per Bologna. E il treno, con il suo solito ritardo, arriva: tutti pronti per vivere una nuova avventura. Un gruppo di ben ventun ragazzi accomunati da una comune passione: il teatro, o meglio, il recitare. Inizia così la nostra prima avventura “in esterna”: presentare il nostro spettacolo al Festival di Marano sul Panaro. E così arrivati, dopo aver cambiato un altro treno, a Vignola, ci troviamo ben presto a fare le prove del nostro spettacolo su Calvino. Una prova generale” tecnica”, senza pathos e senza emozioni, ma che ci dà già un grande senso di forte unione: ormai siamo diventati gruppo. Ci siamo poi fermati a vedere una rivisitazione contemporanea di “Romeo e Giulietta” da parte di una scuola teatrale di San Marino. Con loro e, il giorno successivo, con degli attori di Verona abbiamo instaurato un rapporto di amicizia. Ed è stato anche questo un aspetto molto positivo del Festival: un punto di incontro tra giovani coetanei. Poi è toccato a noi salire in scena: l’emozione si faceva sentire sin dalle prime ore del mattino e alle. 8.30 circa eravamo già in teatro per poter fare un oretta di training prima di andare in scena. Un training intenso per poter far salire l’energia, che normalmente la mattina è molto bassa, poi dieci minuti di concentrazione e di silenzio e poi in scena. Sicuramente l’inizio non è stato dei migliori, eravamo in mezzo a ragazzi delle scuole che erano in teatro solo per poter perdere qualche ora di lezione, ma noi tutti, stringendo i denti e cercando di esser sempre composti, anche davanti a persone che ti ridevano letteralmente in faccia, abbiamo portato a casa lo spettacolo. E dopo la seconda tornata di applausi, come insegna il buon Marco Pernich, ci siamo finalmente distesi e rilassati dopo uno spettacolo così difficile per le condizioni. La giornata è poi andata avanti con lo spettacolo di quelli di Verona che hanno portato in scena uno strano spettacolo sul rapporto adolescenti-tecnologia-adulti che da noi è stato molto apprezzato per la caratterizzazione dei personaggi e la semplicità della trama, che sicuramente si avvicinava molto al nostro lavoro “scolastico”. Per concludere la giornata abbiamo assistito e partecipato ad una strepitosa lezione sullo scrivere, o meglio sull’inventare una storia, a partire da delle lettere a caso. Infatti a partire da una lettera pescata alla volta siamo arrivati a scrivere un’assurda storia: una quaglia che balla un tango in palestra è attaccata da un armadillo di nome Pepito. Poi il ritorno in treno: la felicità di tornare dopo due giorni piuttosto faticosi, ma anche la tristezza di lasciare un luogo dove abbiamo vissuto un’esperienza così intensa. Con questi due giorni credo che il nostro gruppo teatrale non solo è diventato più “forte” ma soprattutto più unito: un gruppo di amicizia.
Mariaelena – 5 C liceo
Sono partita carica, o meglio, sovraccarica di emozioni e preoccupazioni. Ad essere sincera non ero tanto convinta di voler partire. In un periodo in cui ansia e tristezza dominavano alternativamente le mie giornate non mi sentivo in grado di reggere più nulla di nuovo o inaspettato. Volevo restare nella mia “comfort zone” e chiudermi nella sicurezza della routine e dello studio. Ma non potevo tirarmi indietro perché, chi come me fa teatro da ormai 5 anni lo sa, quando fai parte di un gruppo non puoi pensare solo a te stesso. Così ho deciso di mettermi alla prova. Non posso dire che questi due giorni siano stati una passeggiata. Ho avuto degli attimi di cedimento e la voglia di chiudermi in me stessa è stata forte. Ma è proprio in questi momenti che ho scoperto quanto sia importante fare parte di un gruppo. In due giorni ho conosciuto i miei compagni di laboratorio meglio di come abbia fatto in un anno. Ho scoperto persone simpatiche, disponibili, e soprattutto umane. Ho capito il valore della collaborazione. Non vorrei banalizzare il concetto nella frase “l’unione fa la forza”, eppure è così. Venerdì, di fronte a un pubblico tremendo che cercava a tutti i costi di metterci in difficoltà, chiunque di noi sarebbe crollato. Invece non è stato così. Tutti insieme siamo riusciti ad affrontare la situazione e ne siamo usciti in maniera dignitosa. Ho capito che ogni situazione, per quanto possa apparire difficile o insostenibile, va affrontata a testa alta perché non siamo soli e non dobbiamo avere paura di chiedere aiuto. Ho trascorso due giorni diversi, lontano dalla quotidianità e ho capito che ogni tanto bisogna anche concedersi di uscire dagli schemi. Insomma, questa per me non è stata solo un’esperienza nuova dal punto di vista teatrale, ma anche una grande esperienza di vita.
Alessia Z. – 3 A liceo
Questa esperienza per me è stata fantastica e divertente.
Prima di tutto, in questo modo ho staccato un po’ la spina dal continuo ripetersi dei giorni sempre uguali e monotoni, casa/scuola e scuola/casa facendo una cosa diversa e piacevole. Poi mi ha dato l’ occasione di conoscere meglio ragazzi del gruppo di teatro con cui prima, passando solo due ore alla settimana insieme, non avevo molto legato.
Inoltre ho avuto l’opportunità di conoscere persone nuove; ragazzi provenienti da altre città che avevano il nostro stesso interesse: fare teatro.
Questa esperienza mi ha fatto mettere in relazione con loro, condividendo o dissentendo le loro opinioni sul teatro.
E’ stata molto divertente sia nei momenti in cui eravamo in pausa e quindi scherzavamo e giocavamo sia quando lavoravamo, cercando di fare tutti assieme un buono spettacolo.
Il secondo giorno, dopo la rappresentazione, abbiamo partecipato al laboratorio di scrittura.
Se devo essere sincera all’inizio pensavo che sarebbe stato noioso e pesante, ma poi partecipandovi l’ho trovato piacevole e interessante. Le persone che sono venuti a tenerci questa lezione ci hanno fatto capire che per scrivere una storia non ci vuole per forza un grandissimo ingegno, ma basta tanta fantasia e divertimento.
Prima che lo spettacolo cominciasse mi sentivo agitata e nervosa tanto che avrei voluto scappare. Ma poi appena la musica è iniziata mi sono sentita serena e rilassata, ripetendomi che avevamo fatto così tante prove che non avrei potuto sbagliare neanche volendo.
Alla fine lo spettacolo è andato piuttosto bene, certo come pubblico era davvero pessimo, ci insultavano e prendevano in giro, però non abbiamo rinunciato e siamo andati avanti fino alla fine a testa alta.
Mi piacerebbe molto ripetere questa esperienza del festival.
In fine il percorso che ho fatto con il laboratorio teatrale è stato molto bello e significativo, mi ha fatto crescere e maturare. Ovviamente ci sono stati momenti in cui ero stanca e non ce la facevo più (il training!), però anche questo mi è servito molto per lo spettacolo.
Il prossimo anno mi riscriverò al laboratorio sicuramente.
Andrea B. – 2 A liceo
Non appena ci è stato proposto di partecipare al Festival del Teatro dei Ragazzi a Marano sul Panaro, al contrario dei miei compagni, ero molto scettico. Per natura sono un tipo chiuso e non amo molto le compagnie numerose.
In realtà mi sono dovuto ricredere. Il viaggio è stato molto bello e mi sono divertito molto. Ho apprezzato molto gli sforzi della prof. Glorioso, del regista Pernich e di Elisa la nostra trainer, ma anche della scuola, nel realizzare questo viaggio.
Sono stato bene con i miei compagni di avventura, abbiamo fatto il viaggio in treno senza problemi e abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza dal personale dell’albergo che era semplice ma pulito.
L’unico lato negativo è stato doverci esibire al mattino presto ancora non in piena forma. Da segnalare inoltre il pubblico rumoroso che è venuto a vedere lo spettacolo.
Il bilancio è quindi positivo e mi piacerebbe partecipare il prossimo anno ad un evento come questo.
Alessia U. – 3 C ITC
Questi due giorni passati con il gruppo di teatro a Vignola sono stati divertenti e interessanti, sopratutto perché ha consolidato il gruppo ci siamo conosciuti e capiti più approfonditamente.
Lo spettacolo è andato bene, abbiamo affrontato un pubblico molto difficile.
Ma l’importate che ci siamo divertiti.
Un’esperienza da rifare.
Voglio ringraziare Marco ed Elisa e in particolare la Prof. Glorioso sempre disponibile e sempre aperta a noi ragazzi.
Andrea Z. – 2 C liceo
Due giorni pieni di scoperte e divertimento
Di condivisione e di confronto
Di amicizie e di risate
Una bella esperienza con persone altrettanto stupende
Spero di poter rivivere momenti simili con loro, magari l’anno prossimo, al prossimo festival dei ragazzi.
Sono davvero soddisfatto e mi sento un po’ cambiato.Infatti, e attribuisco il merito al laboratorio, probabilmente non avrei mai parlato davanti ad un pubblico tanto numeroso come quello di Marano!
Sento di aver acquisito un po’ di sicurezza, non solo a teatro, ma nella vita di tutti i giorni.
Il laboratorio ha rappresentato un momento di incontro e di distacco dalla quotidianità, dai pensieri, dalla scuola, dai problemi.
Ho ricevuto stimoli che mi hanno fatto pensare e vedere le cose da altre prospettive ed è per questo che vorrei ringraziare tutti coloro che portano avanti tale laboratorio e la scuola perché ci tiene, ci crede!
Veronica – 4 A liceo
I giorni 23 e 24 aprile il laboratorio teatrale della nostra scuola si è recato a Marano sul Panaro per partecipare a un festival di teatro dei ragazzi. Dopo un viaggio di circa due ore con il treno siamo arrivati a Vignola dove c’era l’albergo, abbiamo lasciato i bagagli in hotel e ci siamo diretti a Marano dove abbiamo fatto le prove con esito un po’ negativo. Alla sera abbiamo visto lo spettacolo “Giulia e Romeo” di un gruppo di ragazzi di San Marino. La trama dello spettacolo era la solita storia di Romeo e Giulietta e io sinceramente mi aspettavo una rivisitazione dell’opera originale. Dopo lo spettacolo abbiamo mangiato insieme ai ragazzi di San Marino e poi siamo tornati in albergo. Il giorno dopo, cioè venerdì 24, alle ore 9:00 siamo andati in scena dopo aver fatto training; lo spettacolo nel complesso è andato bene, ci siamo trovati davanti a un pubblico un po’ difficile composto da ragazzi dalle scuole elementari fino alle superiori, continuavano a fare battutine e a ridere però allo stesso tempo mi ha colpito tantissimo un bambino che durante il mio monologo iniziale mentre raccontavo la storia del mio personaggio mi ha detto che mi avrebbe aiutato lui. Dopo di noi è andato in scena uno spettacolo di un gruppo di Verona, questo spettacolo mi è piaciuto perché al suo interno c’erano riflessioni riguardanti la vita di noi adolescenti. Secondo me questo festival è stata un’esperienza bellissima perché ci ha permesso di conoscere altri ragazzi come noi che vivono, seppure in modi diversi, la stessa esperienza, inoltre ci ha dato la possibilità di crescere, di conoscerci e di unire il gruppo.
Andrei – 2 C liceo
Ho trovato la gita molto divertente e nel complesso la più soddisfacente della mia vita (finora). Mentre trovo che il luogo non abbia una grande varietà di ristoranti, il clima era piacevole e la natura sufficientemente bella. Personalmente ho trovato la mia parte dello spettacolo molto deludente e poco coinvolgente per gli spettatori, ma questa è la mia performance. Infine però la compagnia non era male e c’erano pochi incidenti “diplomatici” (causati da me). Ciò mi rende particolarmente contento dell’esperienza.
Valeria P. – 3 B liceo
Questi due giorni trascorsi con il gruppo del laboratorio teatrale d’istituto al Festival teatrale di Marano sul Panaro sono stati sicuramente la più bella esperienza di quest’anno scolastico.
Personalmente ho partecipato al laboratorio teatrale dell’Istituto Calvino per tre anni di seguito (incluso quest’ultimo) e finora ho avuto la possibilità di partecipare a due festival (ma solo uno di più giorni). Tirando le somme, posso affermare che in questi tre anni il laboratorio teatrale mi ha molto aiutata a imparare a esprimermi davanti agli altri, a usare la voce ma, anche e soprattutto, ha migliorato la mia capacità di lavorare in gruppo, inizialmente pressoché nulla.
Soprattutto durante il Festival del Teatro dei Ragazzi, mi sono sentita davvero parte di una compagnia che, a mio parere, quest’esperienza ha reso più unita e più forte. Dico più forte perché, per la prima volta dopo due anni, ci siamo trovati di fronte a un pubblico che, almeno a me, è sembrato di gran lunga più difficile di quello abituale, composto da familiari e amici. Ma proprio grazie a questo pubblico abbiamo imparato ad appoggiarci e a sostenerci nei momenti che precedono lo spettacolo e anche durante e dopo, nel momento delle critiche. Inoltre, passare la notte fuori, mangiare e spostarci insieme, affrontare le difficoltà di ogni giorno con persone che normalmente ho sempre visto solo una volta alla settimana, è stata un’esperienza nuova, che ha messo alla prova la mia capacità di adattamento e ha giovato alla nostra unione.
Durante il Festival abbiamo assistito agli spettacoli di altre due compagnie teatrali: una di San Marino e una di Verona. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con ragazzi come noi che, però, hanno messo in scena spettacoli diversi dal nostro, sia per l’argomento trattato, sia dal punto di vista stilistico. Il primo spettacolo, molto più “classico” del nostro, era una rielaborazione dal punto di vista di Giulietta di “Romeo e Giulietta” di Shakespeare. Il secondo, invece, almeno secondo me, era molto più vicino al nostro, come genere: ispirato a un opera di Sachiko Kashiwaba, raccontava la storia di quattro ragazzi che, giunti per caso in un paese fantastico, per la prima volta si trovano a dover imparare a essere umili, a guadagnarsi ciò che vogliono e ad aiutare gli altri.
Dopo entrambi gli spettacoli abbiamo passato del tempo con i nostri “colleghi”. È stata un’occasione per confrontarci con dei coetanei e anche per farci qualche nuovo amico.
Il pomeriggio del secondo giorno abbiamo partecipato a un laboratorio di scrittura creativa, con due esperti del campo: uno scrittore e un disegnatore. Questi ci hanno mostrato come si possano inventare nuove storie in modo facile e come una storia possa essere manipolata cambiando la forma in cui è scritta. Quindi dopo aver deciso tutti insieme le caratteristiche fondamentali di un nuovo racconto (protagonista, ambientazione, evento scatenante ecc.) accompagnato da disegni, ci è stato chiesto di provare a scrivere la storia completa. Alla fine, lo scrittore ha invitato chi ne avesse voglia a leggere la propria storia davanti a tutti; alcuni miei compagni hanno letto il proprio lavoro ed in particolare quelli di Andrea Barranco, Marco Coccia e Mariaelena sono stati molto apprezzati da tutti i presenti.
L’attività di scrittura creativa è stata sicuramente preziosa anche come aiuto per la stesura di temi in classe ma, soprattutto, ha stuzzicato la nostra fantasia e ci ha dato degli strumenti in più per i futuri spettacoli (dal momento che nel nostro laboratorio siamo noi studenti a inventare i testi).
Al momento del ritorno a casa abbiamo portato con noi molto più del nostro bagaglio di partenza. Penso che questa esperienza mi sia stata utile sia come studente che come persona e ringrazio la scuola per avermi offerto questa grande opportunità assieme a quella di partecipare al laboratorio teatrale.
Personalmente penso che questo sia fare scuola: il teatro ci dà una possibilità in più di esprimerci e sviluppare le nostre abilità.
Cristian – 1 B liceo
Questo è il primo anno e la prima volta in cui ho partecipato ad una esperienza del genere. In principio non avevo dato molta importanza al laboratorio di teatro perché non era affatto un’attività che mi poteva riguardare, in quanto sono un ragazzo un po’ timido. I miei genitori mi hanno chiesto varie volte se avevo intenzione di iniziarlo, ma io non ne ero molto d’accordo. La mia professoressa chiedeva e invogliava nella mia classe a partecipare all’attività di teatro, ma io ero sempre incerto se accettare la sfida con me stesso e parteciparvi. Quando ci fu lo spettacolo a scuola, e noi classi del biennio siamo andate a vederlo, mi ha colpito molto il lavoro esposto sul palco. Da quel momento ho deciso di intraprendere questo nuovo cammino. All’inizio mi era un po’ difficile aggregarmi con il gruppo perché in fondo non conoscevo nessuno e farmi avanti mi era un po’ difficile. Quasi tutti del gruppo si conoscevano ormai da tempo, mentre io ero sempre solo. Dopo alcuni incontri ho iniziato a fare un po’ di amicizie e infine ho conosciuto tutti. I miei compagni di teatro mi hanno accolto con le braccia aperte e sono contento di essere simpatico a molti. Durante la preparazione per il nostro spettacolo io mi sono voluto incarnare in un personaggio secondario di Marcovaldo: Michelino, e da quel momento sono Michelino per la maggior parte di loro.
Quest’uscita al festival di Marano sul Panaro è stata un’occasione per conoscere meglio i miei compagni di teatro e condividere con loro due giorni, che infine sono stati per me molto preziosi, ma anche un po’ faticosi. Ho potuto far amicizie con altri ragazzi che svolgono la stessa mia attività e sono molto contento di aver assistito ai loro due spettacoli, molto diversi dal nostro. Sono molo dispiaciuto per i diversi commenti che ho sentito nominare dai ragazzi delle scuole di Marano nei confronti dei miei compagni di Verona che hanno fatto un lavoro molto bello ed entusiasmante.
Il teatro mi sta aiutando molto a combattere la mia timidezza ed emotività e grazie a questo mi sento più sicuro e non ho timore di reagire nelle situazioni difficili.
Sicuramente continuerò questa avventura e la propongo vivamente ai miei coetanei.
Giovanna – 3 A liceo
L’esperienza del Festival è stata fantastica. Penso di non essermi mai divertita così tanto facendo teatro, e il fatto stesso di divertirmi con tutti gli altri ‘attori’ mi ha fatto rendere conto della grande importanza del gruppo, di ‘noi’ del laboratorio teatrale. Sono sicura di non aver mai sentito il teatro così vicino come quest’anno e specialmente durante questi due giorni a Marano. Inoltre, avere la possibilità di conoscere altri ragazzi che, diversamente da noi, frequentano delle vere e proprie scuole teatrali, mi ha fatto accorgere che, una volta saliti sul palco, le emozioni e le paure che ci accomunano sono talmente simili che assottigliano sempre di più fino a far sparire quasi completamente le nostre differenze. Perché sul palco non importa se siamo ragazzi di Rozzano, Verona o San Marino, importa solo quanto siamo capaci di interpretare il ruolo che ci è stato assegnato. Siamo unicamente degli attori.
Ringrazio Marco Pernich ed Elisa per il grande lavoro che hanno svolto con noi, sottolineando costantemente l’importanza dell’unità del gruppo; la professoressa Glorioso per tutto l’impegno dimostrato nei nostri confronti e il Preside Marco Parma per averci dato la possibilità di vivere quest’esperienza stupenda.
Marco – 2 B liceo
L’esperienza di Marano è stata davvero speciale, divertente e appagante. È stato bello potersi confrontare con altri ragazzi che condividono la nostra passione ma anche, e soprattutto, confrontarci tra di noi del gruppo del Calvino. Ci siamo uniti moltissimo in soli due giorni passando dall’essere semplicemente “tutti amici di tutti” diventando un vero GRUPPO unito. Ho sempre amato il confronto costruttivo e questi due giorni ne sono stati colmi! Parlare con la mente aperta con persone di diverse etnie, scuole di pensiero politico, filosofie di vita e molto altro ha permesso a me, e spero a tutti, di crescere molto. Suppongo si sia già capito da quanto sopra ma lo ribadisco: la cosa più bella del gruppo teatrale è proprio essere un GRUPPO e queste due giornate hanno spinto molto in questa direzione.
Matilde – 2 A ITC
Penso che la gita sia stata molto bella e anche d’aiuto per le persone nuove del gruppo o che non si erano inserite del tutto.
Il nostro secondo giorno abbiamo avuto lo spettacolo di mattina, non e’ stato molto facile perché non abbiamo avuto molta collaborazione dagli insegnanti che accompagnavano le classi. Per il resto dello spettacolo abbiamo messo tutte le energie che avevamo per far un bello spettacolo, ed infatti il risultato e’ stato che e’ piaciuto a tutti.
Questa esperienza ci ha legato tutti, anche più di prima.
Io vorrei ringraziare personalmente Marco, Elisa, la professoressa Glorioso e tutti i miei compagni del laboratorio per la magnifica esperienza che mi hanno regalato, da quando ho iniziato il laboratorio, l’anno scorso, fino ad oggi.
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