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Serenissimo Berlusconi

DA “il malaffare” di Carlo Alberto Brioschi.

Se quello dei dogi della serenissima fu spesso indicato a esempio di buon governo, va detto in ogni caso che non mancano “eccezioni alla regola”: Agostino Barbarigo, salito al soglio dogale all’età di 66 anni […]. IL governo di quel doge avrebbe presto rivelato le sue mire di potere, l’amore per lo sfarzo e la cura dei propri interessi privati. Le casse erariali ne risentirono al punto che si resero necessari una diminuzione dei salari statali, la decurtazione delle decime al clero e il varo di un prestito forzoso. Tutto questo mentre in città la prostituzione, il malcostume e la corruzione dilagavano nell’apparente indifferenza del doge che anzi, non mancava di favorire il malaffare e di proteggere amici e parenti.

Non per fare il filosofo… Ma non vi sembra che sia un po’ un certo Doge che c’è ora al governo in Italia?

e non si potrebbe fare pure una ricerca storicistica su questo ripresentarsi della corruzione al potere in italia?

e nel mondo…

l’affezionatissimo al suo liceo scientifico

Federico Montanaro

Soggettività delle forme

Siamo stati bendati e traportati per un viaggio durato qualche ora fino a un luogo di cui non conosciamo nulla. Veniamo lasciati in un una stanza della quale non sappiamo niente. Aiutandoci con il tatto cominciamo ad immaginare dove siamo finiti. Se pensassimo di vivere lì dentro per il resto della nostra vita riusciremmo ad orientarci perfettamente. Questo perchè dentro la nostra testa avremmo immaginato così bene il mondo intorno a noi da poterci orientare. Quante solo le probabilità di aver immaginato tutti lo stesso mondo? Una volta tolte le bende, ciascuno rimarrebbe sorpreso. Cosa ci garantisce di non essere stati uomini bendati per una vita intera? Chi ci garantisce di non vedere un mondo nostro e personalissimo? Il fatto che siamo tutti d’accordo? No. Anche nella stanza piena di uomini bendati tutti questi si capirebbero fra di loro.
Insomma, la luce che ci arriva potrebbe esserci soltanto utile per localizzare gli oggetti; il resto potrebbe essere frutto della nostra immaginazione. Questo non significa che il mio quadrato sia il tuo cerchio. Non sarebbe possibile perchè non riusciremmo a capirci. Significa che il mio quadrato non è il tuo quadrato. E’ diverso e non lo hai mai visto.

Draquila, l’Italia che trema.

Con un concetto appiccicoso, un Aquilano chiude il film di Sabina Guzzanti dicendo la sua.

‘E’ una specie di dittatura della merda, ma non della tortura. Non c’ho le forza armate fuori casa; non m’arrestano se dico certe cose, mi diffamano, ma non m’arrestano; non mi torturano; non mi picchiano. Forse anche se avessi avuto 25 anni sarei rimasto quì perchè è una dittatura della merda. Però oltre un certo limite non c’hai le forze per opporti a questo. Io ho parlato con un sacco di gente che è stata sotto le dittature e mi raccontavano che la decadenza di alcune persone integerrime si è cominciata a vedere quando tu vedevi che dopo anni ancora ripetevano: “adesso cade, non può durare”.
Questa è la grande illusione: che ciò che è vuoto e che è fasullo non possa durare. Non è vero: dura.

Verso la cima

Ecco un’altra notizia interessante che ho reperito sul blog di Beppe Grillo.

“”Lino Guzzella, professore alla Swiss Federal Institute of Technology ha
spiegato a Cesena il valore dell’energia e ha dimostrato come ha
realizzato una capanna autosufficiente per l’energia ed ecosostenibile
sul Monte Rosa. Il tutto in pochi mesi. Se è possibile sulle vette è
possibile ovunque. Non perdetevi il video.”
La capanna sul Monte Rosa

La relatività (dei colori)

Questa sera il Dottore non ha replicato:

“Prendiamo questo tovagliolo per esempio. Tutti, dentro questo ristorante, concorderebbero con me sul fatto che sia giallo. Ma hai mai pensato che tu ed io, guardando lo stesso oggetto, stessimo godendo di un colore diverso? Potresti affermare, senza difficoltà a dimostrarlo, che il tuo giallo, quello del tovagliolo, dello zafferano, del curry e dei girasoli corrisponda al mio marrone. Ma come facciamo a saperlo? I nomi dei colori li abbiamo imparati da altri. E se fossimo intrappolati in una dimensione nella quale ognuno vede una gamma di colori diversa? Entrambi abbiamo ragione e vediamo un mondo diverso, parallelo. Il fatto di riuscire a capirsi però ci allontana irrimediabilmente. Sarà dunque questo il motivo per cui la sensibilità è del singolo e non del genere?
E che dire dei suoni? Conosciamo frequenza, toni, semitoni, intervalli, concordanze e dissonanze musicali. Tutto funziona ‘aritmeticamente’ nel gruppo. Per questo ci è permesso di suonare insieme ad altre persone. Ma non è detto che stiamo ascoltando la stessa sinfonia.”

Prof. Paganini. Ci dia una risposta per favore.

I primi passi

Non ho indagato la situazione dell’Istituto in questione però questo articolo di ANSA mi ha piacevolmente sorpreso.

“(ANSA) – MILANO, 20 OTT – Non piu’ libri di testo, ma netbook sui banchi di una scuola di Crema. All’istituto Pacioli, per ragionieri e geometri, i circa 1.600 studenti entro i prossimi cinque anni avranno tutti un loro computer. La prima tranche di consegna dei pc, che ha riguardato le 15 prime classi, e’ avvenuta ieri mattina. Gli studenti che hanno iniziato a prendere confidenza con i loro netbook – che porteranno nello zaino al posto dei libri – sono 430: da adesso in poi seguiranno le lezioni con il computer.”

Postumi

In queste città illuminate dalla luce di plastica dei lampioni che obbliga a guardarci in faccia anche quando, tramontato il sole, avremmo la possibilità di riempire i contorni degli uomini come più ci piace, l’importanza della Luna è solo prerogativa dei romantici. E così, l’assenza della luce genuina che rende morbide le nuvole di fumo, lasciate libere nel cielo dopo averle baciate, importa solo a chi ai protagonisti del mondo non dà retta. Ed ecco che di notte, in una città illuminata a forza, la nostra libertà tramonta sull’orizzonte.

Venerdì 8 Ottobre 2010. Corteo studentesco a Milano.

Fissi a guardarli. Vestiti con colori scuri. Portano un elmetto; nella sinistra tengono su uno scudo, nella destra un manganello. Non fanno paura a nessuno. Vogliono bloccare un corteo non autorizzato.
Un corteo di centinaia di ragazzi che marciano sopra il governo, che si affiancano ai giovani universitari, temendo di fare la loro stessa fine. Alla mia sinistra i più bassi tengono per lungo, all’altezza della vita, un’asta di bambù: la stringono per farsi forza, per condannare la tensione dentro i pugni. La musica che fino a quel momento ci aveva fatto compagnia viene fermata. C’è chi provoca, chi lancia petardi, chi annega fra la folla.
Io fisso. Sembra di vivere uno scontro spartano. Corpo a corpo. Falange contro falange. Un po’ emozionato, rido nervoso e scuoto un amico che fuma una sigaretta ed ha la testa già al McDonald’s.
Alla mia destra arriva un altro carico di polizia. Anche loro sono armati. Costringono il corteo dentro una piccola via. Chi aveva un negozio da quelle parti chiude tutto. Poco importa. La fiducia nella polizia è immensa: forse così la pensano anche quelli che stringono la canna di bambù e guardano con aria di sfida (anche loro sentono quest’atmosfera epica) le forze dell’ordine. Altri petardi rimbombano. Polizia davanti e dietro. Ma il cordone vuole passare. Non se la sente di lasciare un centinaio (tanti se ne sono andati) di manifestanti da soli.
C’è chi dice che ce la siamo cercata. Altri dicono che nonostante tante manifestazioni, questa è la sola vera a cui hanno partecipato: senza chiedere permessi a nessuno.
La voglia di combattere e la fiducia di vincere contro gli uomini vestiti di blu e nero crolla in un istante, colpita dai manganelli. Alzano lo scudo e vanno avanti come macchine. Cerco di scappare ma lo sguardo corre affascinato verso qualcosa che non aveva mai visto. Dura tutto qualche secondo, ma l’emozione è fortissima. Si ristabilisce la calma e stanco mi appoggio ad un compagno: trema come un bambino.