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Dedicato a tutte le mamme

MADRE
La parola più bella
sulle labbra del genere umano è “Madre”,
e la più bella invocazione è “Madre mia”.
E’ la fonte dell’amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre.
Kahlil Gibran

MAMMA
La visione si era dissolta, ma (…) era riuscita
a tenere con sé un pezzo dell’anima di sua madre,
che avrebbe per sempre fatto parte di lei,
una seconda spina dorsale per mantenerla forte negli anni a venire,
un secondo cuore che avrebbe battuto nel suo petto.

Robin Maxwell, “Il Diario Segreto di Anna Bolena”

Concerto di Primavera

Salve a tutti, vi posto un articolo che è stato incaricato dalla professoressa Di Somma ad una mia compagna di classe; si tratta di un commento al concerto di Primavera.

La platea si sta riempiendo. Da entrambe le porte entra molta gente: non solo studenti e genitori, maanche persone esterne all’istituto, intervenute per partecipare a un evento della comunità e passareuna serata diversa dalle altre.Si respira un’aria diversa dal solito, nuova, più viva della monotona atmosfera scolastica: sipercepisce l’arrivo della primavera, ma soprattutto si sente l’eccitazione dei ragazzi che stanno persuonare. Una ragazza prova il suo brano al pianoforte prima che il concerto cominci, le tremano ledita. Come poi mi dirà uno di questi ragazzi, <<aspettare di suonare è stato decisamente più difficileche esibirsi, perchè è l’attesa del tuo momento che ti fa agitare, non il suonare in sé>>. Stiamo pervedere i nostri compagni sotto una nuova luce.Bisogna riconoscere che è ammirevole il loro impegno: sono studenti come tutti gli altri, e cometali devono rispondere agli obblighi di studio, eppure trovano il tempo di incontrarsi con i loroamici per fare le prove, migliorare e ampliare pian piano il loro repertorio da musicisti. Il Preside cirammenta, quanto lavoro, impegno e passione bisogni donare per ottenere dei buoni risultati.Ed ecco che i ragazzi iniziano a suonare. Uno dopo l’altro, da soli o in gruppo, ci propongono i lorobrani. Si alternano note di pianoforte, fiati, chitarra elettrica e classica, batteria. Infine è il turnodel coro di Istituto, unito al coro W. Byrd e al coro del corso di esercitazioni corali della scuolacivica di musica di Milano, diretti tutti insieme dal maestro Francesco Girardi. Vengono toccatitutti i generi musicali, dai Beatles a Chopin, da Tiersen alla colonna sonora di Greese, da Mercury aBach. In questo modo sono coinvolti nello spettacolo gli animi di tutti i diversi amanti della musica:le mamme cantavano “Somebody to love”, le ragazzine accompagnavano il coro in “Bad day” diDaniel Powter e i papà di mezza età si emozionavano per Lennon e McCartney.Ma non si tratta solo e soltanto di musica: viene lanciato un messaggio. Due ex studenti, con lacanzone “40 anni” dei Modena City Ramblers, hanno dipinto la tragica situazione della politicaitaliana e soprattutto la stanchezza del nostro popolo di doverla sopportare. Come loro stessi hannoaffermato apertis verbis, <<noi italiani potremmo essere decisamente migliori di così>>. Davveroun grande messaggio, che ha coronato e arricchito il concerto.Tutto il pubblico è stato d’accordo sull’ottima riuscita dello spettacolo e ha fatto sentire il proprioparere con un grandissimo applauso finale.Davvero un’ottima serata, perfetta da passare con i propri amici, diversa dalle altre, che ha riunitonon solo membri dell’Istituto ma anche parte della comunità di Rozzano.

Viola Scarselli

UN UOVO DI PASQUA PER IL PRESIDE

Ho ricevuto in regalo un grosso uovo di Pasqua.
Venerdì mattina, verso mezzogiorno, mi si è presentata in ufficio una simpatica signora (non mi arrischio a congetturarne l’età, perché sono proprio negato; definiamola, per litote, non giovanissima), dicendo di essere stata indirizzata alla nostra scuola dalla biblioteca comunale di Cascina Grande.
Alla biblioteca la signora aveva offerto, ricevendone uno sbrigativo rifiuto, una “enciclopedia della lingua italiana”, che lei stava eliminando per svuotare il box del suo appartamento al quartiere Alboreto, posto in vendita dopo lo sfratto di un inquilino moroso. Si trattava di diciotto pesanti volumi.
Ho obiettato che, per accettare la donazione, avrei dovuto capire meglio di che si trattava e (lo confesso) meditavo un ulteriore dirottamento della signora, che tuttavia prontamente si impegnò a portarmi subito in visione un volume dell’opera.
Siccome mi ispirava istintiva simpatia, mentre l’attendevo deliberai che non l’avrei delusa e che – anche se si fosse trattato di un’inutile enciclopedia, come supponevo – avrei ringraziato, accettato e poi provveduto personalmente allo smaltimento.
Dieci minuti dopo la signora fu di ritorno e scaricò sul mio tavolo il ponderoso volume-campione, che recava sul dorso, sotto il numero “X”, le parole “MEE-MOTI” e il mitico nome della casa editrice: UTET.
I colleghi italianisti hanno già capito tutto e non hanno bisogno di altri indizi per dedurre di cosa si tratta; e i bibliofili che sono fra noi possono facilmente immaginare la mia emozione nel maneggiare quel libro e nel rivederne, dopo tanti anni, i minuti caratteri di stampa.
Dissi alla signora di che cosa si trattava e le raccomandai di pensarci bene prima di privarsi di un’opera di notevole valore (storico-culturale, certo, ma anche venale: su “e-bay” ci sono due offerte dell’opera completa, nell’ordine delle migliaia di euro).
Vedendo quanto ero emozionato, dopo aver resistito impavida all’impetuosa corrente dei miei ricordi di università (mi riferisco, in particolare, all’elaborazione della noiosissima esercitazione dal titolo “I neologismi nel vocabolario del Tramater” – lettere “B” e “R”: noiosa allora, ma oggi ovviamente assai addolcita nel ricordo), la signora si dichiarò non interessata al possibile realizzo commerciale e ben felice di regalare l’opera a me personalmente, visto che aveva capito che questo mi avrebbe reso felice, e anche perché, diversamente dal personale della biblioteca comunale, l’avevo accolta e ascoltata con gentilezza.
Ieri mattina (martedì 26 aprile) mi sono recato a prelevare il tesoro dal box della generosa donatrice, la Signora Costamante. Dei 21 volumi che compongono l’opera completa (a parte gli aggiornamenti del 2005 e del 2009) ve n’erano 16, usciti fra il 1961 e il 1992; vi erano in più altri due volumi UTET, la Grammatica Italiana del Serianni e la Storia della Lingua Italiana curata da Francesco Bruni.
Rientrato a scuola dopo una lunga e piacevole chiacchierata con la signora Costamante e con suo marito, ho immediatamente rivoluzionato l’ufficio per riporre nella parte a vetrina del mobile il “Grande Dizionario della Lingua Italiana”, opera monumentale intrapresa da Salvatore Battaglia e proseguita da Giorgio Bárberi Squarotti, che – più che di un istituto di istruzione superiore – è componente irrinunciabile delle biblioteche degli istituti universitari di filologia e punto di riferimento per gli studiosi di italianistica.
Forse l’acquisizione dell’opera sarebbe stata interessante anche per la biblioteca di Rozzano, ma purtroppo per loro adesso il “Grande Dizionario” è mio, è nel mio ufficio, e lo tengo ovviamente a disposizione degli studenti e dei colleghi buongustai che vogliono sfogliarlo e consultarlo: sotto la diretta supervisione del preside, naturalmente.

Concerto di primavera

I più vivi complimenti del Preside, dei prof Longhi, Glorioso, Di Somma e miei  a chi ha collaborato a vario titolo alla riuscita dello spettacolo di ieri sera.

Bravi gli esecutori di musica classica( hanno arricchito di cultura e tradizione i presenti e la scuola). Bravi i musicisti delle bands ( competenti, preparati, misurati). Brave e bravi i coristi ( mai raggiunto un tale livello). Bravi i presentatori(puntuali e spigliati). Bravi i professionisti (il maestro Girardi e i suoi musicisti,i  tecnici del suono e delle luci), brave le docenti del progetto( pazienti, dinamiche, positive)bravo il personale amministrativo e tecnico(lavoro nascosto ma indispensabile).

Cari studenti, i prof che hanno condiviso con voi il lungo pomeriggio e la serata si sono goduti  una giornata di entusiasmo che valeva la pena vivere.

Marco Pigni

Innovation & Creativity Challenge

Il 6 e 7 aprile presso la sede di ABB Italia a Sesto San Giovanni si è tenuta la terza edizione dell’Innovation & Creativity Challenge, tale evento è stato organizzato dalla Junior Achievement Italia.

In queste due giornate 90 giovani provenienti da 12 Istituti Superiori di Lombardia ed Emilia Romagna hanno lavorato per poter soddisfare le richieste del business challenge ovvero quello di integrare e sviluppare nuovi strumenti e piattaforme basate sulla tecnologia web 2.0 per promuovere una comunicazione multi-direzionale con due target specifici: i giovani neo laureati e diplomati e gli installatori di sistemi domotici.

Sul gradino più alto il progetto ABB 2.0 Future and Assistance, una piattaforma web 2.0 dedicata ai giovani e ai partner aziendali; un unico canale di business ma con sezioni specifiche per accedere all’azienda e alle selezioni di personale in modo non convenzionale, e per dare e ottenere informazioni e assistenza sui prodotti.

Premiati anche Imagine your future house, una casa domotica in progress da sperimentare e vivere in ambiente virtuale, commentando e progettando possibili nuove evoluzioni, e ABB Future, un sito dedicato ai giovani e ai professionisti di domotica per lo scambio di idee, concorsi e la promozione delle proprie attività.

I tre vincitori del Calvino (Matteo Cuttini 3aD I.T.C. Lorenza Pantusa 3aA I.T.C. e Rejdon Kopo 4aB I.T.C.), dopo un colloquio in lingua inglese saranno chiamati a rappresentare l’Italia all’European Innovation & Creativity Challenge che si terrà a Bruxelles dal 18 al 20 maggio.

Grossa è stata la soddisfazione dei 3 studenti e delle 2 docenti Paola Ventura ed Elvira Bonuso che hanno dato il loro impegno per poter far partecipare i ben 40 ragazzi della nostra scuola al contest.

Ora vorrei porgere i miei complimenti anche ai gruppi non vincitori per il loro impegno… COMPLIMENTI RAGAZZI!!!!

Matteo Cuttini

Godiamoci il petrolio: tutto il resto è Sinistra

Disteso, a quattro mani come un lenzuolo, il soffitto che precipita solido dal cielo, invece d’agitarsi soffocante fra l’erba alta e cieca, si dilata dissolto e cremoso fra seme e seme della spiga della campagna notturna:
enorme posacenere al fianco del ruscello.

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Elevata prosa d’amore

Sono settimane che subisco la tensione del nerbo contro lo sfòcio dei sospiri, al ricordo della spuma di cielo che riempì la stanza di blu di Prussia; nella quale, avvolti dal manto slavato, disfacevamo il gomitolo degli intrecci profondi fino a toccarti i brividi che irruvidivano la schiena, ora nuda.

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Europa dove sei?

Con profondo dispiacere scrivo queste righe.

Mi accorgo in questi giorni come l’Europa unita, che credevo una realtà sempre più prossima, in realtà sia ancora ben lungi dall’essere realizzata. Alla prima vera prova da affrontare l’UE si è dimostrata incapace di intervenire in modo adeguato: ogni paese è mosso da interessi diversi, alcuni intervengono, altri no, alcuni chiedono una cosa, altri chiedono l’opposto. Inizialmente sono stato contento di vedere che tutte, o quasi, le nazioni europee collaboravano per un obbiettivo comune, seppur tremendo come quello della guerra in Libia: vedere le nostre basi accogliere forze da tutto il mondo e il nostro paese partecipare alla pari con le altre potenze è stato un motivo di orgoglio. Ma ben presto la situazione si è rivelata per quella che è in realtà: ogni paese agisce per conto proprio, chi se ne frega come la Germania, chi borbanda a caso come la Francia, chi viene lasciato allo sbando come l’Italia, insomma una strategia comune non c’è.  L’Europa mi pare allora solo qualcosa creato a scopo di lucro, per abbattere le barriere doganali, per far circolare più facilmente le persone (e con esse il denaro…) ma certamente non per un sentore comune di tradizioni e storia. E di questo provo rammarico.

Intanto a Lampedusa è stata necessaria una pseudo-rivolta degli abitanti dell’isola per spostare l’attenzione dell’Italia e dell’Europa su quel puntolino nel mar Mediterraneo che è giunto a contenere 7000 immigrati (aventi diritto all’accoglienza e non). Nessuno ha ancora mosso un dito per smaltire quella folla di persone che si accalca oltre i limiti della decenza e della pubblica convivenza. Già ma intanto qualcuno trova invece il tempo per altri bagni di folla, in cui si diverte a tuffarsi dalla portiera della sua auto in una piazza a Milano….

Andry