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Riflessioni sullo spettacolo del Gruppo della Trasgressione 5

Le emozioni su quel palco erano molte dalla rabbia alla la gioia ma una troneggiava sulle altre, la sincerità.

Il passato con i suoi ricordi era riemerso con i ruoli improvvisati che però risultavano reali, forse perché impersonati tante e tante volte. Erano li per noi, solo per noi, per farci pensare, capire e non percorrere le strade che loro avevano deciso di seguire.

Senza le giuste guide, o con la non considerazione di queste, si possono trovare strade meno ripide sentieri meno tortuosi che spesso attraggono di più perché più facili da raggiungere e perché di finalità più immediate.

Ma le sensazioni che si provano arrivati alla fine sono effimere, caduche non hanno insegnamenti che le accompagnano ma solo inganni e tradimenti, non solo nei confronti degli altri ma prima di tutti verso se stessi. Come ci spiegava Massimiliano, non sempre si riesce a controllare la seduzione che certi ambienti, personaggi e modi di fare esercitano su di noi.

Loro sono persone che non chiedono perdono ma solo accettazione, sanno di aver sbagliato e per questo sono entrati nel gruppo della trasgressione. Sono riusciti a lasciare la loro vecchia vita e attraverso incontri come quelli con il gruppo a trovare una causa dei loro errori e certe volte a porvi un rimedio. Finalmente non sono più alla ricerca delle strade più agevoli ma di quelle più costruttive per la loro persona.

Le loro parole sentite e dette con l’anima, le loro vite che ci hanno offerto come insegnamenti mi hanno fatto riflettere sulla fortuna che ho: sono nata in una realtà agiata ho una famiglia e delle guide che mi aiutano a scegliere in modo giusto e non in quello apparentemente più semplice.

Persone come Massimiliano e Alessandro mi hanno insegnato che la vita può essere difficile ma che può sempre esserci una soluzione, che niente è perso e che per tutto esiste un appianamento.

L’incontro è stato davvero istruttivo e piacevole. Stare sul palco insieme a loro è stato bellissimo ho iniziato a vedere con occhi nuovi, ho visto come persino persone a me vicine potrebbero cedere alle lusinghe che la vita tutti i giorni ripone nelle nostre, anche più banali, decisioni. Come si sono persi Massimiliano, Alessandro, Roberto e tutti gli altri detenuti tutti noi possiamo sbagliare ma solo grazie agli aiuti e ai consigli delle persone che ogni giorno ci aiutano a crescere e a maturare possiamo continuare la nostra vita nella giustizia. Quest’esperienza mi ha insegnato che grazie alle giuste guide e alle giuste strade tutti possono cambiare. Dopo l’incontro che abbiamo avuto ho eliminato alcuni pregiudizi e alcuni stereotipi che prima provavo nei confronti dei detenuti.

Infine auguro a tutti i detenuti una felice ripresa della cammino ora ritrovato e spero che anche attraverso le difficoltà che non di rado si presenteranno nel loro percorso riusciranno a trovare per sempre la loro strada e il loro ruolo nella società.

Francesca

Sisifo
Sisifo

Riflessioni sullo spettacolo del Gruppo della Trasgressione 4

Mercoledì  4 dicembre 2013 – Teatro Fellini

“Gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”:

Le mie sensazioni all’incontro con i detenuti

L’incontro di mercoledì per me è stato molto significativo e sono stato colpito dal modo in cui gli attori mettevano a disposizione la propria esperienza in carcere e perché erano stati condannati. Le conclusioni che ho tratto da questa esperienza sono diverse. L’aspetto che mi ha colpito maggiormente è stato il fatto che molti dei detenuti appena hanno iniziato a compiere dei reati avevano alle spalle una situazione familiare drammatica come per esempio il padre in carcere e/o la madre alcolizzata. Quando ci si trova in queste condizioni io credo che sia molto difficile non lasciarsi andare o intraprendere una vita nell’illegalità. Un altro aspetto che mi ha toccato è stato il fatto che alcuni detenuti da giovani siano stati prima vittime di bullismo e poi abbiano deciso di diventare da prede a cacciatori, così facendo loro potevano sfogare la loro rabbia sugli altri e avrebbero picchiato chiunque si fosse messo sulla loro strada. Altri invece sono finiti in carcere poiché erano affascinati dal desiderio di “fare la bella vita” ,di avere sempre il portafogli pieno o di permettersi dei lussi che prima non potevano concedersi. Credo che questo tipo di desideri siano comuni a molti ragazzi della mia età ed è facile farsi affascinare dai soldi facili intraprendendo una strada caratterizzata da molteplici reati. Auguro ai detenuti di continuare il loro percorso formativo e che possano appena usciti di galera reintegrarsi all’interno della società e ricomporre i rapporti con i propri familiari.

Gianmarco

Sisifo
Sisifo

L’incontro con il “gruppo della trasgressione” mi ha portato a riflettere su come le persone intorno a noi possano indirizzare, più o meno involontariamente, il nostro modo di vedere le cose e, quindi, anche di agire. Si è parlato infatti dell’importanza delle guide, soprattutto in un’età di cambiamento e di passaggio come l’adolescenza, e di come il rapporto con le altre persone influenza il corso della nostra vita, anche ad un livello emotivo e psicologico. Ciò secondo me è molto importante da tenere a mente perché talvolta gli individui tendono ad isolarsi sempre di più e a sentirsi ingabbiati a causa della mancanza di persone che offrano affetto e comprensione, come per esempio un amico o un genitore, e a causa di questa frustrazione possono compiere azioni riprovevoli al posto di chiedere aiuto a qualcuno. Personalmente durante l’incontro ho percepito i crimini come un disperato grido di aiuto da parte di ragazzi che si sentivano soli ed incompresi e che cercavano l’approvazione di guide sbagliate, al contrario di alcuni miei compagni, i quali hanno avuto un’interpretazione forse un po’carente di empatia e troppo critica.

Lorenzo

Riflessioni sullo spettacolo del Gruppo della Trasgressione 3

Dopo aver assistito al colloquio che alcuni studenti hanno tenuto con i detenuti delle carceri di Bollate, Opera e San Vittore, ho ripensato a ciò che era stato detto e ho cambiato in parte il mio modo di pensare.

Prima dell’incontro pensavo che coloro che avessero compiuto reati gravi non avessero il diritto di tornare a una vita in libertà e che quindi dovessero essere condannati a restare chiusi in una carcere a vita. Ero convinta del fatto che essi non si curassero del male che provocavano a chi stava loro intorno, ma che svolgessero determinati atti solo perché si sentivano bene nel farlo, ma ho capito che non sempre è così.

Alcuni detenuti hanno confessato di sapere di fare del male e di essere stati contenti del loro arresto perché era l’unico modo per interrompere la serie di oltraggi che stavano compiendo.

Coloro che risiedono nelle carceri grazie a educatori hanno la possibilità di ripensare a ciò che hanno commesso ed esserne consapevoli. Per coloro che non hanno l’ergastolo vi è quindi poi la possibilità di un vero futuro dopo la detenzione. Ma la vita “libera” non sarà facile perché essi sono comunque condannati dai pregiudizi della gente.

Fino al 4 dicembre pensavo che fosse giusto che queste persone non avessero un futuro tranquillo perché dovevano espiare i dolori immensi provocati ad altre persone, ma spesso coloro che hanno compiuto questi atti vivevano situazioni difficilissime, avevano genitori in carcere, alcolizzati o appartenenti a circoli malavitosi oppure erano emarginati dalla società. Essi non avevano ricevuto la giusta educazione e quindi, non sapendo cosa fosse giusto o no hanno compiuto certi atti.

Ma grazie ad alcuni educatori ed insegnanti che fortunatamente si mettono a disponibilità delle carceri essi si rendono conto di ciò che hanno commesso. Quando sentivo le parole commosse dei detenuti mi è dispiaciuto percepire il dolore nelle loro confessioni perché essi sanno che i danni commessi sono irreparabili, ma a mio parere chi ha davvero compreso i propri errori ha diritto a una seconda possibilità  dalla società. Tutti commettono degli sbagli, chi più e chi meno gravi. Coloro che hanno ucciso sicuramente non possono non subire una pena, ma dopo averla scontata dovrebbero avere diritto a un nuovo inizio, a una nuova vita migliore della precedente.

In seguito al colloquio tenuto con i carcerati ho capito anche l’importanza degli insegnati e dei genitori, le guide, essi hanno un compito fondamentale nella vita di ogni uomo perché immettono nella mente degli uomini le idee su cui la società si deve basare. Coloro che non hanno avuto queste guide compiono infatti atti orribili e l’unico modo che si ha per capire è l’insegnamento che gli educatori portano nelle carceri. Questi svolgono un ruolo ammirevole a mio parere e sono felice che esistano al Mondo persone che pensano ad aiutare coloro che altrimenti non avrebbero futuro e che, usciti dalle carceri, andrebbero incontro ad un percorso atroce quanto quello avuto prima dell’esperienza nel luogo di detenzione.

Fabiola

Sisifo
Matthäus Loder: Sisyphus

Riflessioni sullo spettacolo del Gruppo della Trasgressione 2

Il giorno 4 dicembre ci siamo recati al teatro Fellini di Rozzano per assistere all’incontro con i detenuti. Inizialmente i detenuti hanno messo in scena un breve spettacolo improvvisato di una serata trascorsa con gli amici, recitata utilizzando ,come copione, le loro esperienze di quando avevano la nostra età.  Già questa prima introduzione ha suscitato in me diversi interrogativi e, ripensando a ciò che avevano detto durante lo spettacolo , anche un po’ di timore per le scelte sbagliate fatte nella loro giovinezza.

Dopo la rappresentazione hanno dato la possibilità ad alcuni ragazzi, che avevano delle domande, di salire sul palco. Ero molto incuriosita e, dopo un po’ di indecisione, decisi di andare assieme ad alcuni compagni di classe e ci fecero sedere tra i detenuti. Appena salii sul palco mi sentii a disagio perché molte persone mi stavano guardando.

Riflettendoci mi resi conto che i carcerati dovevano avere un grande coraggio per venire su un palco a raccontare la loro storia e ammettere i loro errori.

Durante il dibattito ci spiegarono che tutti i detenuti attorno a noi fanno parte di un gruppo di sostegno ( il gruppo della trasgressione) e dopo diversi anni erano riusciti a parlare dei propri sbagli.

Mi accorsi che molti errori che avevano fatto da ragazzi erano dovuti alla mancanza di guide, genitori o parenti , o alla scelta di imitare modelli “sbagliati”.

Molti dei detenuti ci hanno raccontato la loro esperienza e tutti concordavano sul fatto che spesso il sistema carcerario italiano non li aiuta, al contrario li rende solo più aggressivi e molti di loro quando escono di prigione sono molto più informati sulla criminalità di quando erano stati arrestati.

Tutti parlavano dei propri crimini con un po’ di vergogna ma soprattutto con tristezza perché hanno realizzato quanto dolore hanno provocato compiendoli. Quando sono salita sul palco ero condizionata da tutti gli stereotipi che la gente crea ma, dopo questo incontro, ho capito che una persona può realmente cambiare se ci mette dedizione. Stando seduta al fianco di quelle persone mi sono accorta che hanno impegnato anima e corpo solo per rimediare, anche di poco, agli errori da loro commessi. Auguro ad ognuno di loro di avere la possibilità di ricominciare una vita onesta e di poter riabbracciare e loro famiglie.

Elisa

Sisifo
Sisifo

Riflessioni sullo spettacolo del Gruppo della Trasgressione

Il 4 dicembre 2013 i nostri studenti hanno assistito ad uno spettacolo del Gruppo della Trasgressione, nato nel 1997 a San Vittore, e presente oggi anche nelle carceri di Opera e Bollate e all’esterno del carcere nei locali della ASL Milano, Corso Italia 52. Ne fanno parte detenuti e comuni cittadini.

Iniziamo oggi la pubblicazione delle riflessioni degli alunni della terza G del Liceo scientifico di Noverasco.

Mercoledì 4 dicembre 2013 – Teatro Fellini
“Gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”:
Le mie sensazioni all’incontro con i detenuti

la forza propulsiva che spinge a vivere quindi non si trova da soli: siamo dipendenti  dal nostro ambiente, dalle persone che ci circondano, dai nostri esempi.  Perciò è importante  trovare una seconda ala che non ci guidi nella via della perdizione ma ci induca a scegliere il bene non solo per noi ma anche verso la comunità: come disse John Donne “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”.

La nostra vita non è priva di senso tanto meno quella delle persone che ci circondano, non è un’ombra che cammina ma è una grande attrice che recita nel teatro dell’esistenza sin dai tempi del big bang e non importa in quale aspetto si presenti perché è in incessante divenire: chissà se proprio quel bruco insignificante che stavamo per calpestare si è trasformato nella più bella farfalla del giardino di casa nostra  o se quella semplice prima molecola di amminoacidi nel corso dell’evoluzione di milioni di anni è diventata il nuovo Premio Nobel per la pace.

La ricerca della miglior musa ispiratrice è difficile e capita di smarrirsi durante l’esplorazione , proprio come è capitato ai detenuti del “gruppo della trasgressione” e ai loro compagni. Durante l’incontro si sono inizialmente espressi teatralmente improvvisando e il loro spettacolo è funzionato da prologo per comprendere  a fondo le identità presenti sul palco che apparivano uomini ordinari -come possono essere uomini comuni l’autista che guida il bus che ci porta a scuola, il fruttivendolo, i nostri vicini di casa- invece i personaggi descritti durante l’esibizione ci hanno condotti in un mondo che a coloro i quali sono liberi appare lontano ma che in realtà ha il suo nucleo proprio di fianco a noi, in via Camporgnago, Via Cristina Belgioioso, Via Gian Battista Vico e tra noi in ogni uomo che commette atti criminosi.

Per la società che non ha partecipato all’incontro è semplice fare di tutta l’erba un fascio: davanti a un carcerato spesso non vede margine di miglioramento, trova un morbo che si è fagocitato l’umanità caratterizzante ogni singolo abitante terreste; non tutti hanno la sensibilità per scorgere la richiesta di aiuto e di ascolto che questi uomini urlano al mondo per uscire dal tunnel della spietatezza e cercare di non rientrarci più attraverso l’accettazione; ma i membri del “gruppo della trasgressione” mercoledì tra le righe ci hanno confidato che nonostante la veneranda età hanno compreso di non aver ancora iniziato a vivere nel momento in cui si sono resi conto di aver trascorso tanto tempo a compiere reati per trarne soddisfazione e vana gloria effimera alla ricerca di adrenalina, attenzione.

Sentire il loro cuore dolorante battere tra le proprie mani è stata una sensazione indescrivibile, esperienze toccanti come queste ti avvicinano alla comprensione delle meraviglie del cuore umano.

Auguro a tutti loro di ritrovare la loro vita e di non scoraggiarsi mai, quanto auguro a tutti di cercare con coscienza le proprie guide senza cadere nel tranello della semplicità o nella scorciatoia più breve. Il nostro destino lo plasmiamo noi con le nostre mani.

Bianca

Il mito di Sisifo
Locandina del Convegno del 2010

Sabrina Deliso Ambasciatore dei Diritti Umani

Sabrina Deliso

 

Sabrina Deliso, studentessa della Quarta C Istituto Tecnico Commerciale, è stata insignita del titolo di “Ambasciatore dei Diritti Umani”. Il riconoscimento è stato conferito dalla Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo -Lidu Milano- per il Concorso rivolto agli allievi delle Scuole Superiori di Milano. Il premio consiste in un viaggio all’Aja per assistere ad una seduta dell’ONU e in un corso di formazione che si svolgerà ad Assisi sul tema “Insegniamo i diritti umani” riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione. I più vivi complimenti alla nostra studentessa!

ARTEMISIA LOMI – GENTILESCHI , Mostra Palazzo Reale di Milano 28/10/2011

Venerdì 28 Ottobre 2011 noi della 4°C siamo andati a Milano al Palazzo Reale per vedere la mostra dedicata ad Artemisia Lomi – Gentileschi (1593-1653), una donna che si batté con passione per imporre il proprio talento. Dopo aver subito un atto di violenza da parte di un amico del padre, Agostino Tassi, dovette affrontare un umiliante processo per vendicare il torto subito da cui esce in parte vittoriosa, ma con l’immagine “sgualcita”; è da questo momento che ha inizio il percorso che porterà Artemisia a diventare una delle poche pittrici della storia.

La guida della mostra ha fornito ciascun visitatore di cuffie per agevolare l’ascolto e ciò ci ha aiutato molto nello stare attenti. L’ingresso portava ad una sala buia al centro della quale vi era un letto a doppio materasso, “leitmotiv” dei quadri della pittrice; dal soffitto pendevano dei fogli con riportate delle frasi del processo e la voce di un’attrice, Emma Danti, recitava le testimonianze di Artemisia; luci rosse evocavano il sangue della violenza.

Ogni sala apriva ad emozioni diverse. La pittrice riesce ad esprimere attraverso i suoi quadri il tipo di donna che era: rivoluzionaria, ribelle, ma anche profonda conoscitrice dell’arte, sognatrice, materna e passionale.

Con le due versioni de “ La Giuditta che uccide Oloferne ”, ad esempio, traspare la lucidità di una donna, prima che pittrice, verso l’uomo che approfitta della sua debolezza per poter abusare del suo corpo; il dipinto infatti racconta di Giuditta che usa in modo sapiente la sua capacità di seduzione per ingannare e uccidere l’uomo nemico della sua città. La Lomi coglie il momento dell’uccisione con estrema drammaticità, ed è dalle espressioni di disprezzo della Giuditta e di sofferenza nel volto di Oloferne, dalla vivacità del rosso del sangue che cola sul letto che Artemisia esprime tutta la sua rabbia capovolgendo i ruoli e ottenendo, almeno su tela, la vittoria del sesso femminile.

In un altro quadro, “ Betsabea al bagno “ la rivoluzionaria pittrice personifica le quattro fasi lunari: la luna piena che è rappresentata attraverso la candida pelle di Betsabea, le due fasi intermedie e infine la luna nuova prende le sembianze di una donna di colore.  La Gentileschi, in questo modo, avvalla in un codice condiviso nei cenacoli culturali del tempo la teoria dell’amico Galileo, innovatrice e condannata dalla chiesa.

E poi ancora vi sono quadri come “L’allegoria della pittura”, “ La ninfa Corsica e il Satiro” ,  “ La conversione della Maddalena”. Ma anche documenti inediti quali  la lettera della pittrice al suo amante Maringhi che esprime il completo distacco dalla comune donna rinascimentale e un avvicinamento a quella moderna in quanto rivela la  passione e l’amore  verso un uomo che non è suo marito, espressa senza conformismo ed ipocrisia.

Non è necessario essere un appassionato e un intenditore d’arte per poter apprezzare i capolavori di questa donna. La chiara esposizione della guida, i coinvolgenti quadri creano un’atmosfera interessante e coinvolgente: una buona occasione per esplorare più a fondo il mondo di Artemisia Gentileschi, quasi un modo per conoscerla di persona, conoscere quadri provenienti da collezioni private.

Al termine della mostra, in tutti noi vi è stata la sensazione di aver trascorso qualche minuto in compagnia della pittrice e non le due ore effettive. Le immagini calde, violente, espressive ci hanno completamente avvolto e coinvolto. Avvincente, trascinante, la pittura di Artemisia colpisce anche per i suoi ricchi colori. Una mostra assolutamente da non perdere.

Alessia e Lora

Giuditta che decapita Oloferne (1612-1613), Museo di Capodimonte - Napoli
Giuditta che decapita Oloferne (1612-1613), Museo di Capodimonte - Napoli

Evento informativo sulla gestione rifiuti

Il giorno 26 maggio alle ore 20.30 presso la Cascina Grande a Rozzano ci sarà un evento informativo promosso dall’Osservatorio Permanente Ambiente del Parco Sud e sostenuto da molti comitati di zona nonchè patrocinato dal comune di Rozzano.

Interverrà il professor Paul Connett chimico e esperto internazionale che si occupa da anni dei problemi legati alla gestione rifiuti.

L’incontro è finalizzato a sensibilizzare la cittadinanza e (soprattutto) gli amministratori sulle tematiche ambientali e sulla concreta e reale possibilità di applicare modelli di smaltimento rifiuti compatibili con le esigenze del territorio e fuori dalle logiche speculative che cercano di convincere l’opinione pubblica della necessità degli inceneritori.

Venire per credere, anzi per capire meglio 🙂

maggiori informazioni su facebook

peppe ambrosio

coordinatore

Osservatorio Permanente Ambiente

Qualche foto almeno?

Salve a tutti, vorrei esprimere la mia sincera sorpresa nel non aver letto nei giorni passati nulla sullo spettacolo del gruppo avanzato di teatro del maestro Pernich tenutosi al Calvino la settimana passata. Ho visto parecchi flash di macchine fotografiche durante la rappresentazione eppure nessuna foto pubblicata sul blog dell’istituto. A mio parere sarebbe stato carino inserire almeno un articolo di recensione dello show tenuto dai ragazzi. Nessuno vuole farlo? Dai ragazzi e una cosa da poco tempo!

DEJA VU TOUR 2009

Eccomi di nuovo a farmi pubblicità! Mi sa che lo sto sfruttando un po’ troppo questo blog 🙂

Volevo solo farvi sapere che in queste due settimane la nostra super-cover-band, DEJA VU, suonerà ben 3 volte nelle seguenti occasioni:

Venerdì 18 Settembre: BUDINERIA IRISH PUB, via Chiesa Rossa 53, Milano. ore 22.45

Sabato 26 Settembre: FJESTIVAL DELLE DIVERSITA’ E DELLA NON-VIOLENZA, Cascina Grande via Togliatti, Rozzano. ore 22.00

Domenica 27 Settembre: FESTA DI VALLEAMBROSIA, via Monte Grappa, Rozzano. ore 21.00

Se avete voglia di buona musica e quattro risate, siete i benvenuti!

Luca