Archivi categoria: Essere Studenti

Riflettiamo…

Propongo la lettura attenta di due articoli riguardandi due questioni spinose di questi giorni.

“VIETARE LA VENDITA DI SIGARETTE AI MINORI”

ROMA – Vietare la vendita di sigarette ai minori di 18 anni: è quanto propone il ministro della Salute, Livia Turco, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. La lotta al fumo, osserva, “resta tra le grandi priorità delle politiche di salute del Governo e del ministero della Salute in particolare”. Il ministro propone di recepire in questo modo la Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sul controllo del tabacco, attualmente all’ esame della Camera, che prevede il divieto di vendere sigarette ai minori di 18 anni. Propone inoltre di rivedere la legge 626 del 1994 sulla prevenzione e sicurezza del lavoro, prevedendo di inserire il fumo tra gli elementi nocivi per la salute dei lavoratori. Se il prezzo minimo di un pacchetto aumentasse a 5 euro, quasi un terzo dei fumatori ne ridurrebbe il consumo e il 9,5% smetterebbe del tutto.

“ISPEZIONI DEI NAS A TAPPETO NELLE SCUOLE DI TUTTA ITALIA”

ROMA – Per scovare la droga che uccide, il ministro Livia Turco sottoporrà la proposta al collega di governo Giuseppe Fioroni, titolare del dicastero dell’istruzione. Oggi intanto ha dichiarato con fermezza e decisione: “Bisogna essere contro tutte le droghe, qualcuno si metta bene in testa che non esiste solo lo spinello. E’ sbagliato criminalizzare solo lo spinello e non indicare bene la gravita’ di tutte le droghe”. Una presa di posizione chiara che mai c’era stata prima. Come le ispezioni dei Nas nelle scuole, per mettere insicurezza gli studenti da altri episodi killer.
L’allarme è reale e nazionale. L’arresto di dieci persone, tra cui tre studenti dell’istituto tecnico per geometri “Falcone e Borsellino” di Rossano (Cosenza), conferma questa emergenza nelle scuole italiane, scattata in seguito alla morte del quindicenne di Paderno Dugnano (MI), visto dai compagni mentre fumava uno spinello durante la ricreazione. I tre avrebbero confezionato e fumato spinelli in classe alla presenza di ignari professori, e uno di essi pare che abbia anche filmato la bravata con il proprio videofonino. Il ragazzo è morto in un battibaleno. Secondo le indagini pare che nei polmoni del giovane vi siano tracce di cocaina.
Per anni è stata comunicata una distinzione sbagliata e non corrispondente a nessun parametro tecnico. E così, per anni e anni, alcuni ragazzi hanno metabolizzato l’ equazione mortale secondo la quale “fumare uno spinello fa meno male di….”…una sigaretta, una birra, l’alcol. La droga per molti giovani è meglio di una società violenta, di una famiglia sballata, della fidanzata che ti molla, del professore che ti perseguita, della matematica che non entra in testa, della mamma che non ti capisce, di papà che non c’è mai, di quello strano impulso omosessuale, della paura di baciare…Insomma tutti i mali e anche le cose normali di una società difficile come la nostra. Poi ci sono le grandi frustrazioni da soffocare: il lavoro, il denaro, la fama. Contro tutto questo meglio un nirvana per trasmigrare altrove. La droga è questo e per questo rischia di diventare l’antidoto persino ‘cool’.
Il professor Silvio Garattini, tra i più illustri farmacologici italiani, ha spiegato bene come stanno le cose. Ha detto che si può parlare di droghe semmai diverse da altre, le quali però tutte procurano danni comunque gravissimi e irreversibili. E ha spiegato che quelle droghe che alcuni ritengono meno dannose di altre (dall’hashish alla coca a quelle sintetiche) procurano al cervello danni irreversibili. E la schizofrenia. Non c’è male peggiore. Quasi meglio morire.
Cosa dovrebbe dire la politica? Che lo spinello fumato dal ragazzo deceduto a Paderno Dugnano era uno spinello ‘anomalo’? Cioè preparato per stroncare una vita?
Questa è la droga, questa uccide.

Il ministro della salute Livia Turco.

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

ED E’ ANCORA SPORT

Dario Passaro


Devo ammettere di essere parecchio spossato ma guardando quella medaglietta che sembra tanto di cioccolato, sorrido un pò. Certo che mi rode essere arrivato terzo per due miseri punti, ma c’è da dire che il secondo se li è pienamente meritati. così si sono concluse le ennesime manifestazioni di sport di noi studenti con le gare di atletica. 1000 metri, i 100, salto in lungo, lancio del peso e, novità, tetrathlon. Ancora piovono soddisfazioni per la componente liceo che si aggiudica molti dei posti disponibili.
Tiriamo le somme allora! Una giornata di fatica, ma lontana dallo studio, un caldo pazzesco, ma con amici con cui soffrirlo e poi molte medaglie al collo dei miei compagni.
La famiglia Peneff spadroneggia nel tetrathlon del biennio femminile (Con Josephine) e di quello del triennio maschile (Con Janko). Irene nel lungo, Fede nel lancio, Annalisa nel tetrathlon triennio femminile, Chiara nei 1000, Lucry nei 1000 triennio e chissà quanti ancora ne ho scordati!
Tutto sommato, proprio niente male! Ma se sono riuscito a raggiungere il mio obiettivo di arrivare primo nel lungo, sono un poco sconsolato perché questa sarà (e da una parte lo spero vivamente) la mia ultima gara. Beh allora non mi resta che ringraziare tutti e il prof. Caldarelli che nonostante tutto almeno un pò ha creduto in me! Chissà mai che rimanga ancora la speranza del torneo di calcio…chissà…
Concludo allora ricordando che l’importante è partecipare, ma vincere è meglio!

DarIO

perche??

sono qua anche oggi. per l’ennesima volta. ormai penso proprio di non riuscire piu ad andare avanti. la mia vita e quasi una ruota che gira per forza dell’inerzia.. non so perche vado avanti. o meglio ho una vaga idea. e come se vivessi per una cosa che so di non poter mai raggiungere. quasi fossi una falena. ma il punto e che a volte quella luce che mi muove si eclissa. e ho solo voglia di farla finita. in uno dei tanti modi esistenti. non mi manchera nessuno penso. non rimpiangero niente. se non lei… la mia luce.. in realta penso che non rimpiangerei niente poiche una volta morti, al di fuori delle boiate del binomio paradiso\inferno, io ritengo non ci sia niente. e se la mia mente, la mia vita diventasse tutt’uno con il nulla, come potrei rimpiangere non essendo dotato di mente ed intelletto con cui rimpiangere? sarebbe quasi una soddisfazione. non pensare piu. non soffrire piu. non piangere piu. non sanguinare piu. e gia… le uniche certezze vere che posso affermare mi siano rimaste sono il sangue che mi scorre nelle vene e il dolore. nient’altro. “it feels bad to be alone… cryin’ by yourself livin’ in a broken home…” tanto per citare i Papa Roach. anche la famiglia e per me ormai un fantasma. per me i miei genitori non esistono piu. non voglio rivederli mai piu, ne semplicemente sentire la loro voce. e come se il mondo mi fosse crollato addosso. mi sento anche in colpa, perche so che facendo cio e scrivendo anche questo maledetto blog ferisco delle persone. come la mia migliore amica, che in questo spazio mi limitero a chiamare Kelly… lei capira… lei mi vuole bene. ma io non riesco a vivere con il suo affetto. non ce la faccio proprio. e mi arrabbio con me stesso anche per questo. perche so solo fare cazzate. non ho mai combinato niente in questa vita. alcuni di voi mi daranno del debole, mi insulteranno, si arrabbieranno perche in fondo ho degli amici che mi vogliono bene e quindi non dovrei essere cosi giu.. ma fate cio che volete. non mi importa. giudicatemi come volete. questo post serve come sfogo a me. non voglio dimostrare niente. non voglio compassione. non voglio pieta. voglio solo farvi sapere che anche nelle persone da cui meno ve lo aspettate si potrebbe nascondere un dolore insopportabile. magari lo stupido della classe… quello che se ne esce sempre con una battuta per far ridere i compagni… ma muore dentro. anzi… probabilmente e gia morto da molto tempo… concludo questo post nella stessa follia che lo ha caratterizzato per tutto lo svolgimento. a presto. riflettete. siete sicuri di dare il massimo a quelli che vi circondano? so che non e facile… ma cercate… voi che avete ancora della gioia racchiusa nel cuore e avete la forza di farlo… fatelo anche per me…

p.s. se sentite il bisogno di dire a qualcuno che gli volete bene, fatelo… perche ieri non tornera, e il domani potrebbe non arrivare…

ti amo…. per sempre tuo… anche nella morte…

DE AMORE

Com’è noto a tutti gli studenti del triennio, nella temutissima classe terza si affrontano alcuni dei colossi della letteratura italiana come Dante e Petrarca.
Quanti di noi hanno avuto un rapporto di “odi et amo” con questi due autori…eheh? Odiati durante le interrogazioni ma spesso amati per alcune peculiarità del loro stile o dei loro contenuti. Dante e la sua idea di amore etereo, un amore vissuto come qualcosa che innalza l’uomo spiritualmente (vedi Beatrice nella “Divina Commedia”)…e…Petrarca che a causa del suo dissidio interiore vive l’amore come un piacere terreno che lo avvicina al trascendente…hanno acceso una lampadina alla professoressa Longhi che ha proposto ai suoi studenti di terza di provare a scrivere delle poesie d’amore. Il risultato? 25 poesie tra cui alcune veramente belle e profonde!
Stamattina sono stati votati in classe dagli studenti i 3 componimenti migliori. Complimenti a Gabriele, Federica e Matteo.
I tre capolavori sono stati publicati sul blog di poesia del Calvino.

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

Sebben che siamo donne…

Ciao a tutti,
ieri sera chi c’era mi ha visto nei panni di un poverino che invocava invano quella dote nascosta che solo le donne hanno… =)
Adesso invece scrivo per raccontare questa favolosa esperienza lunga 6 mesi che mi ha portato su quel palco ieri: teatro è un’esperienza unica e favolosa, si conoscono un sacco di persone (e non solo il nome e il cognome, ma si impara a conoscere una persona in tutta sé stessa!) e si lavora sodo.
Sotto la direzione di Marco Pernich assistita da Barbara Gallo (la mia omonima!) tra noi del gruppo avanzato si è creato un feeling che andava ben oltre le 2 ore settimanali di laboratorio! E così è stato per il gruppo di base: è il lavoro, il duro lavoro, che ieri vi ha portati ad applaudire per i due spettacoli, a ridere quando c’era da ridere e a riflettere quando era il momento di farlo. 6 mesi di sacrifici, di duro lavoro e di concentrazione, che ci hanno portato al vostro apprezzamento di ieri sera; Marco Pernich proprio ieri ha citato una frase, se non sbaglio di Gaslini: “Il teatro è un atto d’amore, e l’amore si fa in due…”
Ieri voi ci avete restituito, con i vostri applausi, il nostro lavoro e il nostro sudore, e di questo vi ringrazio con tutto il cuore: un attore vive di questo, vive del pubblico che lo guarda e in lui si immedesima, oppure no, ma la cosa più grande per noi trenta e oltre ragazzi è stata vedervi lì, anziché sapervi a un bar o in un qualsiasi locale, ad assistere al nostro spettacolo…
In ultimo ma non per ultimo vorrei ringraziare altre due persone che come noi hanno lavorato sodo per la buona riuscita del nostro spettacolo: la professoressa Glorioso, la nostra supporter ufficiale, che ci ha assistito durante TUTTO il nostro lavoro, e senza dubbio Alessandro Berth che ha lavorato benissimo e che per sfortuna si è ammalato e non ha potuto condividere le vostre risate e i vostri applausi assieme a me e alle ragazze de “Sebben che siamo donne”.
Grazie di tutto a tutti: se tutto andrà bene quest’anno sarà il mio ultimo qui dentro, quindi esorto chi ieri era a scuola a tentare questa splendida esperienza.
Ciao a tutti
Valentino

welcome back!

Sei mesi…sei lunghissimi mesi di ansia e trepidazione…”Ne uscirà? non ne uscirà?”, “Quando, quando e come?”
E poi sì, il miracolo, la gioia aspettata con il cuore. Nonostante dal punto di vista medico ci fossero dei rischi, chi ha mai dubitato della forza di Simone?
Che spavento ci hai fatto prendere Simo! Ma ora, come si dice ai bambini, che la notte quando è ora di dormire hanno paura del buio o, magari, dopo aver fatto un incubo: “ E’ tutto passato”.
Questa volta però ad essere impauriti da questo buio improvviso, non erano degli innocenti bimbi ma tutti noi: dalla famiglia, agli amici più cari e a quelli che Simone lo conoscevano appena o nient’ affatto.
Per fortuna è giunta nuovamente la luce, la sua, quella che lui con la sua voglia di vivere, si porta appresso seminando gioia nei “campi” dei nostri cuori ingrigiti dal dubbio e dall’attesa, a rassicurarci e a dirci che “è tutto passato”…
Lui che, anche se non conosciuto da tutti, è diventato un simbolo e un esempio da seguire.
Mi chiedete perchè? A me che, con cinque anni di esperienza come soccorritore ne ho viste veramente di tutti i colori? Io rispondo “guardate Simone e capirete”. Ci si stupisce a volte quando la risposta ad un quesito apparentemente complesso come questo sia così semplice.
Sebbene ciò che sia accaduto ha lasciato dei segni su di lui (ma anche su di noi), non si è dato per vinto, ha continuato a lottare e, per fortuna, continua a farlo!
Oggi che è tornato da noi, ci ha potuto rischiarare con la sua aura e ci ha finalmente fatto dimenticare quei tristi pomeriggi trascorsi nella buia saletta della terapia intensiva, facendoci immaginare un “dopo”, quel dopo o meglio quel futuro che ora è certo e palpabile.
Ora, caro Simo, quel futuro e le mille avventure che ti aspettano potrai viverle con le persone che per tutto questo interminabile tempo hanno tifato per te.
Grazie di esserci e…BENTORNATO!

“Non è forte chi non cade mai, ma colui che cadendo si rialza”

Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.

alcuni docenti del Calvino insieme a Simone Cadau, sfondo di campo di girasoli su lavagna. by Marco Mordini

autogestione: perché no…

Dopo essermi consultato con dei colleghi di quinta, mi è giunta voce che qualche professore o professoressa utilizza la classe 5^C della quale faccio parte come esempio lodevole da seguire per tutte le classi, dal momento che non ha aderito all’autogestione.

Me ne sento personalmente lusingato, ma prima vorrei precisare le motivazioni della mia decisione:
1. andiamo in viaggio di istruzione a Vienna per quattro giorni la settimana dal 19 al 22 di febbraio;
2. festeggiamo il ritorno da Vienna con il ponte di Carnevale dal 23 al 25 di febbraio;
3. avendo noi la prof.ssa Gritti (o per meglio dire, avendo noi avuto tre cambi di professori in un quadrimestre) e sapendo che siamo ancora alla derivata seconda, quando, stando ai miei informatori, gli altri sono agli integrali, direi che perdere tempo faccia bene, ma che “ciurlar nel manico” non ci giova;
4. già l’anno scorso più dell’80% non ha partecipato all’autogestione;
5. il mio immediato futuro è dettato da dei dannati giorni di fine giugno che ci faranno uscire con un numero… determinato anche da una cosa chiamata “seconda prova” e stando ai risultati delle simulazioni la vedo grigia…
6. partecipare all’autogestione non è obbligatorio

Questa è la mia considerazione personale e chi si trova in classe con me può condividerla come rifiutarla.

Non condanno in alcun modo l’autogestione, ma ora come ora se devo decidere di fare 11 giorni di vacanza o se farne di meno… opto per la seconda.