Atatuk fu il generale turco durante il primo conflitto mondiale. La Turchia al termine della guerra fu occupata dall’Intesa, che si pose l’obiettivo di smantellare l’esercito ottomano: le condizioni imposte furono infatti durissime e prevedevano, fra le altre, la rinuncia alle province meridionali. Il sultano Maometto e i suoi ministri si sottomisero alla volontà dei vincitori; da questi si distinse Ataturk, che riuscì ad evitare la rovina del paese e ne ristabilì l’unità e l’indipendenza. Nel 1919 sconfisse i Greci, andando persino contro il proprio governo per salvaguardare il bene del proprio paese; a partire da quell’anno, c’erano sostanzialmente due poteri in Turchia: quello del sultano, che era sotto il controllo degli stranieri, e quello di Ataturk che aveva sede ad Ankara, dove si trovava il suo quartier generale. Nel 1920 con il trattato di Sèvres fu sancita la spartizione della Turchia: il conflitto fu inevitabile e portò ad una guerra civile e allo stesso tempo ad una d’indipendenza contro gli stranieri invasori.
Tre anni più tardi, nel 1923, venne cancellato il Trattato di Sèvres, la Turchia proclamata repubblica, Kemal ne divenne il presidente e la capitale trasferita ad Ankara. Il neo presidente iniziò con un programma riformatore: soppresse il sultanato, abolì il califfato e riuscì a rendere la Turchia un paese civile. Secondo Ataturk uno Stato civilizzato è innanzitutto uno Stato laico: per questo intendeva liberare la Turchia dall’Islam che considerava causa del ritardo della modernizzazione del paese. Per questo motivo, nel 1937 venne inserito il principio di laicità e si iniziò la laicizzazione della società e della cultura, si assicurò alle donne l’uguaglianza in materia ereditaria e nel 1934 esse ottennero il diritto di voto e molte entrarono in Parlamento. Il sistema educativo venne controllato dallo Stato, Ataturk sostituì i caratteri arabi con quelli latini e istituì il calendario gregoriano. Fu avviata una politica di industrializzazione per contrastare l’arretratezza economica; venne fondata quindi una Banca d’affari per sovvenzionare crediti alle imprese. Ciò però non aiutò la ripresa economica che subì un grave colpo col la crisi del 1929, imponendo quindi un cambiamento di strategia: venne adottata una politica mirata al protezionismo e al dirigismo. Grazie a questa politica messa in atto, la Turchia divenne meno dipendente dal punto di vista economico dalle altre potenze straniere.
Successivamente l’opposizione si organizzò in una rivolta che lui represse in modo brutale con una giustizia sommaria. Non si può quindi definire quale ruolo ebbe questa figura politica nella storia della Turchia: dittatore per la durezza e l’inflessibilità utilizzata nei confronti degli oppositori politici, democratico poichè non cercò di trasformare il suo paese in un regime simile a quello presente in Germania o Russia.