Il blog è una delle realtà più interessanti e dinamiche del nostro sito. Anzi: ha rappresentato l’elemento decisivo a nostro favore, quando abbiamo vinto il primo premio al concorso di “Porte aperte sul web”. Ci sono anche giunti, da visitatori occasionali, messaggi di riconoscimento per questo nostro luogo di discussione libera e aperta, in qualche modo “franco” rispetto alla tradizionale struttura burocratico-autoritaria della scuola.
Tuttavia, non si può utilizzare il blog per attacchi personali agli insegnanti, come è accaduto recentemente con la professoressa Siniscalchi. Non perché non si possano criticare gli insegnanti o il preside, anzi: credo che nessuno possa negare che la nostra scuola è trasparente e democratica, pur nel rispetto della diversità dei ruoli. Quindi non mancavano né i modi né i luoghi né le forme per parlarne, o in modo diretto all’insegnante o utilizzando la mia mediazione.
Peraltro, sarebbe stato anche più prudente: perché lanciare critiche pesanti (e soprattutto dubbi espliciti e illegittimi sulla professionalità di qualcuno) in uno spazio di comunicazione aperto al pubblico significa anche esporsi alla denuncia per diffamazione, di cui in questo caso mi sembra che ricorrano gli estremi.
Dal mio punto di vista, ho il dovere di tutelare sia la libertà di espressione dello studente sia, soprattutto, il prestigio professionale dei miei docenti, che costituisce il patrimonio più prezioso della nostra scuola e (insieme alla qualità degli studenti) il principale fattore del suo successo.
L’attacco personale alla Prof. Siniscalchi resta sul blog a dimostrare la nostra volontà di tenere aperto questo spazio di discussione senza ricorrere allo strumento della censura se non in casi estremi: ma esso costituisce soprattutto un esempio di ciò che non si deve fare se non si vuole far chiudere questo spazio di discussione.
La morale è sempre la solita: la libertà è garantita finché non se ne abusa e finché non si sollecitano nostalgie autoritarie; e la democrazia funziona se fra i soggetti si sviluppano il dibattito e la critica: non l’insulto o l’urlo sguaiato.
Tutti gli articoli di Marco Parma
A “MASTHA”
Un consiglio da preside: esci allo scoperto e di’ che cos’è che non va: in modo che Dario possa uscire dalle sue incertezze interpretative e soprattutto perché si possa, insieme, ancora migliorare, e perché la nostra scuola possa continuare ad essere la migliore.
MA SI’: ALLA FIN FINE AVETE FATTO BENE…
Mi sono un po’ emozionato – devo confessarlo – nel vedere le fotografie dei nostri studenti nei loro incontri con Provincia e Comune. Merito di uno spruzzo misteriosamente uscito da un estintore (che – preciso – non è affatto scoppiato).
Come preside di Rozzano, è dal mese di marzo 2002 che ho dimostrato alla Provincia, dati alla mano, la necessità di un consistente ampliamento del nostro edificio scolastico: sia per avere gli spazi che spettano ai ragazzi, sia per aggiungere, in un secondo tempo, altri nuovi indirizzi scolastici che consentano ai nostri giovani di completare gli studi superiori nel nostro territorio.
E sono anni che denuncio, altrettanto inascoltato, i disagi pesantissimi che subiscono ogni mattina i ragazzi che utilizzano precari e insufficienti mezzi pubblici per raggiungere la nostra scuola.
In questo lungo e faticoso lavoro mi sono spesso sentito solo e ho avuto la sensazione che queste cose interessassero solo a me: perché la gente (studenti, genitori, docenti) non faceva che lamentare il proprio disagio: per di più rivolgendosi a me, che ne sono evidentemente incolpevole. Tutto finiva lì e nessuno muoveva un dito.
Mi fa piacere che in questi giorni non sia stato così e di questo ringrazio gli studenti; tanto di cuore che, quasi quasi, mi verrebbe di dire che non si tratta di assenze ingiustificate: ma ovviamente, rientro nel mio ruolo e non lo dico.
NOTIZIE DA… ALTROVE
Dicono in tutte le regioni d’Italia: “Tutt’il mond’è’n paese”, oppure “Tutto il mondo è paese”, secondo una ventina di pronunce regionali differenti. E questo detto ti torna in mente in tutte le sue variabili dialettali, quando vedi che (dannazione) le scuole si somigliano tutte; e che i comportamenti dei docenti presentano ovunque la stessa gamma di variabili, grosso modo replicandosi uniformemente da luogo a luogo.
Oggi, prima della prova gli studenti del liceo *** s’accalcavano alle porte (un po’ pericolosamente) per sprintare verso gli ultimi banchi delle aule. Io ho aperto loro dicendo: “Chi entra per primo va al primo banco”. C’è stato un attimo di imbarazzo, ma poi la volata è scattata; come ogni anno, come dovunque.
In tutte le aule si è entrati vociando e sgomitando, salvo una.
Lì la professoressa occupava (senza troppa fatica) tutta la porta; aveva un foglietto in mano, con la famigerata “piantina della classe”. Si era preparata la miglior combinazione per ostacolare le copiature, inframmezzando fra loro i più bravi e i meno bravi. Mirabile.
Il foglio ministeriale diceva: “E’ consentito soltanto l’uso di calcolatrici non programmabili”. E che vuol dire esattamente “non programmabili”? Se n’è dedotto, in quella classe, “nessuna calcolatrice”. Amen. Siamo nell’era del computer, ma una calcolatrice fa paura.
Uscito di lì, sono passato alla classe di un vecchio professore, severo decano della matematica in quel liceo.
Lì ognuno aveva la sua brava (e bella) calcolatrice scientifica; e su un banco il professore aveva lasciato una copia del tradizionale “Dodero-Baroncini”. Chi ne aveva bisogno si alzava e lo sfogliava liberamente. “Non serve – ha detto il professore – come non servono le calcolatrici; ma dà sicurezza”.
Appunto.
FORMULARI, ILLUSIONI E UN ADDIO
Ragazzi, il formulario di matematica è come la coperta di Linus: tiene caldo, e basta. Guai a chi si illude di poterne fare il talismano della perfetta seconda prova: dove peraltro, attenzione attenzione, ciò che si può utilizzare è specificato in calce al testo della prova stessa. Quindi, se c’è scritto sul foglio che vien da Roma “i candidati possono utilizzare…”, si usano i formulari; se no, no, e non c’è né Strati né Guerra che tenga.
Analogamente, nella terza prova decide la commissione: per cui, se è ammesso (che so) il vocabolario di inglese monolingue non si può usare il bilingue… eccetera.
Ma mi chiedo: chi, e perché, pone divieti a priori? Qual è il senso del mandare a memoria, ad esempio, le formule di postaferesi? Io all’esame di maturità le avevo avvolte nel fazzoletto da naso (e lì, per fortuna, sono rimaste). Forse c’è qualcuno a cui piace complicare inutilmente la vita; o che, semplicemente, non ha ancora capito che oggi la cultura non è mandare a memoria, ma saper utilizzare le informazioni giuste al momento giusto e nel modo giusto. E che non ha capito che il compito del docente non è far ripetere nozioni, ma far risolvere problemi in modo originale.
“Never mind”: lasciamo da parte i formulari e, tramite il “blog”, fatemi rinnovare il mio saluto affettuoso e il mio augurio di ogni bene e di pienezza di vita, non solo di felicità. Non date troppa importanza ai centesimi che usciranno sul tabellone, ma a quello che siete riusciti a essere o diventare in questi anni. Nella vita il voto, cioè il giudizio degli altri, nella scuola quanto all’università oppure nel lavoro, non è mai una misura attendibile di voi. E’, invece, una misura che coglie la vostra adeguatezza a un modello predefinito che (ve lo siete mai chiesto?) potrebbe anche essere non bello né positivo.
Non vi siete mai chiesti, ad esempio, se il voto non vi dice soltanto se siete “fit” o “unfit” al modello di studente nostalgicamente ricercato dalla scuola autoritaria e selettiva?
E’ sempre un’ottima regola di vita quella di scrollarsi di dosso qualsiasi giudizio, appena lo si è preso. Dimenticare i giudizi positivi serve a mantenere la modestia dei grandi e a non indulgere alla stupidità della vanagloria; distogliersi dai giudizi negativi serve a riprendere coraggio, ad andare avanti e a ritentare.
Soprattutto, non ci sarà mai misura che possa esprimere l’irripetibile complessità e l’infinità del vostro mondo interiore. Saba (a proposito, perché lo temete?), in mezzo ai fischi e ai lazzi di chi derideva la sua poesia, sentiva “un’intima voce dir(gli) bravo”. Quell’intima voce lo ha aiutato ad andare avanti e a darci pagine bellissime. Ed è quell’intima voce che dovete ascoltare, per vivere da giusti e camminare a testa alta: con l’aiuto di Dio e di chi vi sarà vicino e compagno nella splendida e difficile avventura della vita.
FINE ANNO, TEMPO DI SALUTI
Fine anno, tempo di saluti.
Tanto per cominciare, agli studenti: che, siccome suole, cominciano a spargere lacrime di nostalgia anche sul blog.
La prima cosa che dico loro è: piantatela, lasciate la nostalgia ai vecchi e pensate a sciare la neve fresca che avete davanti.
La seconda è che questa “leva” mi è particolarmente cara, perché ha cominciato a lavorare in questa scuola insieme a me, cinque anni fa. Una vita!
Mi fa comunque piacere sapere che il tempo è trascorso in serenità e in allegria. Per imparare non è certo obbligatorio soffrire e angosciarsi in un ambiente plumbeo e ostile. Perciò, se siamo riusciti a farvi star bene, cari studenti, ne sono particolarmente felice, perchè il vostro benessere è la prima delle mie preoccupazioni.
Quanto agli esami, non facciamone un dramma. Se abbiamo studiato andranno bene; se non abbiamo studiato… speriamo che i santi riescano a provvedere.
Subito dopo, bisogna salutare tutti coloro che (come gli studenti) nel prossimo settembre non ricominceranno perché han deciso di andare in pensione: le professoresse Maria Filomena Pascali (vicepreside, per cinque anni mio braccio destro, mia collaboratrice illuminata e preziosa), Cristina Scarazzato e Maria Lucrezia Cotroneo; la collaboratrice scolastica Franca De Benedictis.
Non voglio aggiungere altre parole di saluto a quelle che ho già detto e scritto. Aggiungo solo che il ricambio generazionale è fisiologico e naturale, nella scuola come nella vita: ma, per contro, ogni partenza ci fa perdere irrimediabilmente qualcosa. Perché vien meno una cara consuetidine di vicinanza quotidiana, di stima reciproca e (perché no?) anche di affetto.
Ho anche salutato, nell’ultimo collegio, coloro che hanno lavorato bene e con impegno da noi, pur senza avere la certezza di poter continuare, perché nominati anno per anno. Spero che presto possano raggiungere la stabilità e la continuità che desiderano (e che anche noi desideriamo): e soprattutto che possano restare con noi l’annoventuro.
Per finire, vorrei “allargarmi” e fare come il direttore d’orchestra che, alla fine del concerto, chiama ad alzarsi e a ricevere l’applauso i solisti che hanno sostenuto le parti più difficili.
Sembra che dimentichiamo troppo spesso, infatti, che ogni anno nella scuola entrano persone che vi portano qualcosa di nuovo e vi lasciano una traccia importante, la traccia della loro forte personalità di insegnanti e di educatori: siano essi di personalità matura, o giovani di solida competenza e grande passione.
Di solito non li si cita, questi “professori dell’anno” per non far torto a quei “vecchi” che continuano il loro lavoro di alto livello e sarebbero, magari, un filo gelosi se non si vedessero citare.
Lasciamo, invece, questa volta, che gli anziani soffrano un poco, se proprio vogliono: e non facciamoci scrupolo di nominare le “new entries” Gabriella Brutto, Ivana Fusaro, Roberta Granata, Gabriella Menarini, Lidia Olivieri e Antonella Romano, per ringraziarle in modo particolare di aver lavorato così bene quest’anno con noi. Sperando che possano e vogliano continuare.
LACRIME DI COCCODRILLO
Il nuovo numero della “CURIERA” fa nascere in me istinti censori, ma resisto: anche se in questo caso il costo del “protagonismo degli studenti” è veramente spropositato.
Mi soffermo soltanto sui due immancabili articoli sull’autogestione: il primo, meno insolito, versa le solite lacrime di coccodrillo per il comportamento dei compagni.
E mi fa arrabbiare, perché tutti gli anni predico nel deserto: perché bisogna svilire l’importanza di un diritto di partecipazione usandolo male? Perché, se il massimo dei giorni consecutivi è quattro, bisogna per forza farli tutti, per di più improvvisando, senza contenuti, senza programma e senza risultati?
Il secondo articolo sull’autogestione, invece, garrulo e felice, traccia un quadro inquietante del “gruppo sesso”: non certo perché si siano fatte grandi scoperte (del resto ormai impossibili, dopo migliaia di anni di infaticabile esercizio a tutte le latitudini) ma per la volgarità e l’indelicatezza dell’approccio. Non sono certo l’unico a pensarla così.
E non sono nemmeno l’unico a pensare che le ore di scuola non possano essere legittimamente impiegate in attività tanto povere di contenuti quanto ricche di provocazioni gratuite, di tentativi di intrusione indelicata nella sfera privata delle persone, che non sono certo tenute a dichiarare in pubblico se sono vergini o no, su sollecitazione di “capigruppo” che dimenticano un vecchio e popolare adagio: tanto più se ne parla, quanto meno se ne fa.
Dopo aver visto i servizi d’ordine penare e soffrire per buttare la gente nelle aule, (dove peraltro non si faceva niente se non bivaccare senza costrutto), dico con assoluta chiarezza che così non mi sta più bene.
Preparatevi dunque, cari studenti, perché ci sarà da discuterne: dalla ripresa del confronto uscirà, spero, qualcosa di nuovo.
“NEWS” DALLA PRESIDENZA: PSEUDOINTERVISTA D’INIZIO D’ANNO
Come “apre” quest’anno scolastico, preside? In modo ottimale, direi, almeno per quanto riguarda gli aspetti organizzativi. I “buchi” in organico sono pochissimi, banchi e sedie ci sono. Siamo perfettamente pronti a partire e raccogliamo i frutti del nostro lavoro estivo: mio, dei docenti collaboratori, del personale di segreteria.
Dunque non ci saranno difficoltà…
É presto per dirlo: volevo solo sottolineare che abbiamo fatto di tutto per prevenirle. Quest’anno la situazione è più complessa che negli anni scorsi, perché avremo una succursale (pur piccola) da gestire, a Rozzano in viale Liguria.
Saluto alle colleghe Tramontano e Nicoletti
Grande commozione in auditorium, il 15 giugno, al termine del collegio dei docenti, per il saluto a due stimatissime colleghe di Noverasco che vanno in pensione.
Si tratta di:
– Daniela Nicoletti, docente di lettere con più di vent’anni di lavoro a Noverasco, sempre inappuntabile, sollecita, precisa, rigorosa. Ha lavorato moltissimo, negli ultimi anni, a sostegno dei ragazzi in difficoltà, per rimotivarli, aiutarli e riorientarli, e lascia al proprio successore un’eredità assai difficile;
– Antonietta Tramontano, collaboratrice scolastica, che è stata così tanto innamorata della scuola e dei ragazzi che ha deciso di posticipare di un anno il proprio pensionamento per limiti di età. E’ stata e (giura) continuerà ad essere, anche in pensione, l’anima della bella squadra dei collaboratori scolastici di Noverasco.
A entrambe il preside ha rivolto un saluto commosso e sinceramente affettuoso, sottolineato dalla vivace approvazione dei presenti.
Il maggio del Calvino
Rozzano, 21 maggio 2005
Con il concerto di ieri sera, salutato da un grande e meritato successo di pubblico, si è conclusa la lunga serie di manifestazioni primaverili organizzate dal nostro istituto.
Abbiamo iniziato l’8 aprile con gli spettacoli saggio dei due gruppi di teatro guidati da Maria Camilla Glorioso e dal regista Marco Pernich con la consueta maestrìa; la sera del 5 maggio, nell’ambito della manifestazione cittadina “Scienza under 18”, è andata in scena la pièce dal titolo Il teorema di Mr. Black e di Herr Decker: matematica anche di notte, che ha aperto la nuova via del “teatro scientifico” e ha visto in scena i ragazzi di 3C del Liceo insieme alla loro professoressa di matematica, Marina Ascari.
Dal 13 al 15 maggio, a Noverasco, si è sviluppato il lungo week-end Di fiore in fiore, nell’ambito della manifestazione regionale della Confederazione Italiana Agricoltori Per corti e cascine.
Venerdì 13 abbiamo aperto con il convergno-seminario dal titolo La sostenibilità delle produzioni agricole tra utopia e realtà, che la scuola ha organizzato in collaborazione con la Provincia di Milano e con il Parco Agricolo Sud Milano. Ne sono stati protagonisti, tra gli altri, l’Assessore Provinciale all’Ambiente Bruna Brembilla e Francesco Argeri, Sindaco di Pieve Emanuele e presidente della conferenza dei sindaci dei comuni del Parco Sud.
Dal confronto fra i politici locali, gli esperti, le associazioni degli agricoltori e la scuola sono emerse interessantissime prospettive di collaborazione e di valorizzazione del ruolo e del protagonismo della nostra sezione agraria nell’ambito dell’attività del Parco Sud.
Fuori programma e gradita sorpresa, vi è stato l’intervento dell’Onorevole Valentina Aprea, sottosegretario al M.I.U.R., che ha aggiornato i convenuti sul ruolo dell’istruzione agraria nell’ambito della riforma del ciclo secondario.
Il seminario è stato chiuso con un tuffo nel passato della cascina lombarda: gli studenti della 5A dell’Istituto Agrario, guidati dalla prof.ssa Giulia Terzaghi, hanno letto toccanti testimonianze di anziani contadini, mentre sullo schermo scorrevano preziose foto d’epoca.
La giornata di sabato 14 maggio è stata aperta dalle consuete competizioni sportive interne (“triangolare” di calcio e gare di atletica leggera), cui hanno partecipato gli studenti di tutte le sezioni associate dell’istituto.
Più tardi, sono state presentate le attività svolte dai ragazzi nell’ambito del progetto Vecchie e nuove schiavitù, promosso da Coop Lombardia. All’iniziativa hanno partecipato, per la nostra scuola, le classi del Prof. Moreno Bonacci e della Prof. Daniela Nicoletti, con approfondimenti, mostre fotografiche e prodotti multimediali.
I loro lavori sono stati illustrati in presenza degli Assessori alla Pubblica Istruzione Paolo Festa, del Comune di Pieve Emanuele, e Riccardo Borghi, del Comune di Opera. Erano inoltre presenti Renato Cipolla, per Coop Lombardia e Valeria Malvicini della Cooperativa “Pandora”, che ha curato le attività di animazione e sensibilizzazione nelle classi.
A pranzo, abbiamo avuto come graditi ospiti, fra gli altri, i colleghi referenti per l’orientamento delle scuole medie di Lacchiarella (Prof.ssa Acquarone), “Luini-Falcone” di Rozzano (Proff. Notaroberto e Rogolino, Prof.ssa Rognoni), “Curiel” di Rozzano (Prof.sse Maestri e Renna), “Vivaldi” di Pieve Emanuele (Prof.ssa Pavanetto).
La giornata è stata arricchita da numerose altre iniziative: nel laboratorio di chimica i visitatori potevano far analizzare gratuitamente i propri campioni di olio e di vino; all’interno della scuola era allestita una bella mostra di vecchi attrezzi e macchine agricole e alcuni artisti locali vi esponevano le loro opere; all’aperto, era possibile acquistare i prodotti della nostra azienda orticola e vivaistica, oltre a quelli degli espositori da noi invitati alla tradizionale mostra-mercato di prodotti di agricoltura biologica.
Si sono svolte visite guidate alla Cascina Mirasole e al Parco di Tolcinasco, in cui la scuola cura un frutteto tematico di varietà rare e sconosciute al mercato.
Domenica 15 maggio la scuola è rimasta aperta al pubblico ed è stata visitata dal Sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti e dall’Assessore Provinciale all’agricoltura Luigi Vimercati.
Il concerto andato in scena la sera del 20 maggio ha dato visibilità ai ricchi talenti musicali dei nostri studenti e all’attività del coro di istituto.
Quest’ultimo si è arricchito di numerosi, validi elementi e promette assai bene per il futuro: il Maestro Francesco Girardi ci preannuncia importanti sorprese.
La qualità di tutte le esibizioni della serata è stata sottolineata dalla viva approvazione del pubblico, numeroso e spesso anche commosso, per la piena soddisfazione dei docenti organizzatori, Rosa Di Somma e Marco Pigni, nonché della Prof.ssa Maria Luisa Franchi, animatrice del coro e di tutte le attività di cultura ed educazione musicale dell’istituto.
Particolarmente interessante l’esordio degli studenti del corso serale per ragionieri istituito quest’anno, che, guidati dalla Prof.ssa Daniela Ferraro, si sono cimentati nella lettura di quattro celebri poesie d’amore.
Marco Parma
Il coro del Calvino diretto dal maestro Girardi