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Un’altra intervista a Socrate.

Prof. ha visto? Mi sono ricordata di pubblicare l’intervista, alla fine ho deciso di non modificarla, sebbene sia breve (effettivamente l’avevo scritta in 40 minuti o poco meno), modificandola avrebbe perso buona parte del significato che avevo deciso di darle inizialmente, almeno credo.

Milano, fredda in questa stagione, sicuramente più dell’Atene tanto cara a Socrate che, probabilmente a causa del disorientamento, è in ritardo.
Non pensavo avrebbe accettato un’intervista per Vanity Fair, anche se, pensandoci bene, è un uomo che ama parlare, quindi la mia sorpresa non è giustificata. Bene, eccolo.

I: “Buongiorno”

S: “Buongiorno, mi scusi il ritardo”

I: “Non c’è problema, immagino si sia perso”

S: “No, assolutamente, mentre ero in metropolitana mi sono attardato a parlare con un uomo seduto in terra, mi incuriosiva sapere come mai non fosse seduto sui seggiolini come tutti gli altri”

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