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Concerto di primavera

I più vivi complimenti del Preside, dei prof Longhi, Glorioso, Di Somma e miei  a chi ha collaborato a vario titolo alla riuscita dello spettacolo di ieri sera.

Bravi gli esecutori di musica classica( hanno arricchito di cultura e tradizione i presenti e la scuola). Bravi i musicisti delle bands ( competenti, preparati, misurati). Brave e bravi i coristi ( mai raggiunto un tale livello). Bravi i presentatori(puntuali e spigliati). Bravi i professionisti (il maestro Girardi e i suoi musicisti,i  tecnici del suono e delle luci), brave le docenti del progetto( pazienti, dinamiche, positive)bravo il personale amministrativo e tecnico(lavoro nascosto ma indispensabile).

Cari studenti, i prof che hanno condiviso con voi il lungo pomeriggio e la serata si sono goduti  una giornata di entusiasmo che valeva la pena vivere.

Marco Pigni

Concerto di Primavera

Un grosso applauso a tutti gli strumentisti, cantantie presentatori che ieri sera ci hanno donato
un evento musicale di vera qualità. Bravi!
Un grazie sincero a Luca, papà Cirio e Cavaliere per il loro insostituibile sound engineering che mai aveva raggiunto un simile livello.
Grande maestro Girardi e coro!
Grazie al Preside per le delicate sottolineature sulla bravura
dei musicisti.
Proff. Rosa Di Somma e Marco Pigni

Sul colle.

In un giorno di pausa dell’esame di stato, mi trovo a passare da Custoza, Verona, sulla strada per Milano.
Vigneti e cipressi nel sole ardente. Intravedo sulla destra l’obelisco sul colle.
Entro a piedi nello spiazzo con ghiaia (Zona Sacra) e scendo nel basamento dell’obelisco. Fresco e ombra. Sgomento.
Scaffali coi resti di antichi soldati. Proprio qui (“Onore ai forti che caddero su questi campi, 1848-1866” recita una lapide) vissero il loro ultimo giorno migliaia di giovani piemontesi, lombardi, veneti, trentini, austriaci, tedeschi, ungheresi, cechi e polacchi. Vittime ed eroi dell’eterna guerra civile europea. Ciò che si vede sulle mensole
ha nome e cognome e, come dicono gli ebrei, un uomo è nel suo nome.
Torno all’auto colpito. Voci venete si rincorrono nei vigneti. Profumo di fiori e canto di grilli.

La semiretta

La scomparsa di Giogiò lascia in noi insegnanti un turbamento indefinibile. Non pochi a scuola speravano, conoscendola, se non una vittoria, almeno in un’accettabile compromesso con la
malattia.
Chi più di lei poteva farcela, con la grinta e la determinazione di cui era capace?
Ci ha sorpresi anni fa accennando ai primi segni del male con quella sua capacità di sdrammatizzare.
Il precipitare della situazione in questi giorni ha sorpreso di nuovo chi di noi scommetteva sulla sua prodigiosa forza vitale.

Ci mancheranno i suoi modi aperti e leali, il suo pensiero costante a ognuno dei figli, la sua passione per lo sport, la vita sana e semplice.
Ci mancherà il suo entusiasmo di insegnare le sue materie con quella contagiosa convinzione che fossero così accessibili.
Ci resta il ricordo di onesti e animati confronti, di giorni pieni di sole alla fine degli esami e di successivi segnati dall’angoscia.

Le dobbiamo riconoscenza per averci insegnato la lezione più difficile della vita, quella di continuare a vivere e soffrire a testa alta, con dignità, accettando con coraggio la sorte.

Chi crede, sa che lei continuerà, nella pace ma con l’energia solita, il cammino lungo la semiretta che tende all’infinito.

WIEN, WIEN, NUR DU ALLEIN

Bella e austera, la capitale dell’Austria ci si è presentata con un sole sobrio come il suo carattere.

Il duomo
Haas Haus

Una visita al duomo, poi due passi nelle vie medievali retrostanti e di seguito alla Cripta dei Cappuccini tra i sepolcri degli Asburgo.
Vivo interesse ha suscitato il museo dell’imperatrice Sissi alla Alte Hofburg, la residenza imperiale.

Piazza Maria Teresa

Pranzo libero con Wiener Schnitzel, wurstel o Sachertorte, poi da Klimt al palazzo della Secession, perla del Wiener Jugendstil ed infine alla Haus der Musik dove l’ineffabile Roberto di 5C ha estasiato i presenti con una sonata di Mozart.

Schoenbrunn: la Gloriette

Il giorno seguente è stata la volta del castello di Schoenbrunn e della galleria d’arte al Belvedere, la residenza del Principe Eugenio di Savoia.

Schloss Belvedere

Serata primo Novecento per la 5B

lampione sulla Ringstrasse

all’elegante Caffé Griensteidl in Michaelerplatz tra mélange e cioccolata con panna (più regolare bicchiere d’acqua).

Mélange al Griensteidl
La Rathaus

Eleganza, misura e tradizione, palazzi meravigliosi e pulizia, questo il ricordo di Vienna, una meravigliosa signora che diventa ancor più affascinante di sera,

Il duomo di sera

quando lampioni e lanterne

Lanterna in Am Hof

illuminano con discrezione piazze e vie.

Down there at Grafton’s

Come tutti sanno, da Grafton’s, il saloon bar di Cheyenne town, si va a mangiare la pizza.
Il menu pizze ha 5 pagine fitte. Persino la Pizza alla Fletcher.

Luca Cirio davanti alla carbonara

Quando però viene in città un plain homesteader come Luca, cade il silenzio tra gli avventori, anche il piano tace. Si ode solo la sua voce ordinare a Miss Grafton, tra lo sconcerto dei rudi uomini della frontiera: “una carbonara!”.

Ancora la carbonara

LAGGIU’ DOVE VOLANO LE PARTICELLE

Le bateau

Ginevra, 1 giugno.
Le glorie del liceo, le tre quinte ABC sono qui, a Genève, Suisse.
Hanno al loro attivo più di centocinquanta verifiche scritte e oltre centottanta colloqui orali in cinque lievi anni. Da brivido. Sono il prodotto di un paziente lavoro di affinamento e i loro straziati docenti li stanno per consegnare con le lacrime agli occhi in voraci mani accademiche.

Ce li godiamo per l’ultima uscita didattica naivemente incantati nel Jardin Anglais
davanti all’horloge fleurie de 4 mètres de diamètre, poi ce li mangiamo con gli occhi mentre mettono soavemente a ferro e fuoco un chiosco di souvenir lungo la Promenade du Lac.
Non capisco questa inopportuna mania di souvenir.

Li portiamo graziosamente nell’elegante città di Calvin e Rousseau e li troviamo col naso schiacciato sulle vetrine degli orologiai di lusso sull’angolo del Pont du Mont-Blanc.

 

Tacciamo su quello che ci è toccato vedere davanti alla chocolaterie qualche passo più avanti in Rue du Mont Blanc. Incantevolmente provinciali.
Il peggio doveva ancora venire. Ci giriamo e non li vediamo più. Scrutiamo tra le vetrine dei Rolex, poi oltre la Holy Trinity Church, niente. Ah, ecco la filiale locale del noto ristorantedicibolveloce.
Primo piano. Eccoli che bisbocciano smodatamente come una truppa di lanzi. Almeno
date al prof la cifra per la tastiera dell’ingresso al bagno!
* * *

Nel primo pomeriggio siamo al CERN. Qui non si scherza più. Ancora souvenir alla reception!
Vinta con le baionette la scontata resistenza dei meno motivati, ci caliamo con gli scienziati-guida, a centometrisottoterra, nelle viscere d’Helvetia. Ronzìo di ventole e luci al neon. Quaggiù, in interminabili condotte, corrono vorticosamente e si scontrano riluttanti particelle di materia e antimateria.

Sono giustamente rapiti i maturandi. Non si aspettavano dal Calvino questo dulcisinfundo.
Qui si studia il bigbang, non il bigben.

Parterre

Tra tanti edificanti conferenze su muoni, fotoni e protoni, scruto, dietro l’angolo di una barriera di austeri armadi metallici (ma perché gli scienziati adorano freudianamente gli armadi metallici?), ciò che può rendere ancor più pregnante questo tuffo nel sublime della scienza: la macchinetta in euro delle merendine.