L. Missi
Tutti gli articoli di Leo Missi
Parliamone…*vale3msc*
Ciao, neanche io ti conosco né so chi tu sia, apprezzo il tuo consiglio ma nel frattempo ti spiego una cosa: fortunatamente ognuno vive la vita a modo proprio, e sa cosa è giusto o meno, dire e pensare. Senza che nessuno glielo dica. Polemizzare anche se ironicamente, come nel mio caso, è un modo per interloquire, parlare! Quindi io penso che finché c’è qualcuno che in questo blog vuole esprimere il proprio modo di pensare e di essere, il blog stesso avrà motivo d’esistere, viceversa il blog per definizione (diario in rete, è la contrazione di web log, ovvero “traccia su rete”) diventerebbe fine a se stesso e inutile. Quindi io punterei più sul sollecitare compagni, e non, a scrivere un po’ di più, che a suggerire come scrivere, ma questa è una mia opinione.
L. Missi
Sotto Natale…
Tra poco è Natale, gli animi sono intrisi di iperglicemiche sdolcinatezze, frasi da baci Perugina, smielati auguri, dolci speranze, candidi sogni, soffici abbracci, calde parole. Ancora un paio di giorni in questo clima e divento diabetico. Avrei un piccolo suggerimento: se invece di concentrare questi nobili comportamenti nei quindici giorni prenatalizi, a rischio di coma diabetico, si spalmassero durante tutto l’anno forse tutti potrebbero rendere intimi questi nobili atteggiamenti. Ma qualcuno che persino sotto Natale è acido come un limone cosparso di soda caustica c’è. Persino il nostro dirigente scolastico di solito stitico nelle sue manifestazioni d’affetto, in questo Natale si è addolcito. sarà merito dell’assegno da 1.750.000 euro? Beh insomma, quest’anno Babbo Natale è stato generoso. Ormai cari amici anche il nostro Parma è D.O.P. (dirigente d’origine protetta) però con l’assegnone in mano è meglio che sia anche un po’ D.O.C.(dirigente d’ovunque controllato).
Un buon Natale e un augurio speciale per l’anno venturo, sperando che i buoni propositi non ripudino le vostre anime una volta digeriti zamponi e pandori. Oddio sono stato contagiato dalla glucosiomania, corro in farmacia, mi ci vorrà una flebo di insulina.
L. Missi
NON UCCIDIAMO LA LIBERTA’
Sfogliando le pagine del mio vocabolario l’occhio mi cade sulla parola “censùra” che così la definisce:
presso gli antichi Romani, l’ufficio del censore e la sua durata
intervento di un’autorità istituita dallo Stato, con il quale si cerca di impedire la diffusione di principi o di esempi ritenuti lesivi della pubblica moralità o pericolosi per l’ordine costituito; in passato, tale intervento si esercitò su tutte le manifestazioni del pensiero e dell’arte (stampa, libri, spettacoli); oggi, nei paesi democratici, si limita al controllo della produzione cinematografica
est. disapprovazione, critica.
Invito a leggerne la definizione e a fare una profonda riflessione.
L. Missi
“Che siccome che sono cecato”
Caro prof. Paganini, facendo, mio malgrado, anche io parte degli ipovedenti ho prontamente provveduto ad eliminare il disagio della scrittura in corsivo. Ovviamente mi auguro che le mie considerazioni presenti e future colpiscano per i contenuti più che per le forme. In futuro quando vede un corsivo mi chiami! quattrocchi io e quattrocchi lei sono otto, qualcosa vedremo.
Ribadisco: “Homo homini lupus”
Vedi Dario sebbene possiamo entrambi concordare sulla pluralità che si può avere nella considerazione della vita, credo che esistano alcuni principi che diventano fattore comune per qualsiasi concezione della vita stessa. Come ben dicevi, ognuno, posti i suoi ideali, o la propria passività, traccia una linea guida che seguirà per tutta o per parte della propria esistenza, il cosiddetto stile di vita. La conquista della propria vita da parte dell’umanità in tutte le gerarchie è stato un passo importante raggiunto faticosamente con controverse ed innumerevoli vicissitudini, che sarebbe banale e superfluo elencare, quindi la conquista ella libertà ha avuto ed ha tuttora un’inestimabile valore. La vita è quindi stata spesso oggetto di potere, nel senso che il potere spesso si è basato sull’usurpazione e la mortificazione della vita altrui, e un po’ mi duole parlare al passato visto che ancora oggi in molti casi ,ancora troppi, è così. Detto questo rimango fermo sulla mia posizione ritenendo che la vita non possa essere oggetto di speculazione o di proprietà, è un bene troppo caro per poter considerarla un oggetto. Rispetto le molteplici sfaccettature della mente umana e nelle sue concezioni della stessa, ma ribadisco che l’uomo deve avere dei limiti, semplici ma ben marcati. Certo, ognuno può disporre delle propria esistenza come meglio crede, ma nel rispetto di tutti, perché vedi, in democrazia e nella libera espressione dei popoli l’Io a tratti scompare per lasciare lo spazio al Noi.
L. Missi
Vivere…
La parola vita, quante e quante volte ci siamo soffermati a riflettere sul significato di questa parola. Credo che mai nessuno sia riuscito e riuscirà ad espletare completamente il suo intimo significato. Nel nostro paese spesso ci troviamo a discutere dei piaceri che la vita porta con sé e dai quali ogni giorno traiamo beneficio, ma spesso la parola vita assume significati e valori diversi in altri posti e in altri mondi. Oggi noi spesso, ma non sempre, diamo alla vita, purtroppo, un significato troppo labile, e spesso la consideriamo come un fenomeno effimero e quindi giorno per giorno pensiamo a godercela come fosse l’ultimo. Ciò porta quindi a dare valore a cose inutili. C’è chi dice che la vita sia una fiammella tra due oscurità, c’è chi pensa che siamo un disegno di Dio nati e vivi grazie alla sua passione, c’è chi invece dice che siamo figli della scienza e c’è chi è morto dentro, e queste domande non se le pone. Vivere quindi è il mistero più complesso e attanagliante che ci perseguita e in conseguenza di ciò spesso non ci accorgiamo che mentre noi facciamo eminenti pensieri sul vivere, altre persone, in altri luoghi del mondo fanno riflessioni molto meno elevate su cosa voglia dire sopravvivere, e in alcuni casi l’unica speranza è quella di non accorgersi della morte, che rimane l’unica infame verità. Per questo la vita è un dono su cui non si può giocare. L’umanità ha il diritto alla vita ? tanto duramente conquistato e annoverato tra i diritti inalienabili ? ma non deve avere il diritto alla morte, non tutto può essere proprietà, e non tutto può essere un oggetto su cui esercitare diritti. L’uomo deve dare a sé stesso dei limiti, perché esso non è divino, e la vita è un mistero che non può essere manipolato. Spesso, in passato, l’uomo a cercato di sostituirsi a Dio, e la storia ci insegna che in quei momenti le peggiori catastrofi gli si sono ritorte contro, perché l’uomo vuole il potere e non sempre il potere è sinonimo di bene.
L. Missi
Troppa ipocrisia
Viviamo in un mondo, o meglio dire, in una circostanza di assoluta falsità nella quale menzogna e sottorifugi sono all’ordine del giorno. Fa rabbia vedere che gli sforzi e la fatica oggi non premiano più come succedeva una volta. Molto spesso ci si nasconde dietro ai giovani, si parla di nuova generazione spenta, molliccia, irresponsabile. Troppo facile scaricare il peso e la colpa sulle nuove generazioni, anche perché queste ultime spesso non fanno che ereditare usi e malcostumi delle precedenti. La verità è che il futuro non è roseo, c’è una visione drastica del futuro del nostro paese, anzi forse leggermente ottimistica rispetto alla realtà della situazione, troppa demagogia, la gente vuole sapere in parole povere, forse banali ma efficaci, che cosa aspetta a questo paese, a questa generazione. Se solo si cercasse di essere meno idealisti e più pragmatici qualche miglioria si potrebbe portare a quel futuro fatiscente che ci attende. Fatica, sforzi e sacrifici sono e saranno inutili, perché ci addentriamo giorno per giorno in un mondo precario nel quale le sicurezze sono poche e poco gradevoli. Pessimista?! No, realista, purtroppo.
L. Missi
Liberi dentro
Torna a far parlare di se monsignor Milingo, dopo l’ennesima ribellione parte la scomunica da parte del Vaticano. Infatti pochi giorni fa l’esorcista scatenato avrebbe nominato a Washington 4 sacerdoti sposati. Non è il primo colpo di testa di Milingo, evidentemente l’esilio a Zagarolo, alle porte di Roma, non gli ha fatto dimenticare Maria Sung agopunturista sposata qualche anno fa secondo il rito del reverendo Moon, alla quale era stato stappato dal vaticano, ma dalla quale è ritornato nello scorso maggio. A quanto pare il monsignore più godereccio del vaticano ha ceduto alla vera fede, la fede dell’amore.
Il sonetto imperfetto
questa poesia l’ho scritta pensando che potesse adattarsi nella vita di tutti, perché penso che chiunque si troverà o già si sia trovato in una situazione psichica o sentimentale simile a quella che si può estrapolare da questo sonetto imperfetto, così intitolato perché chi se ne intende noterà subito che i versi non fanno completamente fede alla metrica del sonetto.
Leo Missi
Mai quant’ora ebbi ‘l desio immane
Mai quant’ora ebbi ?l desio immane
di chi senza speranza vi rimane,
di veder l’aurora morir nel mare
col cuor mio che si spense a sognare.
E come ?l vento fruscia tra le foglie
così fuggivan le mie voglie
che il colore avean della vita.
E non potrò toccare con le dita
l’essenza di ogni desiderio
che fuggito è dal mio pensiero.
Ed io inerte rosa senza spine
che già sentivo la sdegnosa fine
del mio cuor ti aprii le porte
e mi destai dalla vera morte.