Articolo tratto da un quotidiano nazionale.
Milano – Da che mondo è mondo la politica è sempre rimasta fuori dagli insegnamenti, almeno fino ai tempi del liceo. Troppo noiosa, complicata e sporca per dei bimbi innocenti. Ma non tutti la pensano così, evidentemente. La denuncia di un nostro lettore, il papà Alessio Monti, pubblicata ieri sul Giornale ne è la prova: ci sono scuole come la «Pasquale Sottocorno» di Milano dove alunni di quarta elementare sono invitati a mettere per iscritto «cosa pensano della Gelmini».
É in questo istituto di periferia, contraddistinto da una forte componente di immigrati di etnie completamente diverse tra loro, che il decreto del ministro è diventato materia di discussione tra i 26 piccoli alunni di una classe quarta. Tanto che alla maestra di italiano è venuta un’idea: facciamo addirittura un compito sulla Gelmini. «I bambini erano così interessati e avevano così voglia di esprimere il loro punto di vista che ho proposto loro di scriverlo. É stata una battuta spontanea, in buona fede, cui non è seguito ovviamente alcun compito in classe e alcuna valutazione», si difende oggi l’insegnante, coadiuvata da una collega ben più combattiva di lei.Alessio Monti, il papà che ha dato il via alla protesta, non fa sconti e rincara la dose: «La politica non deve entrare a scuola. E invece in quella di mio figlio si assiste all’esatto contrario. Striscioni con scritte anti-Gelmini sono rimasti appesi per due settimane alle finestre dell’edificio. E sa chi le ha realizzate quelle scritte? I ragazzini delle quinte, spinti dalle insegnanti. Poi sono arrivate le magliette con la frase “Gelmini vattene” e ora il tema sul ministro: mi sembra troppo per un’elementare».[…]
Che abbiano preso troppo alla lettera l’articolo 33 della costituzione?
Marco Mordini, ex-studente Liceo Scientifico.