Con un giorno d’anticipo alla manifestazione di domani, di Domenica; quella che vedrà nell’intestino delle città italiane tante e tante pagine firmate col profumo dell’orgoglio del proprio sesso, pubblico la fotografia di un mondo intero, di una nuova società, raccontata con gli occhi socchiusi dal sole ed il cuore leggero per un amico.
E’ un anno che verrà. Secoli sono passati da quando l’umanità ha combattuto per l’ultima volta, l’ultima guerra, con i pugni. La civiltà non ha avuto bisogno d’essere sotterrata né di rinascere da ceneri. E’ risorta; in un modo che solo scrittori avevano immaginato: prostitute che scavalcano le pistole strette dai calli. Un anno più in là di quelli fino ad allora vissuti. E’ il periodo del potere delle donne, liberate dal costume del rosa e del dolce. Hanno raccolto le salme delle menti stanche ad ingannare le altre ed hanno costruito un nuovo mondo. Uno in cui non ci sono guerre, dove la competizione non esiste. E’ un mondo di schiavitù. Una dittatura femminile. Il negativo di tutti quei secoli, vissuti nei continenti fin’allora conosciuti. Le donne hanno compreso l’essenza del maschio: ed è per ciò che questo vada lavato della follia della lussuria; s’è capito che la radice d’ogne male contro l’umanità sta lì: dalla necessità del petrolio, dalla contesa dei prati, dal lancio dei proiettili; tutti hanno davanti a loro lo spettro del sesso e della protezione delle proprietà private, sintesi delle ragioni che le mogli spuntavano nelle loro menti, già programmate ad irrigidire gli arti, al peso dello spartano che scolpisce concubine nei regali terreni di Mefistofele. L’uomo è ora solo un muscolo della società. Un bue. E un intero organismo statale si preoccupa di affievolire l’ìmpeto che vuole spaccare con il collo la corda del suo guinzaglio. E’ un mondo migliore; che si possa bruciare l’opera di quello che contò con il suo secolo le parti di sangue e di lacrime gocciolanti dallo scettro (caro Ugo,) perché scettro non c’è più. Bastava così poco a sistemare ogni cosa. Eppure nessun Principe ha mai ceduto alla tentazione, prima d’allora s’intende, di farsi da parte e guardare quanto più in là arrivi la palpebra truccata.