Tutti gli articoli di Federico Cavaliere

Ex studente del Liceo Italo Calvino, appassionato di informatica, musica e teatro.

s-concerto di primavera

Venerdì 23 maggio, alle ore 21 -ma anche prima- comincia il concerto di primavera.
Mi ritrovo a fare i vocalizzi con il coro del Liceo che sono le nove meno un quarto.
Esco dall’aula professori e il Pigni, la Di Somma e Elisa Pini mi dicono che devo presentare… mi cambio e comincia la serata.
Aprono la serata l’ensemble della Civica di Rozzano, seguono due solisti della Civica con pianoforte e arpa.
Poi finalmente appare Simone, il presentatore che stavo sostituendo. La serata procede bene, suonano ben nove ragazzi quasi tutti brani di musica classica fatta eccezione per me e per Luca Cirio che abbiamo sempre portato un brano di musica leggera in versione acustica.
Poi tocca al Coro del Liceo insieme al Coro W.Byrd diretto dall’impeccabile Francesco Girardi: un successone.

fotografia del coro

Un solo dubbio e qui il mio sconcerto: ma dove sono finite le nuove leve? Cioè… io ho contato che su nove ragazzi che suonano/cantano/ecc… sette ragazzi sono usciti dal liceo l’anno scorso. E quelli nuovi?

Quello che non sono Io

Si avvicina la data di uscita del nuovo lavoro degli APNEA, gruppo dove suono io (5aC liceo) insieme ad altri componenti (come non dimenticare Luca Cirio, ex studente del liceo) da ormai cinque anni: 9 tracce audio fresche di sala d’incisione (per essere precisi, sette nuove e due del vecchio cd “Cavalieri senza Terra” del 2004 completamente riarrangiate).
In occasione del concerto che terranno il 5 Maggio al Transilvania (v.Paravia 59, Milano – h.21.00) ci sarà la presentazione del nuovo cd completamente autoprodotto e autofinanziato in vendita a 10€ presso i membri della band.
Dal momento che ho partecipato alla realizzazione di questo prodotto e dal momento che ho visto andarsene via qualcosa come due o tre migliaia di euro (tra sala d’incisione, mixaggio, copertine e bollini SIAE ecc…) dico che questo lavoro di cinque mesi, intenso, dispendioso e strano, merita l’attenzione di chi si dice ‘onnivoro di musica’ e di chi sta attento alle giovani band emergenti.
Quindi concludo invitandovi tutti al Transilvania il prossimo cinque maggio e a visitare il mySpace del gruppo dove a breve sarà possibile ascoltare alcuni estratti del nuovo album.

autogestione: perché no…

Dopo essermi consultato con dei colleghi di quinta, mi è giunta voce che qualche professore o professoressa utilizza la classe 5^C della quale faccio parte come esempio lodevole da seguire per tutte le classi, dal momento che non ha aderito all’autogestione.

Me ne sento personalmente lusingato, ma prima vorrei precisare le motivazioni della mia decisione:
1. andiamo in viaggio di istruzione a Vienna per quattro giorni la settimana dal 19 al 22 di febbraio;
2. festeggiamo il ritorno da Vienna con il ponte di Carnevale dal 23 al 25 di febbraio;
3. avendo noi la prof.ssa Gritti (o per meglio dire, avendo noi avuto tre cambi di professori in un quadrimestre) e sapendo che siamo ancora alla derivata seconda, quando, stando ai miei informatori, gli altri sono agli integrali, direi che perdere tempo faccia bene, ma che “ciurlar nel manico” non ci giova;
4. già l’anno scorso più dell’80% non ha partecipato all’autogestione;
5. il mio immediato futuro è dettato da dei dannati giorni di fine giugno che ci faranno uscire con un numero… determinato anche da una cosa chiamata “seconda prova” e stando ai risultati delle simulazioni la vedo grigia…
6. partecipare all’autogestione non è obbligatorio

Questa è la mia considerazione personale e chi si trova in classe con me può condividerla come rifiutarla.

Non condanno in alcun modo l’autogestione, ma ora come ora se devo decidere di fare 11 giorni di vacanza o se farne di meno… opto per la seconda.

Questo è solo l’inizio

Come avevo detto ieri, la faccenda non è finita qui.
Certo è che nessuno si aspettava -organizzatori a parte- di trovare una folla così immensa.
Non che tutti la pensino ugualmente, non parlo nemmeno di chi ha preso e se ne è andato a casa, ma un’altra volta gli studenti, stavolta di liceo e ragioneria, hanno unito le loro forze per farsi sentire alla sede della Provincia di Milano.

Stamattina è successo qualcosa di particolarmente importante, non perché una moltitudine è rimasta fuori dai cancelli di scuola, ma per quello che è successo successivamente: dopo la prima diaspora di studenti andati a casa se non altrove, i rimanenti (un folto gruppo, stranamente) si dirigono alla sede della Provincia di Milano sita in via Petrarca.

il corteo davanti alla sede della Provincia di Milano
Uno degli striscioni esibiti alla manifestazione

Una manifestazione in piena regola, con tanto di striscioni e cori, solo un po’ più piccolo dei cortei ai quali sono abituato vedere (con camionette, persone che camminano in mezzo alla strada ecc…).
Siamo stati accolti quasi immediatamente e in meno di dieci minuti abbiamo ricevuto l’assessore all’edilizia scolastica Barzani ed alcuni tecnici con dati alla mano per poterci rispondere in modo concreto ed immediato (per non farci dire troppe cose sbagliate).

gli studenti si accomodano in sala

Tante proposte, tanti interventi (non ho mai visto cose simili a scuola negli ultimi anni!), tante parole e qualche promessa: si cercherà di porre rimedio in tempi piuttosto brevi ad alcune situazioni quali il potenziamento dei mezzi pubblici (e non solo quelli dell’ATM), mentre per questioni di tipo edilizio dovremo rassegnarci a vederle da ex-studenti, almeno per le quarte e le quinte.

Che dire… forse un gruppo che si rende attivo ha capito di essere più forte dei pochi e dei disinteressati a questioni del genere.

Oggi è finita una parte di manifestazione: il gruppo che ieri ed oggi manifestava, da domani torna a scuola come un gruppo di studenti. Sia chiaro che per faccende interne la questione non è risolta, non fino a che non conosciamo gli esiti dei consigli di istituto.

Che succede amico?

Un estintore esploso o fatto esplodere e la sede di viale Liguria cade nel panico.
É possibile che per un estintore tre classi vadano in comune e si facciano sentire?
Non vi sembra un po’ troppo?
Allora i conti non quadrano? o gli studenti sono impazziti o è successo qualcosa di ben più grave!
Diciamo che se sessanta persone abbandonano indebitamente l’edificio scolastico per andare in comune a protestare – quando solitamente nessuno interviene a dibattiti e sta zitto a farsi i c***i suoi (e permettetemi la durezza del termine, ma ci vuole proprio) e per questo vengono mosse, da parte dei docenti, delle aspre critiche – mi sembra che qualcosa stia accadendo.
Quello che è successo oggi è una dimostrazione di quanto la massa conta, non quella che si veste uguale, non è il momento opportuno di parlare di quella massa, ma di persone che, almeno su una posizione sono d’accordo: questa non è una scuola o almeno non lo sembra.
La 5^C, la 5^D e la 4^C stamattina non hanno fatto lezione e forse hanno imparato qualcosa di molto più utile di qualche ora passata in una mezza aula, inizialmente dedicata alla visione di video, senza banchi sufficienti e senza cattedra. E poi ci danno dei “viziati”?

gli studenti ammassati in aula video

Non parlo oltre perché potrei solo fare danni a me stesso. Preferisco invece che date un’occhiata a cosa queste tre classi hanno fatto stamattina, alla faccia di chi ci credeva a casa a giocare alla playstation o simili.

gli studenti all\'ingresso del municipio di Rozzano
gli studenti del Liceo nell\'aula consiliare del Comune di Rozzano
gli studenti con uno striscione nell\'aula consiliare del Comune di Rozzano

Questo è solo l’inizio, non pensate che la faccenda sia finita qui?
Il consiglio di istituto non è più intelligente, è solo più organizzato e insieme si può far molto, molto!

La “cobra” colpisce ancora

É ormai noto a tutti che la “cobra” ?società specializzata nel disturbare le lezioni di inglese ma soprattutto quelle del professor Pigni? si sia stabilita a Rozzano in via definitiva già dall’anno scorso.
Quest’anno, però, l’attività si è intensificata fin dall’inizio dell’anno scolastico così tanto, che ritengo giusto scrivere qualche riga per dire al mio caro prof. d’Inglese che sono dalla sua (così magari mi mette anche 9 perché l’ho reso eterno).
Spero con questo articolo di rendere un’idea di ciò che accade nelle sue ore.

Mercoledì 27 settembre 2006 ore 8.10. Dopo una lunga ricerca dell’aula in cui fare lezione (l’aula 108), la 5C si ricompone e la lezione può cominciare.
Non passano nemmeno cinque minuti che già la “cobra” si mette d’accordo con il parroco dell’oratorio della parrocchia di S.Ambrogio per far suonare le campane alle 8.15, possibilmente per un quarto d’ora e possibilmente ad un volume alto, da disturbare la lezione del Pigni. Terminate le campane il prof. si appresta a parafrasare un ode di Keats ?un romantico, un ribelle, proprio come i capi della “cobra”? la lezione sembra andare avanti normalmente, quando la porta si apre di scatto ed un tizio dall’aria mezza addormentata entra in classe. Vedendo che non c’è nemmeno uno dei suoi simili, sbarra gli occhi e sparisce sbattendo la porta con la calma di Galliani quando il Milan segna.
Dopo questo spiacevole inconveniente la spiegazione continua? ancora per poco, visto che in un arco di trenta minuti passa un’ambulanza a sirene spiegate, un tagliaerba truccato da Fat-Joe per “Pimp My Ride International” ed un camion dell’amsa che con Rozzano ha poco a che fare.
Non fa in tempo nemmeno la campanella a suonare, che entra in classe un altro tizio che sulla soglia esclama “Questa non è la mia classe!” e chiude la porta con un gesto delicato quanto un elefante in corsa.

Pensate che sia finita qui? Beh, vi sbagliate? c’è ancora un’ora di racconto!

Ore 9.08: entra una bidella, ma nella classe sbagliata e guarda a caso nella nostra. Ora il dubbio che degli infiltrati della “cobra” abbiano raggiunto l’edificio scolastico si fa certezza. Un minuto dopo la bidella lancia il segnale da un telefono anti-intercettazioni e una betoniera comincia a girare cemento, sparando rumori a migliaia di decibel proprio fuori dal parcheggio antistante la scuola.
Dieci minuti di tranquillità, anzi quindici e poi un altro attacco. Questa volta un colpo basso ai danni del Pigni: un AB405 (per i comuni mortali un elicottero) passa sul tetto della scuola.
Altri cinque minuti di Keats vengono interrotti da una musica fievole che presto si rivela essere la musica del cellulare del professore (come, la “cobra” conosce anche il suo numero di telefono?!?). Qualche secondo e la bidella membro della “cobra” con il suo collega (agente con licenza doppio zero) anche lui della “cobra” fanno capolino nella classe e fanno uscire il professore con una motivazione fittizia.
La bidella chiude la porta. La paura prende il sopravvento.
Un’esecuzione?
No, nulla di grave: era solo suo figlio (altro membro della “cobra”) che aveva dimenticato il libretto dell’università.

Alla fine, però, la spiegazione viene conclusa e come in ogni spiegazione che si rispetti, come colonna sonora, c’è la sirena di un’ambulanza: la stessa di prima.

Come potete vedere ci sono delle vittime del sistema?

?della “cobra”

Vabbè… ma non sono così scoordinato

Se ricordate, o meglio, se avete letto il mio ‘la relatività di Capra ovvero non sono scoordinato’ avevo sconfessato la tesi del prof. Caldarelli.
Dopo essermi consultato con il mio miglior amico, monsignor Bellarmino, ho deciso di scrivere qualcosa che non faccia scadere la validità delle tesi professate dal prof. Caldarelli e che non mi faccia fare la fine del mio caro Giordano (Bruno), che come tutti ricordano finì su un palo a morire bruciato.

Mercoledì 5 Aprile. Terza ora. Il prof. Caldarelli, ormai noto ammiratore dello stile di Capra, spiega l’esercizio: fare canestro eseguendo un tiro con un gancio da sotto canestro.
L’osservato speciale (io, molto orgoglioso di esserlo, ma molto infastidito per il mio limite fisico) esegue il tiro con uno “stile ineccepibile” (tradotto: più scoordinato di così non potevo fare).
Peccato che la palla vada un po’ lontano… contro il telo.
Il prof. commenta – non facevi canestro nemmeno se ti mettevi a quattro metri di distanza – e io zitto.
Secondo tentativo: un po’ meglio, peccato che non ho lanciato col braccio giusto, così arriva inevitabile il secondo commento – se dovessero fare un campionato mondiale di scoordinazione, tu saresti il primo – al che io sbotto – non penso proprio – e lui – beh… magari non primo, ma fra i primi tre -.

In tutta questa storia però c’è un risvolto positivo: sono l’osservato speciale e non uno come gli altri.

Che amara consolazione

Sigh…

caricatura del prof. Caldarelli

Teatro a scuola

Venerdì 31 Marzo. Per quelli che si sono presentati nell’auditorium alle ore 20 circa comincia la serata degli spettacoli teatrali. L’autore di questo testo è troppo di parte per dare un parere sugli spettacoli.

Scrivete voi, lettori di questo blog, se li avete visti, qualche commento sugli spettacoli.

Alle ore 20 avrebbe dovuto cominciare il livello base.
Si sa, però, che i grandi artisti si fanno aspettare e così accade. Marco Pernich (il regista), come consuetudine, prima di ogni spettacolo tiene un discorso la cui lunghezza varia costantemente dai 5 ai 18 minuti dopodiché può cominciare lo spettacolo del livello base.

FREQUENZE DIVERSE
Un gruppo si amici decide di partecipare ad un concorso indetto dalla radio importante. Il premio in palio, però, è solo per due di loro. Il sentimento di gruppo viene meno e così ci si divide in tanti gruppi. Per vincere il concorso bisogna compiere delle imprese assurde (dal prendere quattro oblò di lavatrici a trovare un ago in un pagliaio) in una delle quali uno di loro perde la vita.
Gli amici si incontrano e capiscono di aver sbagliato: la radio importante li aveva resi deboli perché li aveva separati. Per ricordare l’amico scomparso decidono di aprire una radio che vada contro quello che la radio importante imponeva e che diffonda al posto di musica frivola e messaggi pubblicitari, poesie e musica impegnata.
Il fatto non passa inosservato e dopo varie minacce la sede della radio ribelle viene incendiata. La loro denuncia: il loro spettacolo.

Lo spettacolo è una critica ai media che non fanno altro che dirci cosa fare, cosa pensare e cosa mangiare, mentre sempre meno si occupa di far pensare le persone.
Per dirla ‘terra-terra’ se qualcuno ci dice ‘buttati giù dal balcone‘ noi non lo facciamo (almeno spero), ma se lo dice una radio, famosissima e in palio ci sono dei premi, beh perché no?
Sembra tanto un’ovvietà il fatto che sia sbagliato, ma troppo spesso ce ne si dimentica.

LA STRADA PER ATENE
Meno facile da cogliere e molto più complesso è il messaggio che gli attori del livello avanzato vogliono far recepire con l’Orestiade di Eschilo in versione facilitata .
La vicenda, famosissima di Oreste, figlio di Agamennone e Clitennestra che tornato in patria, dopo essere stato venduto dalla madre per due volte, venuto a sapere che sua madre aveva assassinato Agamennone a causa del sacrificio di Ifigenia, uccide la madre e per questo viene processato.

Interessante la scelta di una narrazione poco lineare per il fatto che la vicenda sia stata narrata ricordando gli avvenimenti accaduti e poco classica perché i testi non sono gli originali di traduzioni, ma testi di poeti che hanno scritto sull’argomento.
Particolarissima la soluzione dei giudici presi dal palco, per dare forza all’idea che questo spettacolo abbia a cuore l’evoluzione della giustizia e la nascita della democrazia, una cosa da ricordare ogni tanto…

La relatività di Capra ovvero “non sono scoordinato”

Sabato 11 Marzo, mattina, terza ora. Il prof. Caldarelli spiega l’esercizio da eseguire: in breve bisogna segnare un gol (si scrive così?) dal fondo della palestra.
Capra (l’autore dell’articolo N.d.R.), tutto fuorché un calciatore, al primo tentativo segna con un piattone, ma, a differenza di altri, segna. Per esultare in un modo un po’ diverso (ad esempio rispetto a Cassano che rompe la bandierina o a Di Canio che fa il saluto romano ecc…) si lancia contro il muro della palestra.
Il prof. Caldarelli, dopo aver “apprezzato” il gesto con una risata poco sonora, commenta dicendo -ma guarda te… se uno per esultare si deve ammazzare!- alla sua affermazione ho risposto -ma l’ho fatto apposta- e lui -l’hai fatto perché sei scoordinato!-.

E qui il prof.Caldarelli si sbaglia: il termine “scoordinato” non mi si addice, anzi, lo ritengo un termine atto a discriminare le movenze poco conformiste di quel genio di Capra.
A mio avviso una persona “coordinata” non solo è una persona conformista ma anche una persona priva di stile. Al termine “scoordinato” io preferisco utilizzare il termine “persona che ha stile”.

Capra esulta contro il muro

Chi ha scritto in materia di coordinazione?
Chi mi dice che non sta predicando il falso?
Dove lo trovo scritto?
Di quel “poco” che so di Aristotele e delle sue opere, so con certezza che non ha parlato di coordinazione, la Bibbia si perde a parlare del Sole che si ferma, dimostrando così che la Terra, oltre ad essere piatta, è al centro dell’universo, ma non parla di coordinazione. Dante non menziona nelle virtù cardinali la “oordinazione”, Machiavelli non trova la coordinazione una virtù necessaria necessaria ad uno principe, quindi, la prossima volta che mi chiederà -che voto ti dai?- gli risponderò più o meno così -se in sei quadrimestri non sono migliorato per colpa del mio stile, cosa poco probabile, visto che ho stile (la sua “scoordinazione”) e riesco comunque a fare quello che mi viene richiesto, non vedo perché non possa ambire a voti più alti…-

Lettera

Addì, Rozzano 6 Giugno 2005

Carissimi, Carissime,
apprenderete a breve della notizia triste (o non) del mio non passaggio alla classe V. Parlo solamente per me, così da non coinvolgere nessun altro, non citerò nemmeno chi ha deciso, con grandissima cecità, di rimandare all’anno prossimo il tutto.
In questi ultimi giorni passati in letizia e in meditazione filosofica ho capito di aver commesso il più brutto peccato che poteva commettere uno come me, maledetto perfino da Dante o da Sant’Agostino, ovvero “l’erudizione”.

l’erudizione
Ho cercato, durante l’intero corso degli studi che vanno da Settembre ’04 a fine Maggio ’05, di imparare tutto l’imparabile (ciò che si può imparare) e non lo si può negare, ma oltre a questo, ho cercato anche di tenerlo per me e solo per me. Per farvela breve, miei cari lettori, studiavo per piacere di imparare, non per ambire ad un voto e la resa scolastica ne ha risentito molto.
In più c’è da considerare che il mio quarto anno cominciava con due debiti formativi, e le date delle verifiche erano situate in un periodo molto leggero, privo di materie da studiare, perchè “chi mai si sognerebbe di mettere una verifica lo stesso giorno della prova del debito?”.

Un piccolo pensiero anche ai docenti
Mi fanno tuttora sorridere quelle persone che dicono “tu sai le cose, ma le sai sempre dopo. E’ come se ti svegliassi dopo…” non dico che abbiano torto, affatto, ma che considerino la situazione di ogni singolo individuo senza lasciarsi sopraffare dall’eccesso di generalizzazione.
Mi è dispiaciuto non far vedere a due persone in particolare di quanto fossi capace, soprattutto in due materie che considero moltissimo non a scuola, ma nella vita, soprattutto davanti a certe situazioni, ma quel che ho fatto ho fatto e non avrebbe senso negare cio che “è”.

Un pensiero ai 4 anni passati
Vi lascerò in mano del fato funesto, di due rappresentanti, mai capaci di essere risoluti, ma che per una classe V possono essere perlomeno non lontani dalla suff , ma se la Iabichella vi chiede tavole, non esitate a chiedere “aiuto” a me, fate pure, io sono in IV, ne ho di tempo da perdere…
Vi lascierò quasi certamente e non ne soffro, soffrirei di più a pensare di fallire l’intera matematica piuttosto che ripetere un anno per farla tutta e bene, sono cresciuto anche se non si vede e sarei più felice fermarmi qui e procrastinare di 365 giorni il cammino verso la maturità.
Vi voglio bene
fate buona maturità comunque
Vostro
Capra