Tutti gli articoli di Angelo Paganini

Tra Ippolito Nievo e Tolstoj

È finalmente uscito il libro del nostro ex alunno Maurizio Capone.
Maurizio, docente di lettere presso il Liceo Scientifico Volta di Milano, è attualmente impegnato per il dottorato di ricerca a Siena fino all’aprile 2019. La sua tesi di laurea su Nievo e Tolstoj (110 e lode vincitrice del premio internazionale Luzi) è ora pubblicata dalla fondazione Luzi.

 

copertina Nievo e Tolstoj di Maurizio CaponeDalla quarta di copertina:

C’è un grande e generoso sforzo, in questo lavoro, che lo apparenta al suo tema e ai suoi autori. Comprendere in un unico abbraccio opere gigantesche come Guerra e pace di Tolstoj e Le Confèssioni d’un italiano di Nievo, insieme alla relativa bibliografica critica, e alla teoria del romanzo, non poteva che produrre un lavoro di dimensioni di poco inferiori, quasi un terzo epos. Se questo può essere rischioso per uno studio critico, va riconosciuta a Maurizio Capone una vena critica ed espressiva all’altezza del tentativo. La parte più intrigante del lavoro è quella che ne è stata forse l’occasione: verificare – finalmente – una leggenda assai suggestiva che da tanti anni attraversa la critica nieviana: che cioè il grande Tolstoj potesse aver tratto ispirazione per Guerra e pace dalle Confessioni d’un
Italiano appena pubblicate, nel 1867, o non ancora pubblicate, nei brevi viaggi compiuti in Italia in quegli anni o anche ricevendone il testo o la notizia nella sua tenuta a Jasnaja Poljana.

L’analisi comparativa di Maurizio Capone ha il grande merito di aver posto le basi, e anche qualcosa di più, per una lettura nuova del capolavoro nieviano grazie alla filigrana russa, quando mette a fronte temi ideologici (l’idealizzazione del mondo contadino, il popolo-nazione), strutture narrative (verso nuove forme di romanzo) e personaggi (Andrej e Carlino, Natasha e Pisana, Napoleone in Tolstoj e Napoleone in Nievo ecc.). La prima pietra è posta, il ghiaccio è rotto, il sentiero è aperto. Vediamo finalmente come se la caverà Nievo di fronte al grande romanzo europeo.

Soluzioni della prova di matematica 2017

Come ogni anno, sul sito dell’Università Bocconi, troviamo svolta la prova di matematica dell’Esame di Stato: http://matematica.unibocconi.it/articoli/esame-di-stato-2017-la-prova-di-matematica

Soluzioni alternative sono proposte dal sito della casa editrice Zanichelli: http://matutor2012.scuola.zanichelli.it/prove-di-maturita-2/prova-di-maturita-2016-2017/

Utili strumenti per arrivare preparati all’orale per la discussione delle prove scritte.

compito di matematica

Gioie da prof

Non ho nessun merito, ma il successo degli alunni è sempre una gioia per i prof.
Sto parlando del nostro stage linguistico a Londra dal 12 al 18 febbraio, presso un’ottima scuola londinese.

Quale successo?
Il livello di competenza in inglese che ci si aspetta dagli studenti alla fine del liceo è il B2. Be’, dopo il test iniziale, ben sei dei nostri 15 studenti sono stati assegnati al livello C1, insieme a studenti universitari e laureati provenienti da tanti paesi del mondo e che soggiornavano a Londra già da tempo. C’era anche un’altra scuola italiana, un liceo linguistico, presente con tre classi: soltanto una ragazza in C1.

Ma non basta, dopo la correzione di uno dei compiti assegnati, il docente inglese ha commentato: «Avete fatto tutti bene, ma gli italiani sono stati, in assoluto, i migliori».

Complimenti, ragazzi!

sede del Twin Center

Foxes in London

Caccia alla volpe

Stage linguistico con la quinta B a Londra.
Conoscevo l’Inghilterra come il paese della caccia alla volpe. Immaginatevi la mia sorpresa quando, tornando la sera alla casa dove ero alloggiato, ho più volte incontrato volpi per nulla intimorite dalla mia presenza.

Pace fatta tra gli inglesi e le volpi?
Non lo sapevo, ma dal 2005 la caccia alla volpe è proibita in Inghilterra e Galles. In Scozia lo era già dal 2002.

Così a Londra oggi ci sono più di 10.000 volpi, 16 volpi per miglio quadrato. Una fortuna, probabilmente, per gli inglesi, dato l’enorme numero dei topi in città.

Una volpe per le vie di Londra
Una volpe per le vie di Londra – foto di Duncan Harris

Dillo in italiano!

Una petizione per dirlo in Italiano.

Una petizione per invitare il governo italiano, le amministrazioni pubbliche, i media, le imprese a parlare un po’ di più, per favore, in italiano.

La lingua italiana è la quarta più studiata al mondo. Oggi parole italiane portano con sé dappertutto la cucina, la musica, il design, la cultura e lo spirito del nostro paese. Invitano ad apprezzarlo, a conoscerlo meglio, a visitarlo.

Le lingue cambiano e vivono anche di scambi con altre lingue. L’inglese ricalca molte parole italiane (“manager” viene dall’italiano maneggiare, “discount” da scontare) e ne usa molte così come sono, da studio a mortadella, da soprano a manifesto.
La stessa cosa fa l’italiano: molte parole straniere, da computer a tram, da moquette a festival, da kitsch a strudel, non hanno corrispondenti altrettanto semplici, efficaci e diffusi. Privarci di queste parole per un malinteso desiderio di “purezza della lingua” non avrebbe molto senso.

Ha invece senso che ci sforziamo di non sprecare il patrimonio di cultura, di storia, di bellezza, di idee e di parole che, nella nostra lingua, c’è già.
Ovviamente, ciascuno è libero di usare tutte le parole che meglio crede, con l’unico limite del rispetto e della decenza. Tuttavia, e non per obbligo ma per consapevolezza, parlando italiano potremmo tutti interrogarci sulle parole che usiamo. A maggior ragione potrebbe farlo chi ha ruoli pubblici e responsabilità più grandi.

Molti (spesso oscuri) termini inglesi che oggi inutilmente ricorrono nei discorsi della politica e nei messaggi dell’amministrazione pubblica, negli articoli e nei servizi giornalistici, nella comunicazione delle imprese hanno efficaci corrispondenti italiani. Perché non scegliere quelli? Perché, per esempio, dire “form” quando si può dire modulo, “jobs act” quando si può dire legge sul lavoro, “market share” quando si può dire quota di mercato?

Chiediamo all’Accademia della Crusca di farsi, forte del nostro sostegno, portavoce e autorevole testimone di questa istanza presso il Governo, le amministrazioni pubbliche, i media, le imprese. E di farlo ricordando alcune ragioni per cui scegliere termini italiani che esistono e sono in uso è una scelta virtuosa.

  1. Adoperare parole italiane aiuta a farsi capire da tutti. Rende i discorsi più chiari ed efficaci. È un fatto di trasparenza e di democrazia.
  2. Per il buon uso della lingua, esempi autorevoli e buone pratiche quotidiane sono più efficaci di qualsiasi prescrizione.
  3. La nostra lingua è un valore. Studiata e amata nel mondo, è un potente strumento di promozione del nostro paese.
  4. Essere bilingui è un vantaggio. Ma non significa infarcire di termini inglesi un discorso italiano, o viceversa. In un paese che parla poco le lingue straniere questa non è la soluzione, ma è parte del problema.
  5. In itanglese è facile usare termini in modo goffo o scorretto, o a sproposito. O sbagliare nel pronunciarli. Chi parla come mangia parla meglio.
  6. Da Dante a Galileo, da Leopardi a Fellini: la lingua italiana è la specifica forma in cui si articolano il nostro pensiero e la nostra creatività.
  7. Se il nostro tessuto linguistico è robusto, tutelato e condiviso, quando serve può essere arricchito, e non lacerato, anche dall’inserzione di utili o evocativi termini non italiani.
  8. L’italiano siamo tutti noi: gli italiani, forti della nostra identità, consapevoli delle nostre radici, aperti verso il mondo.

Se vuoi firmare la petizione Dillo in Italiano…

dillo in italiano