Tutti gli articoli di Angelo Paganini

Un parere autorevole

Trovo in rete e ripropongo:

Gli insegnanti, il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle “macchine per vendere fiato”. Ma “la merce fiato” perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una “complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo”. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo.
(Luigi Einaudi, Il Corriere della Sera, 21 aprile 1913)

Caricatura di Luigi Einaudi, disegnata da Amintore Fanfani
Caricatura di Luigi Einaudi, disegnata da Amintore Fanfani, Marzo 1948. Archivio Fondazione Luigi Einaudi di Torino

Come si pronuncia “Tycho Brahe”?

Io l’ho sempre pronunciato alla tedesca. Questa mattina i miei alunni di quarta mi hanno proposto una pronuncia che mi sembrava troppo inglese. Così ho pensato di fare una piccola ricerca. Due file con pronunce leggermente diverse, ma, direi, convergenti. Preferirei la pronuncia di wikipedia perché ci vien detto chi è la persona che ha fatto la registrazione: Malene Thyssen.

Tycho Brahe

Volontariato

Ho iniziato come bidello nel novembre 1975. Poi ho fatto il maestro e, dal settembre 1988, il professore. Sono stato in un Consiglio di Circolo e in un Consiglio Scolastico Distrettuale. Ho fatto il rappresentante sindacale, il collaboratore del preside, il vicepreside della sezione staccata, la funzione strumentale, l’aggiornatore…

Sin dai primi anni, ho visto colleghi mal pagati spendersi e spendere per la scuola ben oltre i loro obblighi.

Da decenni, ormai, mentre i diritti degli insegnanti si restringono, la scuola non potrebbe funzionare bene senza il loro volontariato.

L’ho sempre fatto anch’io. Ma, forse, abbiamo sbagliato.

Stranieri a casa nostra?

Leggo il frammento di Empedocle:

Son già stato, infatti, fanciullo e fanciulla
e arbusto e uccello e muto pesce del mare.

Ho ben preparato la citazione. Capiscono tutti e fanno anche i collegamenti opportuni. Parlano di Induismo e di Buddismo. Io richiamo i pitagorici, Platone e l’antroposofia steineriana.
Per pura prudenza, chiedo in che cosa credono, invece, i cristiani.
Panico improvviso, consultazioni. Poi si rassicurano: i cristiani credono alla resurrezione delle anime. Qualcuno precisa: delle anime, non dei corpi.

Stranieri a casa nostra?

Elezioni RSU

Sono stato a due assemblee sindacali in pochi giorni. Non ho tolto niente ai miei alunni. Per me erano entrambe fuori dell’orario di lavoro.

Soprattutto la seconda volta, mi ha colpito sentir sottolineare con enfasi l’importanza del voto per le elezioni delle RSU: una grande occasione di democrazia.
Così, fingendomi ingenuo, ho chiesto: «Ma se le elezioni sono così importanti, così significative per la democrazia, come mai avete accettato di restare tanto a lungo senza la possibilità di votare?»

Attimo di incertezza. Poi mi hanno accusato di esser contraddittorio. Ma io ho fatto soltanto una domanda. Come posso essermi contraddetto?

Allora io non ero stato al gioco ed avevo presentato le mie dimissioni da RSU.
Se tutti i sindacati avessero dato ai loro eletti l’indicazione di dimettersi, non avrebbero potuto sottrarci il diritto di scegliere i nostri rappresentanti. Troppo difficile?

Terremoto 1 e 2

Amici, colleghi, parenti… tutti chiedono del terremoto.

Scrivere non sembra più un problema per i miei ragazzetti. Gli errori di ortografia sono sempre tanti, ma la frasi vengono, magari un po’ sghembe, magari sgrammaticate, però sono frasi e si capiscono. Qualcuno ci ha anche preso gusto ed insiste per scrivere nel blog le sue piccole storie.
La lettura, invece, è sempre motivo di sofferenza. Leggono, certo. Sembra anche che leggano bene, ma capire è ancora una missione impossibile.

Forse per questo eravamo tutti concentrati in un lavoro di comprensione del testo: una pagina del diario di Pigafetta, con tante domande a cui rispondere e, ahimè, le risposte erano un disastro.
Lavoravano quieti, però. Non ci siamo accorti della scossa, ma la voce della collega dell’aula accanto si è sentita benissimo: «Fuori tutti, terremoto!» Continua la lettura di Terremoto 1 e 2