Aristotele e la punteggiatura

il professor Paganini


La punteggiatura non è un addobbo inutile: spostare una virgola può cambiare il senso di una frase.
Usiamola, dunque, e cerchiamo di usarla bene.
Anche per la punteggiatura vale la regola del buon Aristotele: la virtù sta nel mezzo. Purtroppo è più facile dirlo che farlo. Perché (sempre Aristotele) il giusto mezzo non è uguale per tutti. Ognuno ha un proprio stile e la punteggiatura ne è un elemento. Ci sono però delle regole di base definite, prima ancora che dalle grammatiche, dall’esigenza di comunicare in modo chiaro senza annoiare o scoraggiare il lettore.


Troppe virgole (è sempre stata la mia tentazione) appesantiscono il discorso. Mi impegno a non esagerare.
Segnalata la mia debolezza, mi permetto di indicare anche quelle di altri.
I punti esclamativi, innanzitutto, e i puntini di sospensione poi. Mettere un punto esclamativo è un po’ come alzare la voce, metterne due è un urlo. Una serie di punti esclamativi può andar bene per un fatto eccezionale, se diventa la regola è come gridare sempre «al lupo, al lupo»: nessuno ci fa più caso.
I punti di sospensione sono una bella idea. Devono essere tre, seguiti da uno spazio e non attaccati alla parola che segue. Servono ad indicare stupore, sorpresa, incertezza, esitazione, dubbio… Farne un uso eccessivo equivale a dichiarare di avere le idee confuse. É come navigare in un oceano di incertezze. Se poi si innalza qualche punto esclamativo, finisce con l’assomigliare molto alla richiesta di soccorso di un naufrago. Non a caso l’eccesso di puntini di sospensione e di punti esclamativi è tipico dei giovani e degli scrittori esordienti, che qualche incertezza devono pur averla.
Qualcuno mi segnala anche un’interpretazione psicanalitica che potrebbe spiegare i punti esclamativi del giovane Zacca, ma non voglio avventurarmi in questo campo.

Un commento su “Aristotele e la punteggiatura”

  1. Salve!leggendo il suo articolo non ho potuto fare a meno di riflettere sul significato della punteggiatura,proprio come ha fatto lei.
    ogni sms che riceviamo è pieno di puntini,sia esclamativi che di sospensione,quasi a voler indicare che in quei piccoli poemi quotidiani ci sia l’eterna incertezza e confusione di ogni giovane.
    è possibile,ma mi viene più facile inquadrare questo uso “scorretto” della punteggiatura come una rete nella quale cerchiamo di catturare e concentrare in un breve messaggio,tutti i significati che il “nostro mare”,calmo o tempestoso che sia,ci dona…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *