All’Istituto di Istruzione Superiore nato il 1° settembre 2000 era stata attribuita, burocraticamente, la denominazione della sezione associata più consistente, il liceo scientifico; l’intitolazione era la stessa dell’Istituto “gemello” di Milano, circostanza suscettibile di generare confusione; erano inoltre state discriminati gli istituti tecnici, che avevano perduto le loro precedenti intitolazioni a Pietro Custodi e Gregorio Mendel.
Era quindi evidente l’opportunità di scegliere, per l’istituto nuovo, un nome nuovo: passò tuttavia un anno prima che la relativa procedura fosse avviata, perché il 1° settembre 2000, al momento della fondazione dell’istituto, incombevano ben altre urgenze.
Non c’era una lira in cassa, mancavano gli arredi, gli strumenti informatici e le dotazioni minime per il funzionamento degli uffici di presidenza e segreteria; preside, direttore amministrativo e personale di segreteria erano del tutto nuovi; tecnici e collaboratori scolastici provenivano in parte dall’amministrazione provinciale e in parte da quella statale, ed erano stati recentemente accollati a quest’ultima; c’erano due edifici scolastici e tre diversi indirizzi di studio da gestire, più l’azienda agraria con la propria contabilità distinta e separata; insomma, una missione all’apparenza impossibile, che comunque andava intrapresa e portata a compimento: e così fu, grazie all’impegno e alla determinazione dei “pionieri” che vi si accinsero.
Superata questa complicata fase di avvio, il 19 settembre 2001 il consiglio di istituto deliberò di avviare la procedura finalizzata alla nuova intitolazione della nostra scuola.
L’adozione della relativa delibera è competenza del Consiglio di Istituto, sentito il Collegio dei Docenti; l’emissione del relativo decreto è invece riservata al Provveditore agli Studi, previa acquisizione dei pareri delle Amministrazioni Locali e del Prefetto.
Al di là del puntuale rispetto delle procedure, il Consiglio di Istituto si pose l’obiettivo di adottare una decisione confortata da un ampio e generale consenso: si desiderava infatti che nel nuovo nome si riconoscessero tutte le componenti e tutte le sezioni associate dell’Istituto; si propose inoltre alle Amministrazioni Locali di intervenire da subito nel procedimento con proprie proposte.
Queste ultime, fortunatamente, tacquero: perché da genitori, docenti, personale A.T.A., presidenza e – soprattutto – studenti, emerse un gran numero di proposte. Abuso della pazienza del lettore per elencare tutte le candidature che furono avanzate: Emilio Sereni, Cesare Pavese, Augusto Monti (che di Pavese era stato docente e poi amico), Italo Calvino, Henriet Leawit, Gandhi, Fleming, Galvani, Newton, Fermi, Filarete, Nilde Jotti, Ettore Majorana, Martin Luther King, Giovanni Mazzocchi, Altiero Spinelli, Ilaria Alpi, Iqbal Masih, Piero Gobetti, XI settembre, Yuri Gagarin, Paolo VI, Madre Teresa di Calcutta, Pablo Picasso, Konrad Lorenz, Steve Biko, Sandro Pertini, Jean-Jacques Rousseau, Stanley Kubrik, Guido Rossa, Fabrizio De André, Giordano Bruno.
Sul nome di Italo Calvino si era registrata la convergenza di diverse componenti: docenti di Noverasco e Rozzano, componente A.T.A., genitori di Noverasco e Rozzano.
Il gradimento per Calvino, proposto nel collegio docenti di Noverasco da Giulia Terzaghi e – fra i genitori – da Daniela Vismara (che sarebbe diventata nostra docente di lì a poco) era dovuto, oltre che all’indiscutibile prestigio letterario, al suo essere figlio di un agronomo e a sua volta (seppur per breve tempo e per soli quattro esami del primo anno) studente alla facoltà di agraria.
Il consiglio di istituto prese atto dei nomi proposti, ne aggiunse qualcuno e ne scartò parecchi: fra cui proprio Italo Calvino, in ossequio alla consuetudine per cui chi entra papa in conclave esce cardinale. Il motivo? Uno solo: l’esistenza a Milano di un Istituto Comprensivo a lui intitolato: si voleva evitare di cadere in un nuovo caso di omonimia.
Il consiglio ammise alla consultazione finale delle componenti scolastiche i nomi di Sibilla Aleramo, Michelangelo Buonarroti, Piero Gobetti, John Maynard Keynes, Lucio Lombardo Radice, Augusto Monti, Pablo Neruda, Pablo Picasso, Guido Rossa, Jean-Jacques Rousseau ed Emilio Sereni.
Fra questi nominativi il maggior gradimento, soprattutto fra gli studenti, andò a Pablo Neruda, ma il collegio e il consiglio di istituto non recepirono l’esito della consultazione, la vicenda tornò in alto mare e rimase in naftalina per qualche mese: tempo perso, che andò peraltro ad aggiungersi a quello impiegato per l’espletamento di tutti i passaggi di cui sopra: sicché l’anno scolastico 2001/2002 si concluse lasciando la questione irrisolta.
All’inizio dell’anno scolastico successivo, la presidenza la ripropose, riportandola nell’alveo degli organismi collegiali competenti; il 12 settembre 2002 il nome di Italo Calvino venne riproposto ai docenti con esito favorevole, e successivamente al consiglio di istituto, che sua volta approvò. Seguì, senza intoppi, l’iter burocratico a cura del Provveditorato agli Studi, e dall’autunno 2003 l’Istituto di Istruzione Superiore si chiamò “Italo Calvino”.