Il coraggio della sindaca di Lampedusa

La “leonessa di Lampedusa” Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa e Linosa, il 9 Gennaio 2016 ha ricevuto il premio “Simone de Beauvoir” :  dal 2012, anno della sua elezione, si batte fortemente per il riconoscimento dei diritti delle donne di tutto il mondo ed è sempre stata in prima linea per la difesa coraggiosa dei diritti dei rifugiati.

La sindaca investirà la somma vinta in un progetto che mira a salvare dalla depressione e dalla disperazione almeno alcune delle donne violate. Cogliendo l’occasione della consegna del premio, ha espresso in maniera chiara e diretta critiche sia nei confronti della classe politica italiana sia nei confronti della politica migratoria europea:

“I politici davanti alle bare del naufragio del 3 ottobre 2013 hanno detto ‘mai più morti in mare’, ma poi hanno chiesto la chiusura di Mare nostrum, l’operazione umanitaria della marina italiana, ritenuta colpevole di salvare troppe vite, ritenuta colpevole di incentivare gli arrivi. Anche negli ultimi, difficili mesi, l’Ue ha dimostrato grandissima ipocrisia, da un lato ha detto facciamo un piano di accoglienza per i migranti, stabilendo le quote come si fa per il latte, e poi [l’Europa] non è stata nemmeno in grado di prenderseli….”.

Riguardo alla difesa dei diritti dei migranti Giusi Nicolini non teme di sfidare nessuno: nel novembre del 2015 ha scritto al prefetto Mario Morcone per chiedere un intervento immediato per trasferire 422 profughi presenti nel centro d’accoglienza a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie provocate dall’emergenza rifiuti. Nella nota del Comune scrive con decisione: “Non li soccorriamo per poi ospitarli in una discarica”.

Eletta nel 2012, ha denunciato immediatamente pubblicamente su scala nazionale le stragi di migranti annegati in mare di cui era spettatrice, ogni giorno, ma ha avuto visibilità mediatica solo a partire dal 3 novembre dello stesso anno, quando le hanno consegnato le salme di 21 migranti, tra cui 8 giovani donne e 2 bambini. Una vicenda dalla gravità simile l’ha indotta a scrivere un appello sia all’Unione Europea sia al Governo italiano, che sicuramente entrerà nella storia.

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-cb0328f7-f715-4c84-8822-ca06b5de47d5.html

Solamente papa Francesco, fra le massime autorità mondiali, ha risposto all’appello del sindaco, rendendo il suo immenso lavoro conosciuto a livello mondiale grazie alle parole rilasciate durante il suo viaggio in Messico in cui afferma che “Il sindaco di Lampedusa è un eroe”.

Giusi Nicolini è sicuramente una “cattiva ragazza”, sa che il suo lavoro sta sollevando un problema considerato da tutti troppo scomodo per essere affrontato senza demagogia, poiché quelle rotte alimentano un ricco mercato e coinvolgono ampi interessi, è una donna coraggiosa, che non ha paura di infastidire e calpestare i piedi con il suo lavoro a enti o persone di caratura nazionale e mondiale che permettono che ogni anno centinaia o migliaia di uomini, donne e bambini nella speranza di raggiungere un futuro migliore, muoiono in un tratto di mare che è ormai divenuto un cimitero. Queste sono alcune delle parole forti, che esprimono il suo modo audace di essere donna e di fare politica, parole che hanno toccato papa Francesco:

“… se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.”

Lorenzo Uccellini

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