Divergere per essere pienamente umani? Godiamo oggi di diritti e di libertà che spesso sono stati rivendicati per la prima volta attraverso un atto di disobbedienza, di obiezione, di trasgressione. Le donne per esempio, quanti riconoscimenti hanno, quanti diritti sono stati acquisiti grazie ad una disobbedienza verso una legge ingiusta, verso un regolamento ottuso, verso uno statuto discriminatorio, verso un tabù religioso, familiare, sociale?
A questa ma anche a tante altre domande abbiamo cercato delle risposte attraverso l’analisi del libro “cattive ragazze”. Franca Viola, Miriam Makeba, Marie Curie, Nawal El Saadawi, e molte altre donne definite dalla società normale come “cattive”, arrestate, isolate, uccise, le cui vite normali sono state rese straordinarie da scelte piccole, ma tali da provocare effetti di tale risonanza da cambiare poi la vita di milioni di persone. Ci hanno insegnato che è possibile sopravvivere alla propria audacia. Malala – la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e bandita da un editto dei talebani, ne è un esempio.
Eppure nel linguaggio comune si etichettano positivamente i comportamenti obbedienti, disciplinati, conformi alle regole, e si stigmatizzano i divergenti. Eppure nel linguaggio comune premiamo le bambine che obbediscono come “brave” e bolliamo le bambine “divergenti” come “cattive” …
Disobbedire è un gesto sempre “cattivo” o è un gesto audace e creativo? Disobbedire può essere un modo diverso, alternativo, di guardare alla realtà? L’elenco di cattive ragazze è nell’arco dei secoli sicuramente lungo, da Antigone in poi la storia ci offre innumerevoli esempi di disobbedienti, ragazze, cattive appunto. Allora ci siamo fatti una domanda: e se essere divergente fosse effettivamente l’unica possibilità che rimane all’umanità per essere umana? La selezione del libro ci ha interessato e incuriosito e così abbiamo provato a riconoscere altre cattive ragazze intorno per dare loro dei volti e renderle visibili. Chi sono oggi queste donne che abitano il nostro tempo e spesso nella invisibilità trasformano il modo, affermano diritti, danno voce a chi non ne ha, trasformano stereotipi e pregiudizi antichi con la loro azione umana? Noi in quarta E le abbiamo cercate in paesi diversi, in epoche a noi vicine, se non contemporanee, i volti di cattive ragazze, per dare loro visibilità, per “taggarle” nel nostro immaginario.Le abbiamo cercate e incontrate attraverso libri, film, video. Alcune le proponiamo anche a voi. Per alcuni di noi sono modelli suggestivi, fonte di ispirazione o spunti per confronti o discussioni. Ve li regaliamo. Chissà che ci siano di ispirazione nel costruire il nostro futuro prossimo. Passaparola.