Riflessioni sullo spettacolo del Gruppo della Trasgressione 2

Il giorno 4 dicembre ci siamo recati al teatro Fellini di Rozzano per assistere all’incontro con i detenuti. Inizialmente i detenuti hanno messo in scena un breve spettacolo improvvisato di una serata trascorsa con gli amici, recitata utilizzando ,come copione, le loro esperienze di quando avevano la nostra età.  Già questa prima introduzione ha suscitato in me diversi interrogativi e, ripensando a ciò che avevano detto durante lo spettacolo , anche un po’ di timore per le scelte sbagliate fatte nella loro giovinezza.

Dopo la rappresentazione hanno dato la possibilità ad alcuni ragazzi, che avevano delle domande, di salire sul palco. Ero molto incuriosita e, dopo un po’ di indecisione, decisi di andare assieme ad alcuni compagni di classe e ci fecero sedere tra i detenuti. Appena salii sul palco mi sentii a disagio perché molte persone mi stavano guardando.

Riflettendoci mi resi conto che i carcerati dovevano avere un grande coraggio per venire su un palco a raccontare la loro storia e ammettere i loro errori.

Durante il dibattito ci spiegarono che tutti i detenuti attorno a noi fanno parte di un gruppo di sostegno ( il gruppo della trasgressione) e dopo diversi anni erano riusciti a parlare dei propri sbagli.

Mi accorsi che molti errori che avevano fatto da ragazzi erano dovuti alla mancanza di guide, genitori o parenti , o alla scelta di imitare modelli “sbagliati”.

Molti dei detenuti ci hanno raccontato la loro esperienza e tutti concordavano sul fatto che spesso il sistema carcerario italiano non li aiuta, al contrario li rende solo più aggressivi e molti di loro quando escono di prigione sono molto più informati sulla criminalità di quando erano stati arrestati.

Tutti parlavano dei propri crimini con un po’ di vergogna ma soprattutto con tristezza perché hanno realizzato quanto dolore hanno provocato compiendoli. Quando sono salita sul palco ero condizionata da tutti gli stereotipi che la gente crea ma, dopo questo incontro, ho capito che una persona può realmente cambiare se ci mette dedizione. Stando seduta al fianco di quelle persone mi sono accorta che hanno impegnato anima e corpo solo per rimediare, anche di poco, agli errori da loro commessi. Auguro ad ognuno di loro di avere la possibilità di ricominciare una vita onesta e di poter riabbracciare e loro famiglie.

Elisa

Sisifo
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