Il 4 dicembre 2013 i nostri studenti hanno assistito ad uno spettacolo del Gruppo della Trasgressione, nato nel 1997 a San Vittore, e presente oggi anche nelle carceri di Opera e Bollate e all’esterno del carcere nei locali della ASL Milano, Corso Italia 52. Ne fanno parte detenuti e comuni cittadini.
Iniziamo oggi la pubblicazione delle riflessioni degli alunni della terza G del Liceo scientifico di Noverasco.
Mercoledì 4 dicembre 2013 – Teatro Fellini
“Gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”:
Le mie sensazioni all’incontro con i detenuti
la forza propulsiva che spinge a vivere quindi non si trova da soli: siamo dipendenti dal nostro ambiente, dalle persone che ci circondano, dai nostri esempi. Perciò è importante trovare una seconda ala che non ci guidi nella via della perdizione ma ci induca a scegliere il bene non solo per noi ma anche verso la comunità: come disse John Donne “Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”.
La nostra vita non è priva di senso tanto meno quella delle persone che ci circondano, non è un’ombra che cammina ma è una grande attrice che recita nel teatro dell’esistenza sin dai tempi del big bang e non importa in quale aspetto si presenti perché è in incessante divenire: chissà se proprio quel bruco insignificante che stavamo per calpestare si è trasformato nella più bella farfalla del giardino di casa nostra o se quella semplice prima molecola di amminoacidi nel corso dell’evoluzione di milioni di anni è diventata il nuovo Premio Nobel per la pace.
La ricerca della miglior musa ispiratrice è difficile e capita di smarrirsi durante l’esplorazione , proprio come è capitato ai detenuti del “gruppo della trasgressione” e ai loro compagni. Durante l’incontro si sono inizialmente espressi teatralmente improvvisando e il loro spettacolo è funzionato da prologo per comprendere a fondo le identità presenti sul palco che apparivano uomini ordinari -come possono essere uomini comuni l’autista che guida il bus che ci porta a scuola, il fruttivendolo, i nostri vicini di casa- invece i personaggi descritti durante l’esibizione ci hanno condotti in un mondo che a coloro i quali sono liberi appare lontano ma che in realtà ha il suo nucleo proprio di fianco a noi, in via Camporgnago, Via Cristina Belgioioso, Via Gian Battista Vico e tra noi in ogni uomo che commette atti criminosi.
Per la società che non ha partecipato all’incontro è semplice fare di tutta l’erba un fascio: davanti a un carcerato spesso non vede margine di miglioramento, trova un morbo che si è fagocitato l’umanità caratterizzante ogni singolo abitante terreste; non tutti hanno la sensibilità per scorgere la richiesta di aiuto e di ascolto che questi uomini urlano al mondo per uscire dal tunnel della spietatezza e cercare di non rientrarci più attraverso l’accettazione; ma i membri del “gruppo della trasgressione” mercoledì tra le righe ci hanno confidato che nonostante la veneranda età hanno compreso di non aver ancora iniziato a vivere nel momento in cui si sono resi conto di aver trascorso tanto tempo a compiere reati per trarne soddisfazione e vana gloria effimera alla ricerca di adrenalina, attenzione.
Sentire il loro cuore dolorante battere tra le proprie mani è stata una sensazione indescrivibile, esperienze toccanti come queste ti avvicinano alla comprensione delle meraviglie del cuore umano.
Auguro a tutti loro di ritrovare la loro vita e di non scoraggiarsi mai, quanto auguro a tutti di cercare con coscienza le proprie guide senza cadere nel tranello della semplicità o nella scorciatoia più breve. Il nostro destino lo plasmiamo noi con le nostre mani.
Bianca