La scuola è inutile, la cultura è inutile, tutto ciò che non è produttivo è inutile. Ne siamo proprio sicuri? La nostra odierna società sembra confermarcelo spesso: la nostra vita dilaniata dalla crisi economica, dall’ansia di prestazione per conservare un precario posto di lavoro, dai fallimenti, che spesso ci colpiscono, ci porta a pensare che la lettura dei classici e l’insegnamento, che non rappresentano altro che il superfluo, siano solo inutili, perché improduttivi. Ma, come osserva giustamente Rob Riemen, “La cultura, come l’amore, non ha il potere di costringere. Non offre garanzie. Ciò nonostante, l’unica possibilità di conquistare e difendere la nostra dignità di uomini ce la offrono proprio la cultura e un’educazione libera. “ Allora non vale forse la pena coltivare questo “superfluo”, per tenere accesa la speranza, per poter percorrere un dignitoso cammino di libere scelte?