La base del pensiero moderno

Ritratto di Socrate. Marmo, opera d’arte romana (I secolo), forse copia di una statua bronzea perduta realizzata da Lisippo

Nel mondo d’oggi ci sono molti dissensi etici tra le diverse culture ed interni a ciascuna cultura. Questo spinge i filosofi a cercare delle risposte sul perché ci siano tante differenze. Esaminiamo la situazione: che importanza ha l’etica oggi? Essa è una parte estremamente importante della filosofia contemporanea, così come lo era anche in antichità. Particolare era il confronto fra i molteplici dissensi tra le varie culture e tra quelle interne della Grecia: nel V secolo a.C., per esempio, da una parte si trovavano i sofisti, dall’altra Socrate, filosofo di grande importanza, che cercavano di trovare delle risposte. In particolare Socrate si interrogava e cercava risposte su domande etiche fondamentali.
Ma quale metodo d’indagine usava Socrate per cercare tali risposte?
Prima di tutto, dobbiamo dire che il metodo socratico si divide in tre fasi: ironia, confutazione e maieutica.
Con la prima Socrate interroga l’interlocutore (per lo più “falsi sapienti”) su quello che l’interlocutore stesso si vanta di sapere fino a fare affermare a quest’ultimo qualcosa che è in contraddizione con la sua risposta iniziale.
Si passa, quindi, alla seconda fase: la confutazione.
Infine c’è la maieutica, l’arte con cui Socrate aiutava l’interlocutore a “partorire la verità”. Come la levatrice (tra cui anche sua madre) portava alla luce il bambino, così Socrate portava alla luce la verità dal suo interlocutore. La maieutica è un metodo dialettico d’indagine filosofica basato sul dialogo. Socrate è convinto che solo attraverso il dialogo sia possibile far scaturire valori e verità comuni, cioè universali; nello stesso tempo egli non ha la presunzione di possedere queste verità e questi valori. Sa soltanto, in questo senso, di non sapere e perciò ricerca e discute.

Attraverso questo metodo l’uomo dovrebbe essere eccellente (cioè virtuoso) e felice, ma non è così. Anche Socrate commette degli errori: non tenendo conto delle componenti passionali e dei desideri che molte volte prevalgono sulla parte razionale dell’anima, cade nell’intellettualismo etico, secondo il quale si presuppone che un uomo, a conoscenza del vero bene, non può che agire benevolmente.
Infatti, secondo Socrate, l’uomo non può scegliere il male pur conoscendo la verità del bene. Quest’idea presuppone che la verità del bene e della giustizia (la stessa virtù che per Socrate è l’anima), siano raggiungibili per via razionale prima che per via sentimentale. Socrate pensa inoltre che la verità sia un bene così superiore rispetto ad ogni altra cosa, che chi “sceglie” il male, deve farlo senza dubbio perché del tutto inconsapevole del vero bene. Perciò, detto in poche parole, il virtuoso è il sapiente mentre il vizioso è l’ignorante.

Concludendo, esprimo la mia opinione.
Il metodo socratico ha lasciato all’uomo, pieno di eccessi, un grande e utile insegnamento: l’uomo “giusto” è quello che sa raggiungere un equilibrio spirituale, attraverso azioni buone e virtuose che lo porterebbero alla felicità.
L’uomo moderno è troppo attaccato ai beni materiali e avrebbe bisogno di un “Socrate moderno” che lo aiuti a trovare la giusta misura delle cose.

La potenza della parola

Secondo Gorgia la parola è una gran dominatrice: compie cose profondamente divine.
Il filosofo dimostra come la potenza della parola si dispiega, egli, infatti, considera e definisce la poesia come parola con metro,

“che si tratti di vicende felici o meno, l’anima per mezzo della parola prova un’esperienza propria e ne viene completamente trasformata”.
“Dalla potenza ingannatrice della parola si sono ricavate due arti: quella di traviare la mente e quella di ingannare l’opinione pubblica, ci sono e ci sono state molte persone che hanno saputo ingannare innumerevoli persone su vari argomenti stregandole con i loro discorsi”

Gorgia fa poi una riflessione approfondita secondo la quale non esiste una via per poter recuperare tutto il passato o per conoscere il futuro, di conseguenza per risolvere i problemi della vita si ha per consigliera solo la propria opinione, ma un’opinione, per forza di cose, insicura e priva di fondamento.

“Quindi la potenza del discorso che convince, costringe la mente, tanto a lasciarsi invaghire da ciò che viene detto, quanto ad approvare ciò che viene fatto”.

Tutto questo Gorgia l’ha anche dimostrato; avendo un fratello medico, provò e riuscì, a vendere più medicinali del fratello col solo potere della parola.
Si deduce, che saper usare bene le parole e quindi saper persuadere la gente, a volte vale più delle conoscenze: Il filosofo vuole far capire che con la sola arte del parlare bene si può ribaltare una teoria basata su conoscenze appurate. Il suo insegnamento ha un aspetto positivo: tutti dovremmo essere consapevoli della forza delle parole.
Anche poche parole hanno il potere di racchiudere grandi storie, un esempio lampante è Soldati, la poesia di Ungaretti

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

È piena di significati anche se è composta da sole 9 parole.
Gorgia pensava però che le parole non potessero comunicare nulla della realtà. Non è così. Le parole sono tanto forti perché sono cariche di significato.
Un chiaro esempio quotidiano, sono le televendite, il venditore deve anche mentire al possibile acquirente, ma in modo da far sembrare la bugia una verità. Anche i politici, spesso in campagna elettorale ingannano la gente con promesse che non manterranno mai, loro fanno appello più ai sentimenti che alla ragione con discorsi tanto preparati tanto falsi.
Noi esseri umani siamo dotati di un grande potere: possiamo comunicare il nostro pensiero con la parola in un modo che solo a noi è concesso. La comunicazione umana è quindi qualcosa di unico.
La parola è per noi così importante che senza di essa non potremmo nemmeno capire noi stessi.
Oggi poi, saper organizzare bene un discorso e affermare le proprie idee diventa imprescindibile per non rimanere schiacciati dal sistema.
L’unicità della parola, rende la parola stessa così importante, una volta pronunciata, infatti non la si può più richiamare indietro: meglio non parlare a vanvera.
Ci sono, nel pensiero di Gorgia, anche altri aspetti negativi: il filosofo si serve della parola più come strumento di dominazione che come strumento di comunicazione.
Capita ancora oggi. Un chiaro esempio quotidiano, sono le televendite: il venditore arriva a mentire al possibile acquirente, ma in modo da far sembrare la bugia una verità. Anche i politici, spesso in campagna elettorale ingannano la gente con promesse che non manterranno mai. Con discorsi tanto preparati quanto falsi, fanno appello ai sentimenti, alle emozioni ed alle paure più che alla ragione: un vero tradimento della funzione primaria della parola.
Anche gli animali comunicano sentimenti, emozioni e paure. Per farlo bastano la voce ed i movimenti del corpo. La parola ha una marcia in più: serve a comunicare il pensiero. Rispettiamola.

La maledizione del reality colpisce anche la scuola

Sabato pomeriggio. Seduta sul letto guardo un programma, più precisamente un talent show di canto e ballo, “Amici”, che purtroppo è andato perdendo di qualità di anno in anno ma nonostante ciò continua ad appassionarmi. Poi ad un certo punto si sospende il programma e danno la pubblicità. Mi sembra strano, dovrebbe mancare ancora mezzora. Invece scopro che da quest’anno l’ultima mezzora sarà dedicata a “La scimmia”, un reality dove dei ragazzi frequentano una scuola e si sfidano per raggiungere la maturità con il massimo dei voti. Avevo sentito parlare di questo programma e del fatto che fosse stato sospeso per i pochi ascolti, ma non me ne ero mai interessata. Provo ad ascoltare, magari ho capito male, magari lo scopo del reality è un altro. No, è proprio così, ci sono interrogazioni, verifiche e voti. Ci sono ragazzi diciottenni che lasciano la scuola per frequentarla all’interno del reality e ci sono ragazzi che addirittura non hanno raggiunto la maturità negli anni passati e tentano di farlo davanti alle telecamere. Ci sono discussioni, si sentono frasi come “io sono venuto qua per studiare” oppure “non trovo giusto che certa gente cerchi scappatoie” e c’è addirittura chi sostiene che è troppo faticoso, chi raggiunge a stento la media del due e si lamenta, chi ha usato i soldi datigli per l’iscrizione a scuola per scopi personali. Ho l’impressione che essi non si rendano proprio conto di cosa voglia dire studiare davvero, studiare per se stessi, studiare per la speranza di essere premiati in futuro e non di essere pagati per farlo. Strano però, anche loro sono stati studenti. Ora mi chiedo: qual è il messaggio che dà questo programma? A cosa serve studiare se poi c’è gente che non lo ha fatto e non solo ha un’altra occasione, ma viene addirittura pagata per sfruttarla? Cosa devono pensare i giovani davanti a trasmissioni come questa? Non è forse una strumentalizzazione dell’insegnamento? Voi cosa ne pensate?