Federico Rampini, la Cina, la crisi e i timori della Sinistra

Mi permetto di consigliare a tutti gli studenti, e non, uno dei giornlisti italiani che preferisco: Federico Rampini.
In questi giorni di vacanza che mi paiono privi di alcuna magia “natalizia” -abbiamo cose più serie di cui preoccuparci?- sto leggendo un libro che aiuta a rilassarmi, più del tabacco.
Il libro è “Il secolo cinese”, del suddetto giornalista, che mi aiuta a rimettere a posto i pezzi confusi che ho in testa, fra razzismi, paure, angosce, vizi e ansie di questi mesi. Vuole essere un documento sulla permanenza di Rampini a Pechino, come corrispondente per La Repubblica, ma -sarò particolarmente predisposto- risuona ad ogni pagina come qualcosa di più grande, un documento sulla situazione globale, che non può non interessare anche gli Occidentali che temono di non trovare più un posto nel mondo.

Oltre a questo consiglio un paio di libri letti l’anno scorso, sempre suoi visto che siamo in tema: uno è “Alla mia sinistra”. Figlio di ferrovieri, affascinati dal comunismo come speranza per la crescita e per la ridistribuzione del reddito, questo libro è un must per chi si ritrova ‘di sinistra’ dalla nascita, e per inerzia aggiungerei. Rampini butta un po’ di carne sul fuoco: dove la sinistra ha sbagliato secondo lui e dove anche sbagliando va rivalutata.

“Non ci possiamo più permettere uno stato sociale -falso”, praticamente edito quest’anno credo: un medicinale contro la nausea della discussione anti-tedesca sul welfare.

E infine, non l’ho ancora letto completamente però, “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”, libro dichiaratamente dedicato a una generazione diversa dalla mia -quella dei miei genitori- che trovo contenga anche degli spunti interessanti per vent’enni o giu di li.

Auguri di buone feste.

~Giuseppe

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