Socrate ne era fermamente convinto: il male è generato dall’ignoranza.
Vissuto nel V secolo, il suo modo di fare filosofia considerato troppo invasivo e diretto non piacque alla maggior parte dei suoi concittadini.
Per Socrate la filosofia era un vero e proprio modo vivere.
“Nessuno compie il male volontariamente” e “la virtù è conoscenza” sono due dei pilastri fondamentali del pensiero socratico.
Socrate aveva cieca fiducia nella ragione. Secondo lui l’uomo, naturalmente incline alla felicità, l’avrebbe potuta raggiungere solo attraverso il bene, e il bene, poteva essere fatto solo attraverso la conoscenza e la ragione. Il male, di conseguenza, era fatto involontariamente e per ignoranza.
Come detto prima quindi, il male è generato dall’ignoranza. Se un uomo è ignorante, è chiaro che è portato a compiere il male e quindi non potrà mai essere felice.
C’è qualcosa nella convinzione di Socrate che a parer mio non quadra.
Chi è a conoscenza del bene, cioè colui che potrebbe prendere la strada “giusta” può decidere di non seguirla scegliendo l’opposto: la strada del male. Questo non sempre accade per ignoranza ma anche per volontà. È la volontà che spinge l’uomo a optare il bene o il male.
Socrate non ne aveva tenuto conto.
L’uomo è libero di scegliere, niente gli impedisce di prendere la strada sbagliata, quella che avrà conseguenze negative.
Se così non fosse, come si spiegherebbero tutti i massacri e i “buchi neri” della storia? Si potrebbe credere che le stragi compiute da questo o quell’altro fossero state fatte per ignoranza; io credo più per volontà. Hanno scelto di farlo, consapevoli delle proprie azioni e delle conseguenze. Secondo il ragionamento socratico dovremmo definire ignoranti, privi di cultura e conoscenza tutti i Re, dittatori, uomini di politica che nella storia hanno compiuto cattive azioni, ucciso, massacrato, sperperato odio e terrore fra gli uomini; o semplicemente tradito la loro patria o la fiducia del popolo. Non l’hanno fatto per ignoranza, magari qualcuno sì, forse anche per pazzia; però la maggior parte l’ha fatto per scelta.
Penso sia palese che tutti gli uomini abbiano come obbiettivo comune la felicità. Ma ognuno di noi può raggiungerla attraverso strade differenti, secondo la propria volontà.
Se un uomo sceglie la strada sbagliata non è detto che lui la consideri tale. Così come se un uomo sceglie la strada giusta, qualcuno potrebbe non considerarla tale.
In questo caso entrano in gioco anche i diversi punti di vista delle persone e le diverse percezioni di bene e male.
Il pensiero di Socrate quindi, oggi può apparire paradossale e riscontrare divergenze in diversi punti.
Molto probabilmente sono cambiati i modi di pensare degli uomini, le concezioni di significato e le abitudini. In questo modo il messaggio che Socrate voleva inviare agli uomini arriva a noi falsato dalle nostre percezioni.
Egli sbagliava nell’essere convinto di saper distinguere in maniera precisa il bene e il male. Il bene e il male sono concezioni soggettive nella maggior parte dei casi. Socrate ragionava in modo oggettivo, come se un “qualcosa” doveva per forza essere bene o male, giusto o sbagliato, bianco o nero.
Non teneva in considerazione dei diversi costumi e mentalità dei popoli, dei diversi pensieri degli uomini del suo tempo. Sbagliava in questo. Ciò che per lui era giusto, doveva esserlo per tutti.
Per esempio: un genitore può ritenere giusto (quindi bene) accontentare il figlio nel comprargli un nuovo giocattolo, in questo modo lo vedrà felice; un altro genitore può ritenere ciò sbagliato (quindi male) in quanto il figlio sarà viziato.
E’ un banale esempio per dimostrare come la percezione di bene e male può cambiare da persona a persona e di come Socrate sbagliava nella sua concezione obbiettiva.
Socrate non era sciocco.
Abbiamo letto insieme l’Eutifrone dove Socrate spiega con chiarezza come gli uomini si trovino in disaccordo sul bene e sul male, sul giusto e sull’ingiusto.
Però credeva nella possibilità di trovare, insieme agli altri, validi criteri per distinguere il bene dal male.
Chi compie il male è quasi sempre convinto di fare ciò che vuole? Socrate lo sapeva. Ma chi compie atti cattivi, li compirebbe ugualmente se sapesse quanto siano dannosi prima di tutto per lui? Socrate era convinto che non li avrebbe commessi.
Sbagliava? Credo anch’io di sì. Ma le tue obiezioni non colpiscono il bersaglio.
Prendi meglio la mira 🙂
Socrate pensava per la vita di quel tempo,per i gesti e le azioni di quel tempo, quindi bisogna soggettivare e capirne il pensiero
Bravissimo concordo
Al posto di chi ha scritto questo articolo , io prima cercherei di capire il pensiero Socratico nella sua totalità , prima di arrivare a conclusioni personali che potrebbero essere false.
Ma di chi state parlando? Non esistono prove certe sull’esistenza di Socrate, ne scrive solo Platone. Un po’ poco, non vi pare?
Anche Aristofane, Policrate, Senofonte e Aristotele. Platone fu addirittura allievo di Socrate.
Ma mi faccia il piacere…allora neanche Nerone e’ mai esisto.
“Chi è a conoscenza del bene, cioè colui che potrebbe prendere la strada “giusta” può decidere di non seguirla scegliendo l’opposto: la strada del male. Questo non sempre accade per ignoranza ma anche per volontà. È la volontà che spinge l’uomo a optare il bene o il male.” è tutto qui? Socrate non ne aveva tenuto conto?? ma per favore.
Il male porta al male e il bene al bene, e una persona ignorante questo non lo sa, e infatti fa del male pensando di guadagnare del bene. Certi scambiano il bene a breve termine per “il bene”, ma nel lungo termine i nodi vengono al pettine, e il male si manifesta all’individuo.
Tutti gli uomini scelgono, e scelgono in base al bene come lo comprendono, nessuno fa il male deliberatamente, ma il bene come lo comprende.
Diciamo che uno conosce il bene, e sceglie il male? non conosce il bene in realtà, e quindi è ignorante.O non sceglierebbe il male.
La volontà si basa sull’ignoranza o sull’intelligenza, la volontà come tu la intendi mira al proprio bene, ma se agisce per il bene, è colta, se agisce per il male, è ignorante.
💯👏👏👏
Bravo sono completamente d’accordo
Quello del giocattolo é un es semplice che prova di come sia complicato il problema bene/male,che mette alla prova la tesi del male per ignoranza.È una decisione soggettiva,puramente arbitraria o c’è una conoscenza che permette di risolvere questo problema in modo oggettivo?Allo stato attuale delle conoscenze direi che non ci sono elementi che permettano una risposta univoca.Ci sono delle variabili di cui tener conto e da esaminare (il valore,il ruolo educativo,psicologico,il tipo del giocattolo ecc.visto da quel determinato genitore) e poi forse si puo accordarsi se c’é una risposta obiettiva.Quindi un esame approfondito potrebbe in determinati casi singoli arrivare al risultato avvalorando la tesi che il bene é conoscenza.Questo non vuol dire ancora che il giudizio sia poi generalizzabile.Ben più complicato é se ci sono in gioco degli interessi che inevitabilmente mettono in contrasto due o più concorrenti come contrasti tra maggioranza e minoranze all’interno di uno stato o fra stati dove sono i rapporti di forza che decidono e quello che é bene per una parte non lo é per l’altra.Difficile poi stabilire se é una mancanza di ragionevolezza,quindi teoricamente risolvibile su base obiettiva(ricercata ad es in base al principio “se fossi io al tuo posto cosa farei”?),ma questo vuol dire lasciare il secondo piano il proprio interesse,e la Storia dà chiaramente torto a Socrate.C’è poi l’aspetto culturale (es cannibalismo, i sacrifici umani,la faida o il delitto d’onore ecc. dove si vede che il concetto bene male é chiaramente culturadioendente e il ruolo della conoscenza é al massimo marginale.Altro caso che dimostra la complessità del problema è il discorso sull’eutanasia dove é arduo se non impossibile raggiungere una obiettività su cosa sia il bene se non nel caso singolo,o del dire la verità a una persona affetta da una malattia grave soprattutto se si ha l’impressione che non lo vuol sapere.Fatte queste riflessioni la tesi di Socrate é mi sembra troppo ottimistica vuoi perché l’uomo si orienta in base agli interessi in gioco vuoi perché come negli ultimi es portati é obiettivamente impossibile stabilire il confine netto tra bene e male.
La mia mamma (1932) x Natale riceveva una bambola che spariva alla befana e x quasi tutto il suo periodo infantile è stato così. Lì nn era ignoranza ma povertà e cmq nn hanno mai sofferto la fame e avevano anche super nascosta una radio. Nn erano ricchi ma la carne c’era solo a Natale. E portando via la bambola nn era ignoranza ma consapevolezza che nn avrebbero potuto regalargliene un’altra quindi la conservavano ancora nuova x l’anno seguente. Nn era possibile essere viziati ma la mia mamma nn si è mai lamentata xché mangiava tt i giorni e vedeva le realtà che esistevano nella corte dove viveva e la sera se avanzava un po’ d zuppa il piatto veniva dato a chi non aveva nemmeno un piccolo orto x farsi un minestrone. Mio nonno aveva 2 lavori operaio e vigile del fuoco e la mia mamma ha fatto anche la 1° media. Insomma nn ha avuto molto ma i bambini già comprendevano il male della guerra. Penso che quelle generazioni siano cresciute con la convenzione di ciò che è buono e invece ciò che è cattivo. A questi genitori e bambini hanno rubato tutta la vita sia intinteriore che quella che cerchi d farti (il meglio possibile). Quindi i poveri anche se non ignoranti dovevano sottostare a persone cattive con idee malsane x nn mettere epiteti in questa risposta. Certo è che nel 2022 il razzismo di qualsiasi genere è paragonabile a quello che ha vissuto la mia mamma ed è incredibile che una persona non ignorante abbia dei compartimenti stagni nel cranio (Nn voglio dire cervello) che lo rendono brutta persona, piccola e insignificante. Questo è il mio pensiero ignorante.
Concordo pienamente
Quello del giocattolo é un es semplice che prova di come sia complicato il problema bene/male,che mette alla prova la tesi del male per ignoranza.È una decisione soggettiva,puramente arbitraria o c’è una conoscenza che permette di risolvere questo problema in modo oggettivo?Allo stato attuale delle conoscenze direi che non ci sono elementi che permettano una risposta univoca.Ci sono delle variabili di cui tener conto e da esaminare (il valore,il ruolo educativo,psicologico,il tipo del giocattolo ecc.visto da quel determinato genitore) e poi forse si puo accordarsi se c’é una risposta obiettiva.Quindi un esame approfondito potrebbe in determinati casi singoli arrivare al risultato avvalorando la tesi che il bene é conoscenza.Questo non vuol dire ancora che il giudizio sia poi generalizzabile.Ben più complicato é se ci sono in gioco degli interessi che inevitabilmente mettono in contrasto due o più concorrenti come contrasti tra maggioranza e minoranze all’interno di uno stato o fra stati dove sono i rapporti di forza che decidono e quello che é bene per una parte non lo é per l’altra.Difficile poi stabilire se é una mancanza di ragionevolezza,quindi teoricamente risolvibile su base obiettiva(ricercata ad es in base al principio “se fossi io al tuo posto cosa farei”?),ma questo vuol dire lasciare il secondo piano il proprio interesse,e la Storia dà chiaramente torto a Socrate.C’è poi l’aspetto culturale (es cannibalismo, i sacrifici umani,la faida o il delitto d’onore ecc. dove si vede che il concetto bene male é chiaramente culturadioendente e il ruolo della conoscenza é al massimo marginale.Altro caso che dimostra la complessità del problema è il discorso sull’eutanasia dove é arduo se non impossibile raggiungere una obiettività su cosa sia il bene se non nel caso singolo,o del dire la verità a una persona affetta da una malattia grave soprattutto se si ha l’impressione che non lo vuol sapere.Fatte queste riflessioni la tesi di Socrate é mi sembra troppo ottimistica vuoi perché l’uomo si orienta in base agli interessi in gioco vuoi perché come negli ultimi es portati é obiettivamente impossibile stabilire il confine netto tra bene e male.
Penso che il male è generato non dall’ignoranza, ma dal pensare male
Io penso che il male compiuto con la volontà diventi poi con il tempo un qualcosa che si ritenga giusto e , probabilmente, Socrate lo aveva pensato così. Questa è solamente una mia deduzione, non prendetela come una affermazione
Solo se sei stato nel male puoi capire il bene , se il bambino non si bruciasse con il fuoco non capirebbe di starci lontano , l’ignoranza è la matrice di ogni male , la conoscenza di quel male stesso te ne allontana , l’uomo ricerca continuamente il bene , semplicemente non conosce la distinzione tra il bene ed il male , solo dopo averlo sperimentato con le sue stesse mani se ne rende conto , proprio come il bimbo fa con il fuoco .
Se ogni uomo avesse la semplice consapevolezza della propria misera esistenza si adorassero l’un l’altro , poiché nessuno è per sempre, e tutte le battaglie che si consumano ogni giorno non hanno motivo di esistere .
Tutti coloro che hanno ucciso o violentato oppure chissà cos’altro secondo me non sono giustificati , semplicemente sono vittime dello stesso male che da sempre incombe il nostro mondo .
Credo che alla fine tutti siamo vittime e artefici , non esistano santi ne diavoli ma uomini imperfetti .
Certo che puoi scegliere la via del male,ma è comunque ignoranza ,ristrettenzza di coscienza , mancanza di visione dell’insieme, di un bene comune che è la Pace, il paradigma ‘mors tua vita mea’ è obsoleto per una Umanità giunta all’evoluzione interiore di oggi, (ovviamente non per tutti lo stesso stato e grado). Quindi per ognuno scelte per stato interiore e grado di coscienza di appartenere ad un insieme nel quale vogliamo essere felici.
A lei mancano delle conoscenze d intensità spirituale e psicoanalitica per argomentare la differenza tra bene e male .
Auguri
Intensità spirituale! Parolone che dicono tutto e niente. L’anima, ( ricordiamolo, inventata da Platone e abusata dal Cristianesimo) per i greci era semplice volontà di percepire il bene condiviso con gli altri e non entità individuale come la intende la cultura occidentale cristiana. La buona struttura relazionale delle emozioni, forse questo è un pilastro importante per agire nel bene o nel male. Tutto parte dalla buona educazione a partire dalla scuola elementare che non educa più da anni. Tutto il resto è accademia da bar dello sport
E’ sapiente solo chi sa di non sapere, ergo colui che e’ pienamente coscente della sua ignoranza. Il Sapere porta necessariamente al bene e quindi alla ricerca della verita’ “Scopo principe della filosofia”. Il sapere ,inoltre ,non e’ legato alla cultura scolastica come la intendiamo noi, ma alla libera capacita’ di ognuno di apprendere attraverso la curiosita’, che porta necessariamente l’individuo alla ricerca della verita’ e dell’essenza dell’universo che lo circonda. La via e’ la filosofia. Questo era il pensiero di Socrate. Cerchiamo di non confondere il concetto di intelligenza e cultura scolastica con quello ben piu’ ampio e assolutamente non banale di conoscenza socratica .