“La parola è una gran dominatrice che, anche col più piccolo e invisibile corpo, cose profondamente divine sa compiere.”
Così scrive Gorgia, aggiungendo “si può dire che la parola sta all’anima come la medicina al corpo. Infatti, come alcuni farmachi eliminano dal corpo queste o altre indisposizioni, e certi guariscono, altri uccidono, così le parole.”
E’ davvero così? Ha realmente tutto questo potere la parola, tanto da poter essere considerata una “medicina” per l’anima?
Di certo, la parola è molto più forte e importante dell’azione, in quanto, appunto, colpisce l’anima e non il corpo. E, si sa, è molto più semplice ferire l’anima di qualcuno.
La parola è in grado di far riflettere, pensare, ragionare. Un buon discorso può cambiare radicalmente le cose.
Ne abbiamo esempio ogni giorno, dai discorsi dei politici alle semplici parole di un amico.
La magia delle parole avvolge, strega, incanta la gente; ogni parola racchiude in se’ una forza che può essere sprigionata in qualsiasi momento. E’ proprio questa forza che influisce sull’anima e che condiziona noi e il nostro essere.
Una canzone ripete “sono solo parole”, come se volesse convincerci che realmente le parole sono ciò che conta di meno, e qualsiasi cosa, anche la più semplice, è più importante.
Il problema sta nel fatto che le parole rimangono in noi per tempi lunghissimi, a volte per sempre, e raramente cicatrizzano. Restano vive, pronte a ferire o rallegrare in momenti meno opportuni.
Ma cosa saremmo noi senza la parola? Senza la possibilità di comunicare, se non a gesti?
Gorgia ha espresso in poche righe l’unica verità della parola: è una medicina. E le medicine non sempre guariscono.