Nell’alba dei tempi il mondo non esisteva. Lo spazio era come un semplice telo nero, piatto e vuoto.
Venne un giorno in cui da questo spazio vuoto nacque qualcosa.
Un barlume di luce che rischiarava le tenebre.
Col passare dei secondi quella luce mutò e divenne una splendida donna, che con il suo sublime canto fece scaturire un manto di stelle e una distesa di prati a perdita d’occhio.
Tutto questo nasceva nella mente della donna in modo inconsapevole, come se lei fosse stata creata da un’altra entità estranea solo con lo scopo di dare origine alla vita sulla terra.
La sua nascita era stata del tutto casuale, era stata partorita dalle tenebre, ma da esse non voleva ritornare.
Esse però le imposero di trovare qualcuno che le facesse compagnia, oppure l’avrebbero inglobata di nuovo.
Così, dalla mente della donna nacquero altre donne simili a lei.
Ma esse si sentivano sole; nonostante tutto.
Le donne erano a corto di idee, non sapevano che forma dovessero avere gli esseri che avrebbero fatto loro compagnia.
Un giorno una di loro ebbe l’idea di lasciare la decisione alle Tenebre e la donna dal sublime canto espresse nella sua mente il semplice desiderio di avere una qualunque compagnia.
Così le Tenebre partorirono gli animali.
Tra tutte le bestie nate se ne distinse una parte: gli uomini.