“[Non e’ contestabile] perche’ questa non e’ la teoria, ma il mio sentimento proprio. Anche se qualcuno dice ch’e’ sbagliato, non sapro’ fare altro finche’ il mio cervello e’ integro”, Kōtarō Takamura -Un sole verde (1910).
Quanto e’ teso, sottile e antico il vetro dei giovani che si spezza al suono della lingua quando chiama ‘Amore’?
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Amore!, caro Amore,
Amore mio,
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ogni notte mi ammalo! Apro le grosse finestre della mia camera per lasciarti passare senza fare rumore, perche’ so con quanti scrupoli passi sotto le coperte e non vuoi lasciare orma dei tuoi piedi delicati.
Fingo di dormire per ore e ore, di spostarmi sul fianco inquieto, di sprofondare nel sonno con il petto contro le lenzuola, di schiacciare le guance contro il cuscino, di non tendere nessun muscolo della palpebra quando ogni emozione sotto la pelle trema al pensiero che sarai tu a baciarmi presto, quando non perdo il filo dell’immaginazione piu’ complessa, falsificando il senso d’ogni fissura nell’uniforme respiro del vento come le dita nere, tue.
Respira, almeno tu.
“Dove trovare un’amata, uguale a me? Angusto!, sarebbe il cielo, per contenerla.”