Copiare: un’arte antica. Generazioni di cultori hanno profuso tesori di ingegno per svilupparne tecniche e criteri.
È un campo fecondo. Si arricchisce ogni giorno di nuove scoperte: raffinate applicazioni dell’alta tecnologia e geniali reinvenzioni di consolidate tecniche artigianali.
I prof lo sanno: sono stati studenti, conoscono la tradizione.
I prof lo sanno, ma che fare?Anche per le materie orali, c’è poca scelta. Il programma da trattare non è poco, soprattutto se vuoi farlo in modo dignitoso. I tempi son stretti e sempre erosi da iniziative, manifestazioni, foto di gruppo, assemblee di classe… Così la soluzione della prova scritta diventa un percorso obbligato.
Ahimè, non ho talento come cane da guardia. Per un minimo di sicurezza, patti chiari:
– Sul banco voglio soltanto carta e penna. Niente sotto il banco. Zaini chiusi. Non ho bisogno della prova indubitabile: un fondato sospetto mi basterà per annullare il compito e dare il voto più basso possibile: 1.
E come si stabilisce se c’è un fondato sospetto?
Ovvio, lo decido IO.
Si comincia. Non faccio il poliziotto, ma li osservo.
Lavorano placidi. Perché non approfittarne per sistemare il registro?
Ci provo per due minuti. Poi alzo lo sguardo e… sul banco di Tonali è comparso un diario, chiuso, innocente. È in prima fila Tonali e scrive compunto. Un modello di diligente impegno. Troppo impegno.
Mi avvicino. Dal diario spunta, ma poco poco, un foglietto stropicciato, con pallidi segni in matita. Vecchissimi scarabocchi, si direbbe.
Tonali, sereno, continua il suo lavoro.
Ma le regole son regole. Niente sul banco, avevo detto. Dunque…
Prendo il diario. Guardo il foglietto. Caratteri piccolissimi, quasi ci lascio la vista.
Leggo: ecco, parola per parola, la risposta ad una delle domande.
Ritiro il compito.
– Tonali, questo è ben più di un fondato sospetto.
Penna rossa. Scrivo 1 sul foglio.
Penna nera. Scrivo 1 sul registro.
– Ma prof, le altre le so. Mi interroghi.
– Non oggi, Tonali. Forse un’altra volta.