Salve a tutti, vi posto un articolo che è stato incaricato dalla professoressa Di Somma ad una mia compagna di classe; si tratta di un commento al concerto di Primavera.
La platea si sta riempiendo. Da entrambe le porte entra molta gente: non solo studenti e genitori, maanche persone esterne all’istituto, intervenute per partecipare a un evento della comunità e passareuna serata diversa dalle altre.Si respira un’aria diversa dal solito, nuova, più viva della monotona atmosfera scolastica: sipercepisce l’arrivo della primavera, ma soprattutto si sente l’eccitazione dei ragazzi che stanno persuonare. Una ragazza prova il suo brano al pianoforte prima che il concerto cominci, le tremano ledita. Come poi mi dirà uno di questi ragazzi, <<aspettare di suonare è stato decisamente più difficileche esibirsi, perchè è l’attesa del tuo momento che ti fa agitare, non il suonare in sé>>. Stiamo pervedere i nostri compagni sotto una nuova luce.Bisogna riconoscere che è ammirevole il loro impegno: sono studenti come tutti gli altri, e cometali devono rispondere agli obblighi di studio, eppure trovano il tempo di incontrarsi con i loroamici per fare le prove, migliorare e ampliare pian piano il loro repertorio da musicisti. Il Preside cirammenta, quanto lavoro, impegno e passione bisogni donare per ottenere dei buoni risultati.Ed ecco che i ragazzi iniziano a suonare. Uno dopo l’altro, da soli o in gruppo, ci propongono i lorobrani. Si alternano note di pianoforte, fiati, chitarra elettrica e classica, batteria. Infine è il turnodel coro di Istituto, unito al coro W. Byrd e al coro del corso di esercitazioni corali della scuolacivica di musica di Milano, diretti tutti insieme dal maestro Francesco Girardi. Vengono toccatitutti i generi musicali, dai Beatles a Chopin, da Tiersen alla colonna sonora di Greese, da Mercury aBach. In questo modo sono coinvolti nello spettacolo gli animi di tutti i diversi amanti della musica:le mamme cantavano “Somebody to love”, le ragazzine accompagnavano il coro in “Bad day” diDaniel Powter e i papà di mezza età si emozionavano per Lennon e McCartney.Ma non si tratta solo e soltanto di musica: viene lanciato un messaggio. Due ex studenti, con lacanzone “40 anni” dei Modena City Ramblers, hanno dipinto la tragica situazione della politicaitaliana e soprattutto la stanchezza del nostro popolo di doverla sopportare. Come loro stessi hannoaffermato apertis verbis, <<noi italiani potremmo essere decisamente migliori di così>>. Davveroun grande messaggio, che ha coronato e arricchito il concerto.Tutto il pubblico è stato d’accordo sull’ottima riuscita dello spettacolo e ha fatto sentire il proprioparere con un grandissimo applauso finale.Davvero un’ottima serata, perfetta da passare con i propri amici, diversa dalle altre, che ha riunitonon solo membri dell’Istituto ma anche parte della comunità di Rozzano.
Viola Scarselli
Acciderbolina, tuttoattaccato!
“Il computer si è sbagliato
quello che era un bell’articolo
è diventato un tuttoattaccato.”