Lo amerèmo Shakespeare. Lo amerèmo, sì; che lo ameremo. Dobbiamo solo vivere l’attesa di dimenticarCi ‘l cuore leggiero che oggi non sta spiombato, dacché adulti; ma poi tornerà nel limbo degli intelletti più interessanti; intanto, ci resta la letteratura degli autori sconclusi; educanti al periodo n’opposizione di fase con la reggente. Disordinati, semblante ‘l barocco lesbismo da Stromboli: nel migliore dei tentativi, nel trattenere la penna filiforme inchiodata al parlato, scivolando nello stereotipo dello storcileggi, ammalato alle consegne e tracce -Morte- dettate.
Ahi, cara Medusa. Capello riccio e moro. Ma cos’hai nello sguardo?, che ci vedo il contrasto della sabbia quando riflette com’un faro dal basso la luce della notte colorata del mare sognante.
Cos’hai nello sguardo, che scriviamo pagine di filosofia anche nel silenzioso tempo fra i due sospiri nell’erba?
(respiro ansioso)
Non sono mai stato.
Tanto [..]
Lontano alla vita –perì ‘nganno estremo, ch’eterno io mi credei.
Perciò, vicino alla coda del sonno, realizzo la giusta prospettiva dell’erotismo piéffimero. E ti vedo -addìo!- nello stesso corpo notturno, seguire l’orme addormentate del meriggio odoroso di Spagna. Che pena!