Durante la seconda guerra mondiale e nel periodo subito successivo la popolazione prevalentemente italiana ma anche slovena e croata, nelle zone dell’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, è stata vittima di esecuzioni sommarie compiute dall’Esercito popolare di liberazione iugoslavo.
Oggi, 10 febbraio, celebriamo il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime dell’ennesima strage commessa dall’uomo.
Ricordare non solo è giusto per rispetto di coloro che hanno vissuto questi eventi storici, ma è fondamentale perché il ricordo e l’informazione sono gli unici strumenti che abbiamo oggi per evitare di commettere gli errori ed orrori del passato.
A questo proposito cito le parole del presidente della Repubblica (Roma, 10 febbraio 2007):
Va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe (…) e va ricordata (…) la “congiura del silenzio”, “la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell’oblio”. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.