Ah, dolcezza del mio cuore.
Quanta gola sprecherei per sciogliere il vetro che ci separa. Quante fatiche ti dedicherei per il contatto che la paura ci nega.
Il démone dello spazio ci stringe contro la piana azzurra, saporita di vernice fresca. Davanti a ‘sto schifo d’immagini disturbanti. Vomito applaudito da una massa di odianti della bellezza autentica, attendenti altro senònché immagini più veloci del genio umano, della retina della mente. Regalo di un prestigiatore dalla bacchetta setolata.
Il tuo sospiro nascosto, massa di petalo, pesa tonnellate sui polmoni, vero organo dell’amore negli uomini. Scoppietta l’olio caldo mentre frigge le ferite; persino il soffio, placebica inutilità a pelle fresca, [..]: sei un amore.