Il disperato, e senza potenza, amore di Encolpio

La cultura apre la mente.
La passione che spacca il filtro delle parole di Petronio scorre sul materiale patinato delle carte da gioco. Una soffiata carezza e la figura lascia scivolare la veste.
Un baccano fa eco di migliaia di finestre di legno che sbattono contro il muro della mente piatta, aprendosi con forza.
Un mazzo di carte che si mischia, esplodendo.
Nella polvere che si agita discreta: che sia il godimento dei due corpi simmetrici la fronte del piacere? Che una volta l’uno e una volta l’altro descriva la ricetta dell’arazzo macchiato del peccato? Che questo tessuto intrecciato da mille fili sia più tenero dello straccio sputato dall’ospitalità di Eva? Questo?!
Questo amore che ci educano a sfocare disgustoso e promiscuo. In quale passaggio storico ce lo siamo persi? Quando abbiamo acceso il primo lumino per il sesso e abbiamo modellato con lame e martelli la necessità di riprodursi?

Scimmie.

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