E invece no! Mai dobbiamo smettere di indignarci. Ma sempre, anche la moneta più piccola, deve tuonare come il baccano delle piume scivolate a terra nella notte. Non solo per noi dev’essere di fastidio; seppelliamo con spade d’inchiostro la nostra sete di libertà.
‘Sciò’ le accuse di banalità.
E quando mai il dolore si piega sotto la frusta del tempo? Nel sentimento? Ma quì non siamo al cospetto di Amore. Quì il sangue che lasciamo sui marciapiedi, noi, scavati da cazzotti nello stomaco, non torna indietro.
Mai il carpe diem oraziano fu più necessario d’ora.
S-cateniamo gli animi dal nastro adesivo sporco di petrolio.
Da una conferenza di Evgenij Evtušenko
Mi dicono: “Amico
sei proprio coraggioso!”
E non lo sono – tra i miei vizi non ho mai avuto il coraggio.
Solo non mi sentivo meschino al punto d’essere così vigliacco come altra gente che mi vedo intorno.
Ma non ho mai tentato di deviare l’orbita del mondo.
Ho scritto e basta.
E allora?
Ma non ho mai fatto l’informatore.
E ho sbeffeggiato quando la misura era colma – mi sono burlato del Falso – [ho cercato di dire quello che pensavo – forte abbastanza da farmi sentire.
Ma verrà il giorno da ricordare
e ardere di vergogna:
Quando l’avremo finita con la disonestà e le menzogne
con quei tempi bizzarri quando un uomo soltanto sincero
era chiamato ‘coraggioso’!
Bella l’ultima, dove l’hai presa?
Dall’antologia dei poeti della beat generation!