2 OTTOBRE 2010

La giornata di sabato 2 ottobre è una di quelle che allargano il cuore e incoraggiano a proseguire nel proprio lavoro con rinnovato impegno.

L’inaugurazione dell’ampliamento dell’edificio scolastico e della centrale geotermica; la premiazione degli studenti eccellenti dell’esame di stato 2010; le molteplici espressioni di apprezzamento che ho avuto il piacere di ascoltare; la presenza di numerosi docenti che, pur liberi da impegni, hanno dedicato alla scuola la mattinata del sabato; l’impegno dei collaboratori scolastici, del personale amministrativo, dei tecnici, volto a garantire la miglior riuscita dell’evento (e, a questo proposito, ho il dovere di trasmettere agli interessati le espressioni di apprezzamento rivoltemi dall’Assessore Marina Lazzati); l’atmosfera, che molteplici indizi facevano percepire, di soddisfazione per l’obiettivo raggiunto; il sentimento di appartenenza, altrettanto percepibile, e l'”attaccamento alla bandiera”: tutte belle cose, che mi hanno fatto dimenticare le amarezze di inizio settimana: il furto dei pannelli sciaguratamente posizionati a portata di mano dei ladri; l’ammutinamento degli studenti di Noverasco, che, nonostante la disponibilità al dialogo, periodicamente e ricorrentemente impazzano, e sempre per futili motivi e per questioni facilmente risolvibili. Ma guardiamo avanti, con l’impegno di sempre.

11 commenti su “2 OTTOBRE 2010”

  1. Preside fin che lei trascura Noverasco non potra accadere diversamente!! sinceramente lei tutte queste belle parole per la sede di noverasco non le ha mai spese!!!
    E chi è in quella scuola da qualche hanno non dimentica la sua frase detta davanti ai suoi studenti e collaboratori in un assemblea di 2 o 3 anni fa: ” a noverasco preferirei lasciare una mia foto”
    Mi spiace ma non si è di certo fatto voler bene.

  2. Che io trascuri Noverasco è una leggenda; la verità è che certi atteggiamenti vittimistici sono duri a morire: tanto che, come vedo, si dimenticano tutte le occasioni in cui ho avuto parole di apprezzamento per quello che si è realizzato lì, a partire dal notevole aumento del numero degli studenti in quella sede (per il quale forse qualche piccolo contributo personale l’ho dato); e si trascurano anche i cospicui investimenti che sono stati fatti per la scuola di Noverasco e per i suoi laboratori.
    Quanto alla mia frase incriminata, complimenti per la citazione, troppo onore! Peccato che si ometta di precisare che è stata pronunciata in occasione di un altro sciagurato ammutinamento, con gli studenti che testardamente si rifiutavano di andare in classe.

  3. Forse troppi nuovi iscritti.
    Anche se non è bello da dire; ci siamo visti togliere l’aula di disegno del liceo, così come l’aula video. La mia classe condivide la palestra; simili disagi ai ragazzi dell’agrario.

  4. Mi scuso per la mia imprecisione, per me era sottointeso che l avesse detta in occasione di un ammutinamento.
    Le posso garantire che io quel giorno ero uno dei pochissimi ad essere entrato in classe perchè i motivi erano stupidi e senza senso, però quella frase non è piaciuta a nessuno.
    Senza dubbio il notevole aumento degli studenti e merito suo, perchè lei è stato in grado di creare un liceo che è un punto di riferimento per la zona di opera e dintorni, noi le riconosciamo tutti gli sforzi che ha fatto per rilanciare l’ immagine di noverasco, però alcuni problemi a livello di struttura noverasco li ha e non si puo negare.

    1. “alcuni problemi a livello di struttura noverasco li ha e non si puo negare”

      In qualsiasi edificio si possono trovare difetti e ognuno di noi li nota in maniera diversa. Io, per esempio, notavo a Noverasco la mancanza di pannelli fonoassorbenti.
      Però, guardiamoci intorno. La vostra scuola è, nell’insieme, una delle meglio attrezzate d’Italia.

  5. Quando sono arrivato al Liceo di Noverasco, tre anni fa, potrà sembrarvi strano, mi sono trovato in una scuola ”completa” e ben organizzata e non in una ‘lontana e abbandonata succursale’ di Rozzano.
    Si dice che non vi è abbastanza interesse o impegno per la sede di Noverasco da parte del Preside, ma io vedo il Prof. Parma presente a Noverasco almeno un giorno completo alla settimana e, in alcuni periodi, anche per più giorni. E non è facile seguire due sedi grandi e con numerosi studenti e docenti, quando poi il personale di segreteria e amministrativo si trova praticamente tutto nella ”sede centrale”.
    Ero in una ”succursale” anche nel Liceo precedente e vi garantisco che lì la Preside non si vedeva letteralmente mai. Per parlare con lei anche i docenti dovevano prendere appuntamento telefonico e spesso la risposta era: ”non ha tempo” e l’eventuale, necessario, appuntamento poteva anche essere fissato alcuni mesi dopo la richiesta.
    Qui, permetterete, vedo un Preside presente, disponibile a parlare con docenti e studenti e in alcun modo chiuso ad ogni dialogo. Ecco perché, sono sicuro, il Preside comunica la sua delusione e, un po’, anche la sua amarezza mista a comprensibile irritazione.
    La struttura di Noverasco sicuramente non è una scuola svizzera, ma è una scuola adeguatamente attrezzata e del tutto dignitosa.
    Certamente, ci sono aspetti che possono e debbono essere migliorati, soprattutto – mi pare di capire – tra spogliatoi e palestra, ci sono anche – oggi – alcuni problemi di spazi, perché la scuola è cresciuta ed è, quindi, ben vista e stimata da ragazzi e famiglie e ci sono conseguenti problemi logistico-organizzativi, che si risolveranno senz’altro con un po’ di ”rodaggio” e di impegno, ma Noverasco è e resta una struttura valida, che non cade a pezzi, come qualcuno ha un po’ esageratamente – ma i paradossi si possono comprendere in momenti di ”agitazione” – affermato.
    C’è, infine, un aspetto sul quale vorrei invitare alla riflessione: quello della relazione tra studenti-docenti-dirigenza.
    A Noverasco c’è sicuramente un rapporto tra studenti e docenti improntato non a conflittualità o a ”ordinarietà”, né a ”distacco”: si discute apertamente di tutto, c’è disponibilità all’ascolto e al dialogo, esiste massima apertura alle esigenze e alle richieste degli studenti e delle famiglie, c’è la richiesta doverosa di impegno di studio rigoroso e serio – certamente – accompagnata ad un’attenzione costante alla vita quotidiana degli studenti e ai loro problemi.
    Si tratta di una condizione importante e preziosa, che non è ugualmente presente in tutte le scuole superiori.
    Questo ”stile” e questa scelta, sicuramente dipendono dalla professionalità e dalle capacità pedagogiche dei docenti, ma anche dall’impostazione educativa e didattica che il Preside propone e persegue da molti anni.
    Mi pare, credo di poterlo affermare con piena tranquillità, che questa ”condizione relazionale e di lavoro”’ conti più di un po’ di umidità sui muri o sul soffitto – sicuramente da sistemare in tempi ragionevoli e tecnicamente possibili – o di qualche disagio nell’uso dell’unica palestra disponibile.
    Sto affermando, dunque, che gli studenti non devono o non possono lamentarsi di nulla? Che non possono manifestare protesta e disagio?
    Certamente no. Gli studenti hanno il diritto, anzi, il dovere di comunicare disagi e di ”protestare”, ma lo devono fare – perché la protesta non resti sterile e il disagio ascoltato, ma non risolto – con quella ”ratio” e quel buon senso che sconsigliano sempre atteggiamenti e parole ”di rottura”, come se si fosse su barricate diverse e non, invece, persone che lavorano nello stesso luogo e per molte ore ogni giorno.
    Solo un invito: i problemi ci saranno sempre e non tutti saranno ”facilmente risolvibili”, anche perché la soluzione di alcuni di questi non dipende dalla buona volontà del Preside o del politico ”in vista’ di turno, si deve, pertanto, evitare di mettere insieme – in una sorta di miracolistica richiesta di interventi radicalmente risolutivi – problemi affrontabili in sede, col Preside e con i docenti, e aspetti che richiedono interventi differenti, di Enti e decisioni esterne, di fondi economici e di finanziamenti corposi e legati a competenze di ”altri”. La realtà è complessa e compito della scuola è anche di far comprendere questa complessità.
    Si affrontino i singoli problemi con calma e con adeguata informazione – anche ”tecnica” e giuridica – e non sulla ”spinta emotiva” di qualche episodio ”scatenante” e magari… facilmente risolvibile.

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