Un venditore di palloncini è più di un semplice commerciante. E’ custode invano di un mondo intero, sopra al suo berretto.
Mi sono perso nei miei pensieri e ho pensato ai palloncini gonfiati all’elio. Sbattuti con il volto verso il cielo, fino a che il filo a cui sono legati glielo permette.
Alcuni rimangono invenduti e perdono parte del gas di cui sono stati gonfiati. Altri vengono slegati dal vento, lo seguono mentre forte li spinge verso l’alto e vivono ogni giorno soffrendo di vertigini prima che il Sole li uccida.
Sarà possibile, per noi palloncini, non perdere l’elio e piombare a terra, insieme a tutti i vecchi palloncini che si lasciano calpestare dalla struttura fissa del quotidiano? E’ possibile volare in alto senza fare la fine di Icaro?
Mi vengono in mente due scogli sui quali prendere il respiro: la frase, che conosco come citazione di Giovanni Falcone, che dice di non aver paura di niente perchè chi ha paura muore ogni giorno, invece di morire una sola volta come tutti gli altri; e Baudelaire quando ogni mattina, appeso sul muro di camera mia, m’invita ad ubriacarmi di vino, di poesia o di virtù a mio piacimento.
Caro Giuso, quest’anno studierai Nietzsche. Forse può essere di aiuto.
Breve citazione:
Però, metti un titolo al post.
Con il titolo è un’altra cosa…
Datevi da fare quest’anno: lasciate una traccia negli annali del Calvino.