Da anni ci affannavamo a dirlo: il precariato dei docenti è iniquo. Lo Stato applica ai suoi dipendenti norme che altrove non ammetterebbe. Usa, spreme e sfrutta dei lavoratori, li licenzia a giugno sapendo già che li riassumerà a settembre: risparmia sulla retribuzione estiva come il più cinico degli imprenditori privati.
Uomini e donne, talvolta ad un passo dalla pensione, vengono chiamati, come braccianti a tappare le falle dell’istituzione.
Iniquo.
Ebbene, con la loro grande sensibilità umana, il capo del governo, il ministro della pubblica istruzione e il parlamento hanno deciso di affrontare il problema per risolverlo in maniera chiara. Basta con il precariato intellettuale!
Molto meglio la disoccupazione…
E io dico: ” E quella forma di lavoro molto simile al lavoro nero che sono stati i LSU o e LPU? E il caporalato di fine agosto? In quei giorni tutti alla chiamata per i posti disponibili sorbendosi per un’intera mattinata, oltretutto, commenti banali, inutili e fuori luogo!”