Niente calcio per le femmine

Martedì 20 aprile 2010 si è tenuto a Noverasco il torneo di calcio dell’Istituto Calvino. I partecipanti sono stati scelti dai relativi professori di educazione fisica che hanno giudicato chi meglio potesse essere all’altezza dell’evento.
Tuttavia qualche giorno fa nella classe 4B del liceo è sorto un problema da non sottovalutare: una compagna di classe ha chiesto alla professoressa come mai lei, giocatrice di calcio da 7 anni, non fosse stata convocata e se ci fosse la possibilità di essere aggiunta al gruppo selezionato in modo da partecipare al torneo.
La risposta ha lasciato un po’ spiazzato il lato femminile della classe: infatti l’insegnante ha espressamente affermato che le femmine non possono partecipare ai tornei di calcio perchè inferiori fisicamente. E fin qui nulla da obiettare perchè, nonostante sia una definizione un po’ troppo generica, il più delle volte risulta essere vera. Il problema però è che la stessa discussione era avvenuta anche qualche mese fa quando, nel periodo del torneo di pallavolo, abbiamo scoperto che in ogni squadra devono obbligatoriamente esserci almeno 3 giocatori maschi.
La domanda che sorge spontanea è: come mai a pallavolo devono esserci almeno 3 maschi nella squadra e invece a calcio le femmine sono addirittura bandite? Abbiamo anche chiesto all’insegnante di formare un gruppo esclusivamente femminile ma la proposta non è stata accettata perchè “troppo impegnativa”.
Come può quindi una ragazza della nostra scuola gareggiare nel torneo scolastico di calcio se non è accettata nella squadra dell’istituto e inoltre non può formare una sua squadra perchè gli insegnanti “sono troppo occupati”?

17 commenti su “Niente calcio per le femmine”

  1. E’ una vergogna, non dico che debbano essere integrate obbligatoriamente le ragazze, ma se una se la sente deve giocare..

  2. Tra l’altro se la ragazza è quella che penso io, son contento.. Altrimenti il mio ITC avrebbe dovuto affrontare un avversario mica male 😛

    Scherzi a parte, una modifica non sarebbe male.. Anche se dubito che il regolamento sia davvero così..

  3. Ti posso rispondere per quanto riguarda la pallavolo. Il regolamento dice che IN CAMPO devono esserci 3 maschi e 3 femmine. Questo viene fatto esclusivamente per una questione di “equilibrio” in campo. Se giocassero 6 maschi contro 6 femmine la partita non sarebbe equilibrata vista il divario fisico tra i due sessi. Per quanto riguarda il calcio credo che sia praticamente impossibile organizzare un torneo femminile: le studenti calciatrici sono davvero poche. Chiamare 10 ragazze che non hanno mai preso a calci un pallone a fare un torneo solo perchè una ragazza sa giocare non avrebbe alcun senso.

  4. Mi sono chiesta la stessa cosa quando c’è stato il torneo di basket….per me non convocare le ragazze che vogliono partecipare a questi tornei è un insulto…o per lo meno sarebbe stato accetabile organizzarne uno femminile…

  5. Mi sono chiesta la stessa cosa quando c’è stato il torneo di basket….per me non convocare le ragazze che vogliono partecipare a questi tornei è un insulto…o per lo meno sarebbe stato accettabile organizzarne uno femminile…

  6. Ma infatti io non intendevo dire che dovrebbero mettere l’obbligo di 3 componenti femminili per i tornei di calcio, anzi. Dico solo che non è giusto che alle ragazze sia vietata la partecipazione al torneo! Lo so anch’io che non tante ragazze vorrebbero partecipare ma non è questo il punto: è giusto che chi vuole possa partecipare, senza fare differenze fra i sessi.

  7. Cara Simo,
    Quando ero in terza ho partecipato al torneo di basket e nella squadra di Noverasco c’era una ragazza che giocava in serie C. Nonostante abbia faticato parecchio ( contro ragazzi di 1.85 di altezza media) ha giocato anche bene..

  8. ma se le femmine sono poche,non si potrebbe fare calcio a 5 nella palestra del calvino? Non per sminuirne le prestazioni agonistiche anzi per aumentare l’accessibilità all’evento.

  9. Rispondo alla questione postata da uno studente di 4B visto che mi coinvolge direttamente.

    Nel corso dell’attività didattica sono solita affrontare l’argomento della differenza fra maschio e femmina, qui sollevata, già con le prime classi del liceo, ma vedo che si fa ancora molta confusione; vorrei così chiarire meglio il motivo della scelta relativa alle attività sportive organizzate nel nostro istituto.

    Innanzitutto va detto che l’educazione fisica (già questo termine dovrebbe parlar chiaro) è una disciplina basata sull’insegnamento di diverse attività motorie a scopo educativo; la sua finalità è favorire il sano sviluppo dell’individuo e la sua formazione attraverso l’ esperienza di movimento e quella di espressione corporea.
    L‘attività sportiva competitiva è un elemento di questa disciplina ma non è né fondamentale né necessaria al suo primo scopo.

    Tutti devono poter svolgere attività fisica, al pari delle altre attività di studio.

    L’impegno sportivo dei tornei organizzati nella nostra scuola va a soddisfare un’esigenza che rientra nei compiti dell’ insegnante di educazione fisica, ma non è obbligatorio.

    Il dovere dell’insegnante di educazione fisica è di ricercare il massimo coinvolgimento di tutti, offrendo delle occasioni di confronto con se stessi e gli altri attraverso lo studio del movimento e anche con momenti ludici-sportivi.

    Nei tornei la partecipazione è limitata a pochi studenti, selezionati in base alla valutazione delle loro capacità nello sport scelto (e in base anche al loro corretto comportamento durante le lezioni).

    Per prima cosa quindi mi impegno nei confronti degli allievi per garantire, insieme allo svolgimento di queste attività, la loro incolumità, limitando il più possibile i rischi.

    La mia scelta di non inserire una ragazza di 4 B nella squadra di calcio si basa perciò su questa priorità.

    E qui sorge la questione se una femmina e un maschio possano incontrarsi in una competizione dove il contatto fisico e l’ aggressività sono una componente di complessa gestione.

    Poiché la scelta ricade sulla mia responsabilità, decido di non rischiare sapendo di arrecare un dispiacere (ma non un torto) a una ragazza cui fa onore l’essere calciatrice con un forte desiderio di confrontarsi anche in situazioni di svantaggio.

    La donna possiede generalmente minor peso, velocità, forza e aggressività dell’uomo. Non c’è bisogno di consultare i manuali per capirlo.

    Io personalmente in gioventù giocavo a calcio in strada e mi confrontavo con i miei amici di quartiere; sola ragazza, ne ero fiera, mi divertivo un sacco e mi piaceva la sfida. Questo per chiarire che il gioco del calcio mi piace, anche e soprattutto per esperienza diretta, e per dirvi che non ho certo preconcetti di sorta.

    I ragazzi selezionati per il calcio, soprattutto quelli del triennio, non vanno tanto per il sottile in termini di confronto fisico: oggi il calcio è ancora più aggressivo di una volta. Anzi, è sempre più aggressivo.

    Esistono forse tornei misti di calcio? Ci sarà un motivo.

    Stessa cosa vale per il torneo di basket, in cui lo scontro fisico è aperto.

    Nella pallavolo per l’età pre-adolescenziale sono previsti tornei misti proprio perché le differenze fra maschio e femmina non sono ancora troppo accentuate, dato il leggero ritardo di sviluppo del maschio.

    La presenza della rete e la minor pericolosità del gioco che si sviluppa su due campi separati, ci ha fatto decidere per un torneo misto.

    Per quanto riguarda la questione relativa all’organizzazione di un torneo di calcio femminile nello spazio palestra, chiarisco innanzitutto che la palestra di Rozzano non è omologata per il gioco del calcio e nemmeno del calcetto.

    Quindi ritorniamo alle responsabilità. La posizione di noi docenti (credo di interpretare anche il pensiero di alcuni miei colleghi) è di trovare una soluzione intermedia inserendo anche quest’attività fra quelle in programma, con opportune indicazioni, cercando di accontentare gli studenti, numerosi, fra cui questo sport gode di grande consenso.

    Le attività sportive che noi offriamo a scuola – la campestre, (quella che mi vede più favorevole in assoluto proprio per la sua caratteristica basata sulla libera partecipazione e non sulla selezione), il torneo di basket, di calcio, di pallavolo, di atletica – occupano parecchio tempo per l’ impegno della selezione, che non è semplice dato il numero degli studenti da sottoporre a test e prove, e chiaramente necessitano anche di tempi e organizzazione con un intervento concordato fra i docenti e le altre componenti della scuola.

    Inoltre si è tentato di proporre le attività sportive più popolari e dubito sulla facilità di organizzare una squadra di calcetto femminile, anche solo per il numero reale delle ragazze disponibili a tale attività, senza considerare i punti che ho appena esposto.

    Colgo l’occasione per esprimere il mio disappunto su un orientamento diffuso in chi ci governa e prende decisioni, spesso, senza interpellare le figure competenti e di esperienza. Nel nostro caso ci troviamo in una situazione che prevede sempre meno attenzione all’attività motoria, alla formazione e alla salute e sempre più incentivazione dell’attività agonistica. Più campioni, più spettacolo, più soldi. La scuola vuole dare il suo contributo?

    Le priorità degli educatori sono altre.

    Persino Mourinho in un’intervista ha detto: “voi dite insegnante di ginnastica, io non dico ginnastica, dico educazione fisica”. Fa piacere vedere chiara la distinzione del ruolo e dei contenuti nelle parole di un allenatore di una squadra di calcio nazionale.

    Saluti a tutti.

  10. Grazie invece per l’ attenzione e…
    “scusate se non ho avuto il tempo per essere piu breve”
    Puskin
    😉
    p.s ho visto il post solo oggi

  11. Salve prof,
    grazie mille per la spiegazione dettagliata. Apprezzo molto le sue motivazioni e le chiedo scusa nel caso in cui il mio intervento sia stato preso da lei come un’offesa. Sottolineo che la mia/nostra è una lamentela sull’organizzazione scolastica (che ha criticato anche lei) e non su professori in particolare. Per quanto riguarda la mia critica sulla disponibilità di voi insegnanti trovo che le sue motivazioni siano giuste, anche se le assicuro che solo nella nostra classe ci sono almeno 4 ragazze a cui piacerebbe giocare a calcio o, perchè no, anche imparare.
    Certamente lei potrà capire che questa forma di discriminazione può apparire offensiva per una ragazza e questo ci ha spinte a scrivere qua sul blog.
    Grazie ancora per l’ascolto e per aver risposto all’appello.

  12. Ti invito a rileggere la mia prima risposta in cui non ho affatto criticato l’organizzazione scolastica, ma semmai gli orientamenti ministeriali.
    Ribadisco: la decisione di non far giocare le ragazze con i maschi è dovuta non a un criterio di discriminazione, ma a una scelta didattica, concordata, a tutela della vostra incolumità e delle nostre responsabilità assicurative.
    Nessuna offesa mi è stata arrecata e quindi non c’è nessun bisogno di scuse.
    Sono convinta che il confronto, anche su posizioni diverse, non possa che contribuire a mantenere viva e democratica la nostra scuola.

  13. un piccolo appunto per la prof.ssa siniscalchi.

    lei scrive:

    “Per quanto riguarda la questione relativa all’organizzazione di un torneo di calcio femminile nello spazio palestra, chiarisco innanzitutto che la palestra di Rozzano non è omologata per il gioco del calcio e nemmeno del calcetto.”

    esistono mini-campetti a pagamento per il jorky-ball. non esiste veramente nessun espediente per far giocare delle ragazze a calcio a 2,3,4 o 5 nella palestra della scuola?
    che cosa si intende esattamente per “omologato”? gli oratori sono pieni di campetti in cui ogni estate si fanno giocare dei bambini coinvolgendoli in molte attività ludico-sportive per l’oratorio estivo e di sicuro questi campetti non sono “più omologati” della palestra di una scuola.

    sono dell’idea che, se a un buon numero di ragazze non venga concesso prendere parte a un torneo sportivo che i loro coetanei di sesso opposto invece possono avere, questa sia discriminazione. magari si pensa che siano troppo poche quelle che vorrebbero parteciparvi, io sono dell’idea che finchè una cosa non viene proposta non si può sapere in quanti vi possano aderire.

    quindi mi permetto di dispensare un piccolo consiglio agli insegnanti di educazione fisica dell’istituto: cercate di fare di tutto affinchè si possano organizzare tornei sportivi femminili. che, se proprio non si possono fare per quanto riguarda il calcio o il calcetto (ma sono sicuro che, se ci pensate bene, riuscite a trovare una soluzione), si possono fare per altri sport magari meno “impegnativi” come il ping pong.

    saluti a tutti
    Liuk

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