«Leibniz, Leibniz, vieni, su, da bravo, vieni».
È una graziosa fanciulla cicciotta. Brilla d’allegria nella tiepida giornata. E chiama.
Leibniz si rotola ancora nell’erba, poi arriva festante, fradicio, lingua penzoloni.
Umida musata sui jeans. Puzza come un… cane bagnato, ma guadagna lo stesso qualche coccola.
«Perché lo hai chiamato così?»
«Voglio tanto bene al mio cane, così anche il filosofo diventa meno antipatico».
Non starò a difendere quel buon uomo di Leibniz. I posteri, si sa, son spesso ingrati.
E poi, Diogene avrebbe apprezzato.
Se i posteri sono ingrati non dovrebbe dargli corda evitando di difendere quel buon uomo di Leibniz, ma piuttosto ignorarli scrivendo per quelli che magari possono apprezzare… no?
Se ho capito quello che intendeva lei con “i posteri, si sa, son spesso ingrati”.
Certo, dobbiamo tutti essere grati a Leibniz. Anche chi ama soltanto i videogiochi dovrebbe ringraziarlo: fu tra i primi ad intuire le potenzialità del sistema binario.
Ecco una pagina creata dalla quarta B del 2007: https://www.istitutocalvino.edu.it/studenti/siti/ia/precursori/leibniz.html
mi chiedo perchè ci facciano studiare Leibniz come filosofo quando può essere considerato uno dei più grandi matematici del passato
Un matematico non può essere filosofo?
Beh, la matematica è molto più vicina alla filosofia di quanto sembri; una delle differenze principali direi che sta nel fatto che il filosofo, dato un certo assioma, cerca qualcosa che lo fondi, mentre il matematico cerca di fondarci sopra qualcos’altro.
Leibniz comunque ha scritto anche di filosofia, anche se sua teoria delle monadi, per quello che ci ho capito, non mi ha detto molto… il principio di ragion sufficiente, invece, sì.
Anche a me piace il principio di ragion sufficiente.
Ma c’è di più.