Leibniz, Leibniz

«Leibniz, Leibniz, vieni, su, da bravo, vieni».
È una graziosa fanciulla cicciotta. Brilla d’allegria nella tiepida giornata. E chiama.
Leibniz si rotola ancora nell’erba, poi arriva festante, fradicio, lingua penzoloni.
Umida musata sui jeans. Puzza come un… cane bagnato, ma guadagna lo stesso qualche coccola.
«Perché lo hai chiamato così?»
«Voglio tanto bene al mio cane, così anche il filosofo diventa meno antipatico».

Non starò a difendere quel buon uomo di Leibniz. I posteri, si sa, son spesso ingrati.
E poi, Diogene avrebbe apprezzato.

calcolatrice di Leibniz
La calcolatrice di Leibniz è stata la prima calcolatrice meccanica della storia in grado di eseguire le quattro operazioni matematiche (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione)

6 commenti su “Leibniz, Leibniz”

  1. Se i posteri sono ingrati non dovrebbe dargli corda evitando di difendere quel buon uomo di Leibniz, ma piuttosto ignorarli scrivendo per quelli che magari possono apprezzare… no?

    Se ho capito quello che intendeva lei con “i posteri, si sa, son spesso ingrati”.

  2. mi chiedo perchè ci facciano studiare Leibniz come filosofo quando può essere considerato uno dei più grandi matematici del passato

  3. Beh, la matematica è molto più vicina alla filosofia di quanto sembri; una delle differenze principali direi che sta nel fatto che il filosofo, dato un certo assioma, cerca qualcosa che lo fondi, mentre il matematico cerca di fondarci sopra qualcos’altro.

    Leibniz comunque ha scritto anche di filosofia, anche se sua teoria delle monadi, per quello che ci ho capito, non mi ha detto molto… il principio di ragion sufficiente, invece, sì.

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