La chiamano Riforma

Da venerdì della scorsa settimana l’Ufficio scolastico provinciale sta effettuando i tagli sull’organico della scuola primaria: il triplo rispetto all’anno scorso.

Il Direttore regionale Colosio ha deciso di concentrare il risparmio dei posti a danno del tempo pieno milanese.

L’Ufficio Scolastico Provinciale ha adottato i seguenti criteri:

  • 148 classi prime a tempo pieno, richieste in più rispetto alla quinte uscenti, saranno riconosciute come tempo normale: risparmio di 148 posti
  • nelle scuole totalmente a tempo pieno l’organico viene assegnato per 41 ore (anziché le 44 ore dei 2 docenti per classe): risparmio di 480 posti
  • nelle scuole funzionanti con i due modelli, l’organico del tempo pieno viene assegnato per 41 ore se l’istituto ha più di 30 docenti: risparmio di 92 posti

In molte scuole abbiamo perso fino a quattro posti di lavoro.

E la chiamano riforma…

2 commenti su “La chiamano Riforma

  1. Il prossimo anno scolastico, dopo scuola primaria e secondaria di primo grado, toccherà alla scuola secondaria di secondo grado pagare il suo tributo. Il governo ha, infatti, scelto di recuperare circa 8 miliardi di euro in tre anni dal settore cui non riconosce alcun particolare valore, ovvero la scuola pubblica.
    La secondaria di secondo grado, dopo la cura Gelmini – Tremonti sarà sicuramente ridotta di personale. Infatti, il piano triennale, approvato l’anno scorso, prevede per l’anno scolastico 2010/11 un ulteriore taglio di – 25.600 docenti e – 15.167 unità di personale Ata.
    Scompariranno dai bienni dei licei diritto ed economia; diminuiranno ovunque le ore delle scienze sperimentali e, nei bienni dei licei classico e artistico, non saranno presenti del tutto gli insegnamenti scientifico-sperimentali.
    Le attività laboratoriali saranno tagliate del 30%. Si ridurranno drasticamente (mediamente 4 h settimanali) gli orari di lezione in tutti gli indirizzi.
    Si prevede, poi, l’articolazione in un primo biennio, finalizzato all’assolvimento dell’obbligo di istruzione ma fortemente differenziato fra tutti gli indirizzi. Tutto ciò in forte contraddizione con il documento tecnico allegato al D.L. del 22 agosto 2007 mirato alla “equivalenza formativa di tutti i percorsi”.
    In esso si legge che tutte le scuole secondarie si devono impegnare a orientare la propria azione formativa al conseguimento delle “competenze-chiave” di cittadinanza, individuate, in coerenza con le indicazioni dell’Unione Europea, quali requisiti fondamentali per l’apprendimento permanente e per la cittadinanza attiva.
    La “riforma Gelmini” sarà, inoltre, ricordata come l’atto di negazione del diritto costituzionale all’istruzione. Non sarà più garantito il diritto all’apprendimento e le pari opportunità a tutti, a prescindere dalle condizioni soggettive di partenza e dal luogo dove si nasce e si vive. Si verrà così a creare una più marcata demarcazione tra forti e deboli, proprio sul terreno formativo, individuato come il più potente strumento per la mobilità sociale.
    Si realizzeranno solo tagli e parlare in questa situazione di autonomia e di organico funzionale può persino apparire provocatorio.

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