Relativisti

A ritroso. É evidente, ma qualche volta la scuola fa male. Non serve a niente, eppure mi vien da dirlo in francese: à rebours. E mi immagino à la recherche du temps perdu.
Tanta complicazione per dire che il seguito della storia l’ho già pubblicato: https://www.istitutocalvino.edu.it/blog/2010/02/la-coscienza/

«Sono intelligenti. Ah, quanto sono intelligenti!» proclama la professoressa Pvati. Non lo dice di tutte le classi. Qui riconosce i frutti migliori del suo lavoro, qui scopre i germi di nuove strepitose conquiste. Una terza superlativa.
Eppure qualche dubbio mi viene quando mi toccano alla quinta ora arruffati e confusi.
Amato scaracolla sulla sua sedia selvaggia: prima o poi riuscirà a domarla.
Crimi commenta disinvolto ogni mia parola: simpatico effetto eco, perbacco. Ma potessi spegnerlo…
Saracca si infila le penne nel naso e nelle orecchie. Gli cadono, le raccoglie, le infila, gli cadono, le raccoglie… ossessivo compulsivo.
Però in questa baraonda fanno anche osservazioni intelligenti.
«Ognuno ha una sua morale, diversa da quella degli altri» annuncia Bonetti fiero.
Ridacchiano gli altri, come se avesse scoperto l’acqua calda. Tutti individualisti e relativisti, in fondo.
L’ora è quasi finita. Faccio una domanda io: «A che cosa serve la morale, che funzione ha?»
«Serve a regolare i rapporti tra gli uomini» risponde Crimi.
«Siete d’accordo?» chiedo agli altri.
Non trovano di meglio.
«E come può essere un affare soltanto individuale ciò che serve a regolare i rapporti con gli altri?»
Suona la campanella. Ne parleremo la settimana prossima.

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