In questi giorni sto seguendo con grande trepidazione e rabbia (visto che con tutta probabilità si è trattato di un atto doloso, intenzionale) il destino del grande padre Po e con lui il destino della nostra salute e della nostra economia.
I fatti : nella notte tra lunedì e martedì scorsi vi è stata la fuoriuscita di metri cubi di oli combustibili dalle cisterne della raffineria Lombarda Petroli a Villasanta, nella provincia di Monza e Brianza. La marea nera si è riversata sul fiume Lambro e con una lunghezza di almeno 50 km e con uno spessore tra i 10 e i 15 cm ha percorso il fiume lombardo per poi giungere al Po nei pressi di Piacenza e lambire anche la provincia di Parma. Gli sbarramenti predisposti, da ultimo quello presso l’isola Serafini, hanno impedito il peggio.
Evito di commentare, ma vi lascio il seguente collegamento a 100 ambiente (l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) è stato istituito nel 1968 con il compito di svolgere attività di ricerca nei settori della qualità ambientale, della gestione e protezione delle risorse idriche e nello sviluppo di metodologie e tecnologie per la potabilizzazione e il trattamento delle acque di scarico).
http://www.100ambiente.it/index.php?/archives/660-Fiume-Lambro.-Il-punto-della-situazione-secondo-il-IRSA-CNR.html
Questo gesto è vergognoso! Ci sono voluti anni e anni (e notevoli investimenti, per esempio per i depuratori) per cercare di risanare le acque di questo bellissimo fiume e un solo giorno per distruggere tutto!!
…pena di morte per chi ha organizzato questa infamia. evidentemente la multa che prenderanno i responsabili sarà inferiore al costo che avrebbero dovuto sostenere per la bonifica. queste cose non succedono da nessun’altra parte. e vorremmo anche le centrali nucleari?
ECCO L’ITALIA, IL BELPAESE!
Già negli anni sessanta si parlava di interventi di tutela del territorio italiano, ma non mi sembra che non vi sia stato alcun nostro rappresentante politico che se ne sia occupato seriamente. L’inquinamento del Lambro, come quello dei rifiuti tossici in Campania, o quello da amianto in Puglia, quello industriale in Sicilia, quello radioattivo nei mari, sono sicuramente “a scopo di lucro”. In tutti questi atti contro l’ambiente vi è una dose di follia abbinata a ignoranza : che guadagno ci può essere dal perdere TUTTI la salute ? Chi inquina credendo di lucrare non si rende conto che si sta suicidando e che sta condannando a morte anche i suoi figli e nipoti?
Concludo con un famoso e inascoltato monito dei pellerossa d’America:
“QUANDO AVRETE INQUINATO L’ULTIMO FIUME, QUANDO AVRETE ABBATTUTO L’ULTIMO ALBERO, PRESO L’ULTIMO PESCE, UCCISO L’ULTIMO BISONTE, SOLO ALLORA VI ACCORGERETE CHE NON POTRETE MANGIARE TUTTO IL DENARO ACCUMULATO NELLE VOSTRE BANCHE.”