… volevo ricordare o precisare che oggi in classe, almeno nella mia, non è stato osservato il minuto di silenzio indetto in onore dei caduti in Afganistan. Sbaglio o le scuole e gli enti pubblici erano tenuti a ciò?
… volevo ricordare o precisare che oggi in classe, almeno nella mia, non è stato osservato il minuto di silenzio indetto in onore dei caduti in Afganistan. Sbaglio o le scuole e gli enti pubblici erano tenuti a ciò?
Sembrerà forse incredibile, ma negli ultimi giorni non ho guardato la Tv e non ho letto i giornali: non lo sapevo.
Ma perché non dirlo in classe prima che qui?
Non c’è stato il silenzio. Potranno magari esserci il “domandare” ed il “domandarsi”.
e dire che una scuola che a Roma non l’ha osservato è uscita sul giornale…neanche da noi niente!
Ma non credo servisse a molto, in tutta sincerità; d’accordissimo con quello che dice questo dirigente scolastico
http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/lazio/news/2009-09-21_121391732.html
Come detto dal dirigente dell’ Iqbal Masih, avrei volentieri osservato un minuto di silenzio per tutti i morti sul posto di lavoro.
Al di là del “domandare e domandarsi”, credo che sarebbe stato doveroso fare quel minuto di silenzio: quei ragazzi sono comunque morti ANCHE per noi. Questo non toglie che ci siano mille altri motivi sacrosanti per fare un minuto di silenzio: i morti sul lavoro, le vittime del terzo mondo per malattie e fame, i caduti per mano del terrorismo (di qualsiasi colore), i martiri delle persecuzioni religiose (solo in India nell’ultimo anno hanno massacrato decine di cristiani inermi)… Sarebbe bello se, anche solo una volta alla settimana, una classe si privasse di UN MINUTO DI INTERVALLO per fermarsi nel silenzio a riflettere su quanti orrori e quante iniquità ci circondano… Una volta tanto senza voler dare una connotazione “politica” a tutto questo…
Senza poetica filosofia; i sei militari morti erano sul posto di lavoro, secondo la loro volontà; e non mi pare proprio che lo abbiano fatto “ANCHE per noi”.
Forse ti sfugge che i militari di parecchie nazioni sono in Afghanistan su mandato dell’ONU per impedire ai talebani di riprendere il potere e, con esso, di ricominciare le campagne di terrorismo nei paesi occidentali. Se quindi un giorno o l’altro venisse piazzato un ordigno nella metropolitana di Milano o di Roma, la loro “attività” ci toccherebbe molto da vicino, come è già capitato in Spagna, Inghilterra, Stati Uniti… In questo senso dicevo “ANCHE PER NOI”: e lo ribadisco.
il minuto non mi è mancato affatto… e tutto questo parlarne da parte della stampa mi pare esagerato.
Ogni guerra dalla notte dei tempi è mossa per interessi materiali. E nessuna guerra è stata mai intrapresa per “difendere” un popolo estraneo.
Parlando del terrorismo, pensiamo alle decine di società petrolifere che si installano in medio oriente, ai trafficanti di droga, al neocolonialismo europeo ed americano. Pensato a tutto ciò, siamo sicuri che un terrorista piazzi un rodigno per volere di Allah?
(Rimane il fatto che da sempre l’istruzione è stata pilastro della società, e dove l’istruzione è scadente od addirittura assente le generazioni che si susseguiranno saranno sempre meno consapevoli di se stesse e di ciò che li circonda; vedi alla voce “Gioventù Padana”)
Se…”rodigno”…Ordigno, avrete intuito 🙂
Panco tu stai svalorizzando il lavoro di migliaia di persone che si battono ogni giorno per la povera gente. I nostri militari non sono in guerra, sono in missione di pace. Missione di pace è ben diverso da ciò di cui tu vai parlando: il nostro contingente non è certo presente in molti paesi esteri per occupare pozzi petroliferi o per instaurare fantasmagoriche colonie.
I nostri soldati presenti all’estero aiutano la popolazione locale nella ricostruzione post-bellica, per impedire che miseria e privazione contribuiscano in qualche modo ad appoggiare regimi dittatoriali o terroristici, che potrebbero in qualche modo ritorcersi contro il paese stesso e le nazioni limitrofe. I nostri soldati non sono solo in Afghanistan come ben saprai. La stessa cosa avviene sul territorio nazionale: chi ha aiutato i terremotati in Abruzzo, come quelli di San Giuliano di Puglia qualche anno fa?
Per quanto riguarda il minuto di silenzio, non è una cosa che debba essere imposta ma dovrebbe servire a avviare una riflessione dentro di noi, servirci a pensare che esistono persone che rischiano la loro vita per difendere quella di altri e il fatto che la stampa parli di ciò non è affatto negativo: o forse è meglio che ci parlino delle feste a cui si reca il nostro Presidente del Consiglio o di gossip?
Vi siete mai chiesti se gli abitanti dei paesi occupati (Afghanistan per esempio) siano d’accordo sulla presenza delle truppe straniere?
Una missione di pace, a mio avviso, va richiesta, non imposta.
Chi di voi ha oggi rispettato un minuto di silenzio in occasione dei funerali di Domenico Gabriele, morto nell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dopo tre mesi di coma ? Vi ricordo che era il 25 giugno il giorno in cui Domenico, mentre giocava a calcetto con il padre e alcuni amici, fu raggiunto alla testa da cinque pallettoni, durante una sparatoria che aveva come vittima designata Giacomo Marrazzo. Forse anche questa vittima innocente, come tante altre, avrebbe meritato la nostra attenzione.
Potrei lavarmene le mani riferendo che la fatidica “circolare” delle superiori autorità scolastiche del regno è giunta a scadenza già trascorsa.
Indipendentemente da ciò, ritengo che le commemorazioni abbiano un senso se al di là del minuto di raccoglimento, nelle nostre classi “entra” anche l’attualità storica, accanto al latino e alla matematica; se di questa attualità si parla cercando di approfondirla, uscendo dalle posizioni preconcette divulgate da una politica ormai poco diversa dal tifo da stadio.
Essere cittadini consapevoli è qualcosa di più, rispetto al formalismo di un minuto di raccoglimento: e lo dico ovviamente con tutto il rispetto per i militari uccisi, e con altrettanto rispetto per la pluralità delle opinioni sulle “missioni di pace” in cui l’Italia, da un po’ di anni a questa parte (e sotto governi di diverso colore) ha preso ad impegnarsi.
A me personalmente questo neointerventismo non piace molto. Rimango affezionato al dettato costituzionale, che proclama la difesa della patria come sacro dovere del cittadino: e quindi il suo dovere di dedicare un anno della sua vita al servizio militare di leva.
Le missioni all’estero sono state effettuate quasi tutte dopo il passaggio dall’esercito di popolo all’esercito professionale, e questo ovviamente non è un caso.
E’ un tema da discutere e da approfondire.
sono stato obiettore di coscienza e obiettore fiscale alle spese militari. Per dire quanto poco mi piacciano eserciti e affini. Sono cresciuto al sud, dal quale provengono circa l’80% di quanti scelgono il mestiere delle armi. Anche i sei morti di Kabul erano meridionali, uno del mio paese natale. Ho avuto buoni maestri e ,chissà, forse anche la possibilità di non vedere nella carriera militare un lavoro purchessia. Se ripenso ai compagni della mia adolescenza, alcuni si sono arruolati in una delle varie armi,altri nella camorra, altri ancora sono emigrati (carne ‘e maciello, cantava Merola).
Mi indigna uno stato che alletta i suoi figli più deboli con un reddito immediato (e prospettive di “un posto” riservato, dopo la ferma, nei vari corpi di polizia, persino nei vigili urbani e nei pompieri). Mi indignano i politici, di tutti gli schieramenti,e i corifei dei vari media, che senza vergogna piangono i nostri ragazzi, i nostri eroi. E’ una vecchia storia, iniziata con Cavour in Crimea, torna sempre utile la carne da cannone per sedersi al desco dei potenti. http://www.youtube.com/watch?v=Gh7-KD6RtWQ
secondo me sta alla coscienza di ciascuno di noi la scelta di effettuare quel minuto silenzio oppure no.
pace all’anima di quei ragazzi e condoglianze alle loro famiglie, però, ragà, diciamocela tutta, la morte fa parte del “lavoro” del soldato. ovvero, chi si arruola sa bene che cosa potrebbe succedergli. un operaio invece difficilmente va a pensare che potrebbe morire sul posto di lavoro, e secondo me l’onore, il minuto di silenzio e le medaglie vadano anche spesi per chi muore mentre sta cercando di mantenere la sua famiglia per una paga da schifo.
ritornando a parlare dell’afghanistan…oh ragà…se non ve ne siete ancora resi conto, siamo lì da 8 anni! cioè voglio dire, se l’ONU (anche se dubito fortemente che sia essa l’artefice di tutto) decide di rimanere lì per sempre, lo faremo pure noi??? a ucerto punto ci vuole un freno. a un certo punto ci vuole uno che cominci a dire “oh, basta, mi son rotto le palle e me ne torno a casa! dopo 8 anni non siamo ancora riusciti a pacificare sto paese, i casi sono 2: o loro sono teste di cazzo o noi non ne siamo capaci”
in tutti e 2 i casi a cosa serve essere li?
il terrorismo non l’hanno inventato gli afghani, al qaeda ha cellule operative in tutto il mondo. qualcuno crede davvero che i nostri soldati in afghanistan siano li per la nostra incolumità? maddaaaaaaaaaiiii! offendete le vostre intelligenze se pensate questo!
gino strada, mica un pirla qualunque, giustamente dice: “noi facciamo ospedali e nessuno ci spara addosso”.
non avevo letto il commento del preside: sono molto, molto, molto d’accordo con lei.
giusto per un po’ di sano ripasso:
Costituzione Italiana, Articolo 11
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
HANNO SCRITTO “RIPUDIA”, PORCA MISERIA. POTEVANO SCRIVERE “NON E’ IL MIGLIORE DEI MODI” INVECE HANNO SCRITTO “RIPUDIA”.
Iniziamo a rispondere
1) Signor. Over 50 posso capire la sua ostilità verso la guerra (dopotutto a nessuno piace), posso capire il fatto di rifiutare la leva (se c’è la possibilità ha fatto bene a farlo, inoltre facendo del bene ad altre persone) ma non riesco a capire il suo attacco a Cavour e al suo intervento nella guerra di Crimea. Sa che senza quell’intevento lei sarebbe ancora sotto i Borbone e noi due parleremmo due lingue diverse. Ovvio che la politica viene fatti dalle grandi persone senza parlare con il popolo (questo non da oggi ma dal 3000 a.C. quando il lugal divenne re nelle città sumere)ma il sacrificio di quei giovani potè dare inizio all’unione di un paese. Tanto che ci siamo possiamo anche andare contro ai partigiani o alle truppe anglo-americane che ci hanno salvato dai nazifascisti. Anche loro erano militari governati da potenti governanti.
2) Il minuto di silenzio si può fare o si può non fare, tanto non c’è nessuno dietro con il fucile.
3) L’operazione in Afghanistan. Sappiamo benissimo tutti che il terrorismo ha base in cui territori (vuoi per poca educazione o altro) e quindi un sconfitta e una ritirata da cui territori porterebbe ad un aumento del terrorismo. Inoltre siamo lì da 8 anni, è vero, ma abbiamo perso molto concentrando le forze (soprattutto americane) in Iraq. Ora che la situazione sembra sistemarsi in Iraq, le nostre energie deveno essere messe tutte in Afghanistan. La politica militare americana ha sbagliato in questo conflitto, tipo distruggendo le coltivazioni di oppio ai contadini senza dare aiuto ai coltivatori, che si rivolgono ai talebani. Quindi speriamo che Obama riesca a cambiare strategia.
4) Ultimo punto vorrei fare degli esempi in cui la ritirata militare è stata una sconfitta anche sul piano politico.
INVASIONE SOVIETICA DELL’AFGHANISTAN: dopo la ritirata delle truppe dell’URSS nel 1989, al governo andare i talebani, che diedero aiuto ad un esule Osama Bin Laden. Tutti sappiamo come poi è andata a finire.
INVASIONE AMERICANA DEL VIETNAM: dopo la ritirata americana, il governo comunista nordvietnamita conquistò anche il sud, destabilizzando l’area politica. Tutto ciò portò al potere in Cambogia i kmher rossi di Pol Pot che sterminarono la popolazione locale.
Siamo sicuri che l’area con la ritirata in Afghanistan non si destabilizzerebbe. Pensiamo alle repubbliche ex-sovietiche, pensiamo al pakistan, pensiamo all’iran. Tuttociò porterebbe ad un aumento dei governi di tipo talebano, con un aumento delle guerre (vedere la guerra russa-cecena). Poi saremmo sempre più vicini alla terza guerra mondiale.
non sto sindacando se una guerra sia “giusta” o meno.
sto sindacando sul fatto che l’italia dovrebbe RIPUDIARLA, la guerra.
Credo che la riflessione non dovrebbe essere vincolata ad un ipocrita “minuto di silenzio”, alla fine del quale tutto è come cancellato e lasciato alle spalle.
Chiunque sia stimolato alla riflessione da queste vicende lo farà indipendentemente dal minuto di silenzio.
Vorrei sottolineare che comunque, senza andare a sindacare su “missione di pace”, guerra eccetera eccetera, che i ragazzi sono morti sul lavoro.
Mi dispiace enormemente per loro, ovviamente, però…è davvero il caso di tirare in piedi tutta la manfrina olezzante di ipocrisia a cui abbiamo assistito? A mio parere no.
Si diano a questi militari mezzi difensivi, si cerchi di ridurre le perdite al minimo e di portarli via di lì il più presto possibile.
@Andry: quello di cui parli non è certo gossip; dal momento in cui il Premier si comporta in un modo che mette a rischio la sua sicurezza, che lo espone a ricatti di ogni tipo (e se un’agente dei servizi segreti si fosse infiltrata lì dentro?) e che pregiudica la sua credibilità nazionale e internazionale, interessa eccome l’opinione pubblica. Tanto più che non è uno qualunque, è il Presidente del Consiglio, deve rendere conto di tutto – soprattutto se ci manda a casa book fotografici per farci vedere quanto lui e la sua famiglia si amano incondizionatamente e siano la perfetta famiglia cristiana con tanto di aureola.
@L.Cirio: hai ragione al cento per cento. Purtroppo, però, la Costituzione sembra essere stata degradata a puro “intralcio”.
Paolo chiedeva se il minuto di dilenzio non fosse obbligatorio. Non lo era perché nella pubblica amministrazione quod non est in actis non est in mundo e la comunicazione non era arrivata seguendo l’iter amministrativo previsto.
Non era obbligatorio, ma sarebbe stato utile come stimolo ad interrogarci sul senso della nostra presenza in quel paese. Questo, infatti, è il compito della scuola: accettare le emozioni e condurle al livello della riflessione razionale. L’occasione è passata, ma possiamo ancora. Gli studenti che ci tengono potrebbero prendere l’iniziativa…
caro storico, non sono abbastanza over da aver vissuto prima della spedizione dei Mille, però devo aver letto qualcosa scritto in italiano da Vico,Capuana, Verga. Anche senza Cavour, avremmo parlato lo stesso idioma, forse non la stessa lingua. Sulle altre tue riflessioni, spero che sia stata la necessità di sintesi a farti saltare alcuni passaggi. Puoi provare a scoprire chi ha armato e usato i Khmer Rossi, chi ha armato e usato Bin Laden, che mestiere faceva Karzai prima di essere scelto per fare il presidente dell’Afghanistan. Tornando ai tuoi rilievi, non volevo prendermela con Cavour, era solo il primo esempio che mi veniva in mente di sacrificio di vite umane per raggiungere i propri fini. Quello che penso delle guerre ho preferito che lo dicessero molto meglio di me Trilussa e Proietti.
Il minuto di silenzio andrebbe osservato prima di aprire bocca per finanziare le spese militari a danno di popolazioni straniere perchè non so se conoscete la realtà denunciata da certi giornali nostrani e no riguardo alle leggi che vengono approvate dal NUOVO e DEMOCRATICO governo afgano in cui si REINTRODUCE il burqa e si vieta la musica degli infedeli. Detto questo vi invito a riflettere sulla composizione del parlamento afgano che è strapieno di signori della guerra e trafficanti o loro mandatari. Parliamo elle intimidazioni alle donne e del fatto che per finanziare le spese tutti i progetti umanitari sono lasciati a metà? cosa servono i soldati là se non per compiacere gli americani che non si possono accolare da soli le spese? parlano di ritiro da molto tempo. Inoltre mi pare che sempre gli americani diano più importanza al petrolio dell’Iraq che alla caccia a Bin Laden (ormai morto e sepolto, non so se avete notato ma da quando hanno sbugiardato i video con i sosia e messo la traduzione letterale delle sue parole ci sono solo audio di scarsa qualità e quindi di facile contraffazione)
perdonate alcuni errori di battitura, ma sono abituato a scrivere velocemente sulla tastiera e certe cose non le noto . SORRY 😉
Caro Peppe, io non credo affatto che le forze presenti in Afghanistan (piuttosto che in Kossovo, in Libano o altrove) siano come dici tu “a danno delle popolazioni”, ma tutt’altro. Non ricordo, nei confronti dei nostri militari, gesti ostili da parte degli abitanti del posto, ma l’opposto. Quelli che si oppongono con atti terroristici sono i talebani, perchè vogliono riprendere il potere nell’unico modo che è loro possibile (con la violenza armata, appunto) e ricominciare a fare del loro Paese una centrale del fanatismo religioso e del terrorismo internazionale.
Quanto al fatto di “compiacere gli americani”, mi sembra un’interpretazione un po’ “Anni Settanta” dei fatti… Non mi pare che le potenze occidentali siano in tutto e per tutto supine ai voleri degli Usa, anche se è ovvio che – essendo il Paese più forte all’interno di una coalizione – il loro parere tenda ad affermarsi più facilmente rispetto a quello dei partner più deboli.
Hai messo tanta carne al fuoco….
Io non c’ero negli anni 70 e non so se esserne felice o no però sono sicuro che in una missione di pace non si mandano soldati per rimanere blindati nelle caserme o aprire il fuoco sulle macchine dei civili perchè spaventati a morte. Qualcosa non torna, cosa è successo…
noi eravamo arrivati SOLO A KABUL con l’onu risoluzione 1386 per aiutare la transizione di governo.
Adesso sono là per qualche motivo diverso da quello iniziale e ribadisco che le ONG sono là per motivi umanitari, non i nostri soldati. Noi siamo andati in Afganistan per la missione ISAF, ma questa diventa nell’agosto del 2003 missione NATO.
LA NATO è FORMALMENTE IN GUERRA a fianco degli Usa in virtù del richiamo all’art. 5 del Trattato dell’Alleanza Nord-Atlantica. A ottobre la missione, con la risoluzione 1510, viene estesa a tutto il territorio afgano.
Quindi capiamo i nostri soldati sono sotto comando effettivo di una forza in guerra e non più sotto comando ONU che si è limitata a creare la forza d’intervento e che adesso opereranno in tutto il territorio sotto comando di eseciti in guerra.
Quando nel 2006 i taleban riprendono la zona sud occidentale del paese nel 2006 la missione ISAF si è trovata essa stessa impegnata, a fianco e al posto delle forze Usa, nella ‘bonifica’ di queste zone, ovvero nella guerra ai talebani.
Cosa significa?
Abbiamo fatto confusione noi e i giornali quando parliamo di missione umanitaria.
Non nego che eliminare i taleban sarebbe utile alla rinascita del paese, ma ci sono importantissime questioni da ribadire:
Washington ha installato al potere a Kabul il fedele ex consulente locale della compagnia petrolifera Usa Unocal e del Pentagono, Hamid Karzai, e nel 2004 gli ha procurato la vittoria elettorale sostenendolo apertamente come UNICO candidato possibile e pagandogli la campagna elettorale (azzo la democrazia);
le province sono rimaste sempre in mano ai signori della guerra e dell’oppio: sanguinari criminali e fondamentalisti conservatori che, avendo fatto da aiutanti agli Usa contro i talebani, si sono garantiti l’intoccabilità e nel 2005 – con la violenza e la corruzione e con il benestare Usa – sono finiti anche in Parlamento e votano leggi come l’obbligo del burqa nei giorni dei fnerali dei nostri soldati e battono il record di produzione dell’oppio che era dei taleban;
le recenti elezioni si sono svolte caoticamente perchè la missione umanitaria aveva meglio da fare che preservare la democrazia alla sua radice ossia le urne;
il business della ricostruzione è un affare da 15 miliardi di euro in piena espansione, gestito in gran parte dagli Stati Uniti (tramite UsAid). Peccato che questi soldi o sono tornati indietro come profitti delle aziende appaltate (quasi tutte Usa) – che per guadagnarci hanno gonfiato i conti e risparmiato su tutto costruendo scuole e ospedali che ora sono chiusi perché pericolanti – o sono finiti in ‘spese di gestione’ di Ong e organizzazioni internazionali (stipendi stratosferici, vitto e alloggi di standard occidentale e fuoristrada di lusso per il personale espatriato) o ancora sono finiti nelle tasche di funzionari afgani corrotti. L’unica opera di ricostruzione è stata l’asfaltatura della “superstrada” Kabul-Kandahar, eseguita a scopo di propaganda pro-Karzai durante la campagna elettorale del 2004 (oltre che per facilitare i movimenti via terra delle truppe d’occupazione).
dovevamo difendere i diritti umani mentre affidiamo i governi ai capi bande e continuamente si provocano incidenti stradali causati dai blindati militari che hanno l’ordine di non fermarsi se investono qualcuno o di sparare se non sono sicuri.
Tutto ciò provoca un crescente risentimento popolare nei confronti delle truppe straniere, con conseguente allargamento della base di consenso della resistenza talebana.
Poi ci chiediamo il perchè degli attentati.
La missione militare italiana in Afghanistan ISAF costa ai contribuenti più di 300 milioni di euro all’anno. Solo per le spese di mantenimento truppe e mezzi.
Mantenere 3 ospedali di standard occidentale, un centro di maternità, 27 cliniche e posti di pronto soccorso e un programma di assistenza sanitaria nelle carceri, costa a una Ong italiana 6 milioni di euro all’anno.
Problema da scuole medie: “Quanti ospedali, scuole e orfanotrofi si potrebbero aprire in Afghanistan con le decine di milioni di euro spesi per pagare gli stipendi dei nostri soldati e i pieni di benzina dei nostri blindati?”
Ti rispondo anche sulle nostre passate missioni:
In Kossovo, abbiamo concesso agli americani di bombardare il paese per liberarsi del dittatore che già era famoso anni addietro ma non c’erano BUONI motivi per attaccarlo, poi all’improvviso si decide che è tempo di finirla e si comincia a colpire indiscriminatamente obbiettivi civili e militari: vi ricordate il video del missile teleguidato che fa detonare il bus?? Io mi ricordo che in Eritrea e Somalia ci sono state molte denunce di stupri e violenze a carico del contingente italiano: Il maresciallo della Folgore Valerio Ercole, nel 1997, subì un processo per aver praticato la tortura. Adesso i militari italiani sono bersagliati ma come ho già detto difendono qualcosa che non è la democrazia, non è il benessere economico della popolazione, non è la lotta alla droga e non sono i diritti umani.
Se credi che i talebani ex signori afgani siano responsabili degli atti terroristici nel mondo ti sbagli, loro andavano avanti col commercio di droga e con le trattative degli oleodotti. A fare terrorismo non sono gli stati da fame che possono sempre appoggiarlo però, ma ci tenevo a non fare confusione.
giusto per dare fondamento alle mie parole vi cito l’ANSA di ieri:
Quella in Afghanistan non è una guerra Usa ma anche una missione della Nato: oggi alla Casa Bianca il segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen ha rassicurato il presidente americano Barack Obama su un’alleanza che scricchiola. “Questa alleanza resta unita. Resteremo in Afghanistan fintanto che serve per finire il lavoro”, ha detto l’ex ministro degli esteri danese osservando che la missione nel Paese dei Talebani “non è solo responsabilità o onere dell’America: è e resterà uno sforzo di squadra”.
Loro ritirano le truppe ma vogliono che la NATO resti. Tradotto noi Americani siccome abbiamo promesso il rientro all’opinione pubblica mandiamo meno persone / ci ritireremo , voi, da bravi alleati/vassalli vi accollate le spese dell’Afghanistan (si potrebbe dire molto anni 70, ma sembra che sia tornato di moda e a ragion di causa!).
PS l’onu non conta una mazza poichè il dialogo è solo tra USA e NATO.
Parliamo ancora di scopi umanitari? Come mai nel paese dove il “terrorismo internazionale” aveva le sue basi, come tu così hai affermato, gli USA hanno solo 40000 truppe e nel paese delle “armi di distruzione di massa” ne hanno 131.000? (non ti voglio colpevolizzare poichè quasi tutti i giornali dicono)
non si ricordano più dell’11 settembre? Saddam-petrolio è più importante di Osama-11 settembre?
I nostri compatrioti devono morire per ste porcate qua?
Devono prenderte parte a ste buffonate?
Si va a combattere il terrorismo in Afghanistan, e in Iraq si combatte cosa? perchè più uomini in Iraq che in Afghanistan?
Mentre non ci sono i soldi per la benzina alle pattuglie di polizia facciamo i pieni alle pattuglie in giro per il mondo.
E’ corretto agire così? Ingannare la popolazione, ingannare i soldati che vanno là convinti di aiutare?
di quelli che vanno là per i soldi facili o perchè gli piace la guerra non voglio parlare, mi schifo troppo.
Non condivido parte delle tue opinioni (specialmente dove sostieni che i talebani non hanno connessioni con il terrorismo), però mi complimento per la vastità delle tue argomentazioni, e per il modo appassionato in cui le esprimi. Non sempre si può essere d’accordo su tutto, ma ammiro la tua ampia esposizione!!!!
Caro Davide, non dico che i taleban non abbiano connessioni col terrorismo, dico che da bravi trafficanti d’armi e/o di droga non vadano a immischiarsi in queste cose constantemente se non hanno un tornaconto di qualche tipo poichè rischiano di attirarsi le ire di stati come Israele, la Russia, gli USA e la Cina (dove di recente ci sono stati attentati di matrice religiosa/indipendentista). Taleban non è sinonimo di terrorista come meridionale non è sinonimo di mafioso.
Il vecchio governo afghano, nato dalle manovre USA per cacciare i Russi, è purtroppo una delle tante situazioni instabili create per risolvere un problema immediato e , esattamente come Saddam diventa una questione da risovere sulla agenda internazionale: Osama dava denaro a quel governo per avere protezione per i suoi uomini e comprare le armi, questo è indubbio, ma tutti i campi di addestramento sono strutture americane e i loro istruttori furono istruiti dagli americani e si trovano là, non li ha messi lui ne tantomeno l’ex governo. Un altra prova che la parola taleban non va di pari passo con terrorista è che i partigiani afghani che ora sono nel parlamento sono taleban: signori della droga, capipanda, ma tutti credenti solo che non si fanno saltare per aria (esattamente come il vecchio governo poichè era una cosa assolutamente staccata da Al Qaida che è un’organizazione paramilitare non nazionalistica).
In Italia esistono aziende, consigli comunali, provinciali e regionali controllate dalla mafia, ma non credo che se si facesse una sanguinosa pulizia di questa gentaglia (colpendo anche persone innocenti nel nome del bene superiore) si possa poi affidare la terra liberata a personaggi con curriculum che non hanno nulla da invidiare ai vecchi occupanti delle poltrone.
ti ringrazio del complimento, che devo dire mi ha lasciato davero sorpreso, perchè non sono abituato a riceverne, e soprattuto felice perchè è bello che quando si comunica ci sia un interlocutore che ti considera una persona e non un nemico
PS credo che le cose che so non siano un segreto, ma possano benissimo essere ricercate con questo potentissimo strumento che è internet.