ciao a tutti, sono uno studente che ha lasciato da tre anni questo istituto ma nonostante passi del tempo le cose non sono cambiate.
Mio fratello frequenta il liceo scientifico e nonostante io avessi frequentato ragioneria le Stron**te fatte dai professori non cambiano.
Tre anni fa quando presi il diploma ( che per alcuni docenti non avrei preso con più di 60, 77 in fine,) i professori dopo aver “fatto andare avanti” per ben 5 lunghi anni studenti che non avrebbero mai potuto arrivare fino in quinto, decisero di bocciarli. E ad oggi le cose non sono cambiate.
Mio fratello oggi ha ricevuto la fatidica telefonata; ed io ora ho un grande dubbio: ma come ca**o valutano le persone????? a quanto pare educazione fisica e la condotta la fanno da padrona, ebbene si perchè basta avere un 9 in condotta e un 9 in ed.fisica un 4 in matematica, un 4 in italiano e il resto 6, che si ha accesso diretto agli esami… Ma il cervello gli insegnati lo usano???? una persona può essere ammessa agli esami di liceo scientifico senza la conoscenza dell’italiano e della matematica?? Certo, corre da dio… oppure Si, sta zitto/a…
E ho ancora un’altra domanda, per quale motivo si “fanno andare avanti” studenti per poi bocciarli l’ultimo anno???!!! E’ questa la domanda fondamentale, vi divertite a far vivere nell’illusione o forse cercate, sicuramente SBAGLIANDO, di far capire, cosa non so, qualcosa a questi studenti che “vanno avanti”???
In primo luogo, si può scrivere in italiano anche senza ricorrere al turpiloquio.
In secondo luogo, vedo che qualunque cosa i professori facciano sbagliano sempre: se bocciano in prima, perché non danno allo studente il tempo di maturare; se bocciano in quinta, perché hanno portato avanti delle persone che non erano all’altezza.
L’importante è che non si parli mai delle responsabilità dello studente, perché quelle non contano mai. Non è vero?
Quanto ai criteri per l’ammissione all’esame di stato: essi sono stabiliti da una normativa nazionale che, alla luce dei risultati del primo quadrimestre, ho provveduto a rammentare a tutti con un’apposita lettera consegnata a tutti gli studenti, e penso che nelle classi più volte se ne sia parlato. Se qualcuno ha preferito tirar la corda finché non s’è spezzata, penso che addossare ai professori la responsabilità del risultato sia quanto meno scorretto.
Per quel che sto vedendo in questi giorni, negli scrutini i professori decidono ben poco: nella maggior parte dei casi, si limitano a prendere atto di quello che han fatto (o non han fatto) gli studenti.
Devo dire, in particolare, che mi colpisce molto l’irresponsabilità che in molti casi ha contraddistinto gli studenti delle quinte: ma siccome a diciannove anni si è già dei giovani adulti, non vedo perché non si debbano scontare le conseguenze delle proprie scelte sbagliate. Attenzione poi: il superamento dell’esame, dopo un’ammissione avventurosa strappata grazie all’educazione fisica e alla condotta, non è per nulla scontato.
E se qualcuno ci lascerà le penne, dirà che la colpa non è soltanto della commissione carogna, ma anche del preside che ha gufato!
1) Scrivi davvero male per avere, immagino, più di 20 anni.
2) In parte sono d’accordo con te. E’ sbagliato permettere che i ragazzi svogliati siano graziati per anni e anni. Meglio fermare sul nascere le ambizioni degli scansafatiche.
Le nuove riforme, con l’esame di riparazione a settembre, hanno attenuato in parte questo malcostume che in ogni caso è ancora molto diffuso.
E’ allucinante la modalità di ammissione all’esame di stato: media totale del 6. Facendo un minimo di conti pensate quante insufficienze si possono avere per essere ammessi, ipotizzando un 10 in condotta e in ed. fisica.
Sono d’accordo anch’io sul fatto che la “scrematura” andrebbe fatta prima possibile, anzichè trascinarla per anni e anni fino alla quarta o alla quinta.
però non dimentichiamoci che, fino a quando la scuola dell’obbligo non verrà riportata su binari di serietà (gli esami alle elementari non esistono più, bocciare è praticamente impossibile e nel caso basta un ricorso al Tar e il piccino viene promosso d’ufficio), i docenti delle scuole superiori si trovano talvolta tra i banchi delle prime classi dei semi-analfabeti che andrebbero spazzati in massa… Speriamo che la riforma appena intrapresa venga estesa, e si riporti tutto il sistema scolastico a canoni di serietà e meritocrazia: valori che erano stati banditi nel mondo dell’istruzione italiana, ma senza i quali – come si è visto – alla lunga non si può combinare nulla di buono.
Credo sia il caso di capire che quello che vogliamo dire deve essere “impacchettato” affichè sia il meno spontaneo possibile.
Non è bello senza dubbio, ma “ci piace così”.
Ringrazio per i commenti lasciati al mio saper scrivere. Sinceramente penso che meglio un pensiero limpido sincero e “scritto male” di mille pu**anate scritte bene.
Mi rivolgo a lei signor preside,
nel mio articolo, se così lo si puo definire, non mi sembra di aver dichiarato l’assoluta incolpevolezza dello studente, ma non era argomento del quale volevo porre damande.
Lei ha risposto alle mie domande declinando la “responsabilità” dei giudicanti ad un pezzo di carta, la normativa. Neanche un giudice applica la mera norma ma la interpetra!! E lei mi dice che gli insegnati si attengono a quello che han fatto gli studenti??!! Quindi mi darà ragione di credere che chi ha 10 in ed. fisica ha fatto molto di più di chi ha 6. Mi sembra più che ovvio!
Lei in ultimo dice:”mi colpisce molto l’irresponsabilità che in molti casi ha contraddistinto gli studenti delle quinte”. Poi continua dicendo giustamente che bisogna farsi carico delle proprie azioni.
Ebbene vorrei chiderle: un ragazzo di 19 anni quanto tempo della sua vita passa con gli insegnanti?? Ma soprattutto sono proprio gli insegnnti delle scuole superiori che imprimono i maggioi cambiamenti in uno studente, poichè lo incontrano in una fase particolare della propria crescita. E allora forse per insegnar cos’è la responsabilità non sarebbe meglio intervenire prima??
In fine, se qualcuno ci lascerà le penne sarà ancora una scoffitta per voi insegnanti, poichè se ritenete, “stando alla normativa”, di portare difronte ad una commissione d’esame uno studente che non è in grado di sostenerlo beh, forse, avrete da pensare che nella vita e nel lavoro avete solo fallito.
P.S. Penso che ci saranno sicuramente degli errori ma non ho assolutamente voglia di rileggere il testo. Gli occhi impazzano davanti allo schermo. Grazie.
Per Andrea Mandelli,
Penso che per avere meno di 20 anni, immagino, sc*pi poco e rompi parecchio! Il come scrivo su un blog scolastico e cosa che proprio non mi interessa…. un bacio grosso
Bè non è che parlando in modo volgare il concetto arrivi più forte… O si?
Comunque, se uno studente viene bocciato in quinta è assolutamente sua. Se arriva in quinta non è un “asino”, quelli si fermano molto ma molto prima, ma è semplicemtne un ragazzo che ha poca forza di volontà nello studio.
Parlo così perchè io sono uno di questi..
E’ insensato dare colpe ai professori. Poi vabbè, ci sono sempre le eccezioni, nessuno lo nega.
la colpa è assolutamente sua*
Non mi sembra di aver detto che lo studente non abbia colpa!!!!! Ho posto solo domande… Non ho espresso opinioni su cio che uno studente fa o meno, Mi domando solo quale sia il ruolo dei docenti.
Ahahah fai proprio ridere Gigi. Alla tua età fai ancora le battutine…
Non si tratta di scrivere bene ma di parlare italiano. Non sai nemmeno risparmiarti gli insulti quando scrivi e non hai nemmeno il coraggio di scriverli per intero.
Se sei il fratello della persona che penso, immagino proprio quanto scoperai…
Auguri e datti una svegliata caro.
Alla tua età ci aspettiamo qualche pensiero più intelligente.
L’amore fraterno è una bella cosa, ma vale la pena di ristabilire le proporzioni.
Lei dice:
Subito dopo parla di suo fratello non ammesso agli esami. Fa altre considerazioni e conclude:
Infine, ribadisce il concetto in un commento:
Sta tentando di dirci che avremmo dovuto bocciare suo fratello quando era in seconda o in terza?
Gli insegnanti promuovono quando credono nelle possibilità di successo dello studente. Devono aver pensato che suo fratello le avesse. Secondo lei, si sono sbagliati?
La possibilità di successo non significa, però, successo assicurato. Non è mai così nella vita e, nel caso del successo scolastico, occorre anche l’impegno dello studente oltre a quello dei prof.
Gli insegnanti, poi, cercano sempre di educare alla responsabilità, ma non lavorano in laboratorio né su materia inerte: qualche volta occorrono tempi lunghi, qualche volta sembra proprio di non riuscirci e si tien duro con l’ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione.
La bocciatura in quinta, comunque, non è un dramma: non provoca quasi mai la rinuncia agli studi. Non è, dunque, un fallimento della scuola e dei prof, ma soltanto un rinvio del successo.
Qualche altra considerazione.
Lei parla dell’eventualità che qualcuno ci lasci le penne. Queste sono le sue esatte parole:
La locuzione “Lasciarci le penne” significa “morire” e qui non è proprio morto nessuno. Abbiamo soltanto detto ad alcuni giovani adulti: «Per il diploma è troppo presto. Ti ci vorrà ancora un anno di serio impegno». Con questo abbiamo assolto una duplice doverosa funzione: abbiamo dato un messaggio educativo ed abbiamo evitato di certificare il falso. In Italia, non dimentichiamolo, i titoli di studio hanno un valore legale.
Lei ci accusa poi di nasconderci dietro la lettera della legge. Scrive:
Mi sembra strano doverlo spiegare: gli insegnanti non sono giudici e non hanno la possibilità di forzare le norme, soprattutto quando sono chiare e non lasciano spazio ad interpretazioni più o meno di fantasia. Il nostro governo ha voluto che il voto di condotta entrasse nella media. Possiamo non essere d’accordo, ma non possiamo rifiutarci di applicare la legge.
Tutti gli studenti, comunque, erano informati e sapevano anche che la media del primo quadrimestre è un elemento da tener presente per la valutazione finale. Ognuno, poi, ha fatto le sue scelte: questo si chiama libertà ed ha come conseguenza la responsabilità dei propri atti o delle proprie omissioni.
Anche se lo dice in maniera ben poco rispettosa della nostra dignità umana e professionale:
forse lei ha ragione quando sostiene che applicando la normativa si rischia di ammettere agli esami studenti poco preparati. Il fallimento, però, se c’è, non è nostro, ma del legislatore.
Mi creda, signor Gigi, il nostro non è un lavoro semplice e siamo consapevoli delle nostre responsabilità. Per questo decidiamo sempre in maniera collegiale, alla presenza del dirigente scolastico, garante della correttezza delle procedure. In caso di dubbio optiamo per la scelta più favorevole allo studente.
Se, infine, decidiamo di bocciare, significa che, in coscienza, ci sembra la scelta più giusta. E, badi, non si tratta di solipsistiche scelte individuali, ma di sofferte opzioni maturate dal confronto tra professionisti.
Angelo Paganini,
ammiro molto la sua risposta e la ritengo quasi totalmente esaudiente delle mie domande. Come lei dice, giustamente, se si “fanno andare avanti” è perchè si crede in loro. Allora se io credessi in qualcuno, nelle sue capacità, gli darei la possibilità di affrontare un esame; poi saranno le capacità in cui ho creduto a dare risposta.
Comunque la mia frase “lasciarci le penne” è stato il preside ad usare testuali parole, io non ho fatto altro che riprenderle e commentarle.
però si ricordi che non sempre la scelta più giusta è quella corretta.
Purtroppo la prima risposta è stata breve, ma ero di fretta.Ora con più calma posso risponderle meglio.
Si, stavo proprio tentando di dirvi che sarebbe stato meglio bocciarlo prima o, oramai che è “stato portato” in quinta, dargli la possibilità di svolgere l’esame.
Come dice lei: “la possibilità di successo non significa successo assicurato”; ma dare la possibilità per poi negarla a pochi passi dal raggiungimento del tragurdo mi sembra alquanto assurdo. Se si da la possibilità, la si da fino in fondo, poi starà alla capacità dello studente ottenere il successo.
Lei dice, in merito alla responsabilità, che a volte occorrono tempi lunghi e io ne sono pienamente d’accordo. Ma vede, se un bambino non capisce dove sbaglia il genitore intervine, a volte con uno schiaffo, un grido ecc., e cerca almeno di far capire l’errore. così, alla prima il bambino non capisce, alla seconda non capisce ma alla terza sicuramente capirà. Diverso invece se il genitore alla prima esita senza intervenire, alla seconda fa lo stesso, alla terza forse è troppo tardi per farglielo capire.
Mi segue?
La bocciatura in quinta, sicuramente, non è un dramma, come neanche quella in prima.
E’ il “portare avanti” uno studente che, come preparazione(risultati scolastici sarebbe meglio), non potrebbe “andare avanti” e poi privargli la possibilità di effettuare l’esame. Questa è la cosa “DRAMMATICA”(o come lei preferisce definirla).
Io non critico la bocciatura ma il negargli la possibilità di dare l’esame dopo avergli dato troppi, sicuramente, aiuti in pasato.
Gli insegnanti non sono sicuramente giudici, ma se lei dice 4 è 4, se lei dice 6 è 6.Capisce che se lei, mi riferisco a lei come potrei riferirmi a qualunque collega, ha fatto diventare dei 5 in 6 per “aiutare” lo studente, penso che nessuna normativa e nessuna legge, ad oggi, le imponga di mantenere il 5 o di non passare a 6.Solo per dargli la possibilità di dare l’esame, poi sarà lui a giocare le sue carte.
Mi permetta in oltre un’obiezione alla sua conclusione.
Non mi è molto piaciuta l’espressione da lei usata di “professionisti”. Non perchè non credo esercitiate una professione o perchè non siete capaci nello svolgerla, ma per il semplice fatto che il vostro non è un lavoro come gli altri, non è come guidare una macchina o dirigere la FIAT; è molto di più.
Insegnare è prima di tutto essere Persone, utilizzo la P maiuscola non a caso, voi siete persone che, forse, valete più di un genitore. Nel nostro percorso di vita siete voi che ci insegnate a ragionare, a saperci relazionare con gli altri, a responsabilizzarci, siete le persone che nella vita ci fanno più riflettere e più crescere.
Lei come si sentirebbe se le persone che “l’hanno cresciuta” non le stimasse per nula, ma anzi nutrisse, nei loro confronti, solo odio e disprezzo?
E come si sentirebbe, da insegnante come Persona, se le dicessi che forse sono questi i sentimenti e i pensieri che scorrono nella mente di uno studente al quale viene vietata la possibilità di mettersi alla prova all’esame?
Non penserebbe, forse, di aver fallito?
Io di insegnanti ne ho conosciuti, e molti dovrò ancora conoscerli, ma son pochi quelli che realmente hanno cambiato il mio modo di essere e di crescere. La professoressa che è stata capace di farmi crescere è stata una collega che lei ben conosce, prof. Celentano. E sa come ha fatto? Dandomi un debito in terza che per me è pesato come un macigno, ma è stata lei a farmi capire che le cose vanno guadagnate e i voti non si strappano con le ultime interrogazioni. E le posso garantire che è stato grazie a quel debito che sono cio che sono oggi. Forse bocciare è il modo migliore per far capire i propri sbagli e ricominciare da dove si ha sbagliato, ma non dopo anni che non si è fatto nulla per cambiare le cose.
P.S. E’ troppo tardi per poter ricontrollare il papiro che ho scritto, mi scuso per eventuali errori.
Mi scusi, un ultimo pensiero che mi è venuto in mente proprio in questo momento: Ammettere i propri errori non è uno sbaglio, neanche da “professionisti”.
Vorrei dare anche io un contributo a questa discussione.
Il polemico Gigi ha ragione solo su un punto a parer mio: è vero che una volta data una mano in prima, una in seconda, una in terza e magari due in quarta, non si boccia in quinta.
Non dubito sulla serietà dei professori, che al contrario di ciò che dice Gigi, da tre anni ad oggi sono cambiati, ma non è cambiata la loro professionalità e serietà, e forse per la loro voglia di non penalizzare troppo lo studente cerca in tutti modi di aiutarlo, e non parlo del momento del giudizio finale, ma delle mille interrogazioni nell’ultima settimana per recuperare, parlo delle mille possibilità date ad ogni singolo studente, però magari in certe cose sbagliano anche loro (errare è umano dicevano i romani).
Nonostante questo è inutile dare le colpe ai professori.
Gigi, e te lo dice uno che è stato stampato due volte, se uno viene bocciato è solo colpa sua.
Solo ed esclusivamente colpa sua.
Poi non so quale sia la situazione di tuo fratello, ma è così.
Ho sbagliato un verbo, cercano non cerca.
Condivido appieno la posizione di Zacca, a cui faccio anche i complimenti per la rara capacità di autocritica!!
ammiro il caro zacca che sembra sia cduto dal cavallo sulla via di damasco!dici cose sacrosante!
per gigi: non credi che se fossi stato un po’ meno violento con le parole fi dall’inizio si sarebbero evitate un sacco di polemiche? non basta digitare asterischi allo scopo di camuffare espressioni volgari per dimostrarsi educati. a volte è molto più fine una parolaccia usata nel modo giusto che un marea di asterischi usati per “far brutto”.
Io non lo avrei mai fatto uscire con 77..
Per YLE:
Se ti può interessare frequento anche la bocconi e sono laureando.
Penso che tu non supereresti neanche le selezioni…..
Un bacio