un commento in uno scorso post del blog mi ha messo la pulce nell’orecchio e sono andato a documentarmi.
A proposito dell legge 133 vi erano anche tagli sugli istituti paritari. Esattamente 1/3 del fondo.
Cos’è successo? La Chiesa si è pronunicata contraria a questo. Giustamente, come ci lamentiamo noi possono anche lamentarsi loro. Anche se hanno un sacco di soldi derivanti dalle quote di iscrizione dei loro allievi.
Il Governo che ha fatto? Ha detto “Scusate, è vero, avete ragione, ripristiniamo tutto”.
perchè a noi pezzenti dell’istruzione pubblica non è stato riservato lo stesso trattamento?
perchè ci tocca lottare e a loro basta dire “beh”?
VERGOGNA.
p.s.
Perfino La Stampa, mica cito Il Manifesto o Liberazione, dimostra perplessità a riguardo
Grande post. Avremmo bisogno di uno stato speratista!
purtroppo non riusciamo nemmeno ad ottenerne uno concordatario nei limiti della decenza.
Scusa Milza che vuole dire “stato speratista”?
dai storico l’hai capito pure tu che intendeva separatista! anche io un sacco di volte salto qualche lettera! 🙂
non solo forse voleva dire qualcosa “stato speratista”, sai ogni giorni si ampara qualcosa di nuovo.
Siamo messi proprio bene a contenuti Storico se ti attacchi agli errori di battitura.
In ogni caso l’ultima volta che ho scritto quella parola la tua risposta lasciava spazio solo a 2 interpretazioni: o non sapevi cosa volesse dire ma hai risposto andando a supposizioni, oppure non riesci a seguire una consequenzialità logica.
ti invito anche a controllare cosa ti ho risposto sul post di sky.
Guarda che la prima volta non sapevo se il tuo fosse un errore di battitura od altro. Forse voleva dire qualcosa. Poi se guardi anche io ho fatto un errore di battitura ampara al posto impara.
si storico e se perquesto hai detto ogni giorni e nessuno ti rompe.
lascia stare l’ortografia che fai solo brutta figura attaccando le persone per gli errori ortografici.
cmq marco anche io vorrei sapere perche vuoi uno stato separatista.
Joaquin R. Ponce De Leon
In Italia ce lo possiamo solo sognare uno stato separatista.. Che amarezza!
Anche la Lega vuole uno stato separatista, ma penso di altro tipo.
joako
Semplicemente perché credo che potrebbe recidere gli ancora troppo frequenti legami della chiesa cattolica con il potere temporale.
Se prendiamo in esame i vari dibattiti: aborto, eutanasia, fecondazione assistita, omosessualità, divorzio ecc, mi chiedo perché la chiesa cattolica non si possa limitare a condannare determinati comportamenti sul piano spirituale senza sentirsi tenuta a esprimersi sull’ordinamento giuridico che i vari governi intendono adottare in materia.
In Italia poi la demagogia e i patti lateranensi danno adito a queste ingerenze e le intromissioni diventano una costante
a ok no è solo che avevo capito male io.
con separatista non so perche mi era saltata in mente la lega tutto qua cmq si sonocompletamente d’accordo con te.
16 dicembre 2008, in Marco Travaglio
L’Onda nero-porpora
Ora d’aria
l’Unità, 15 dicembre 2008
E’ vero, ogni giorno inghiottiamo una tal quantità di bocconi amari che ormai digeriamo anche i sassi. Ma quel che è accaduto una settimana fa, prontamente sparito dalle pagine dei giornali (in tv non ci è nemmeno arrivato) e dunque dal dibattito politico, meriterebbe una riflessione. Almeno nel centrosinistra, visto che nel centrodestra non si riflette: si obbedisce al padrone unico, o prevalente, comunque non facoltativo. Il governo Manidiforbice, sempre a caccia di soldi, aveva tagliato di un terzo (133 milioni su 540) i contributi alle scuole private “paritarie”, quasi tutte cattoliche. Poi i vescovi han protestato, minacciando di “scendere in piazza” con un’Onda nero-porpora. E in cinque minuti l’inflessibile Tremonti s’è piegato, restituendo quasi tutto il malloppo (120 milioni su 133).
Inutile discutere qui sulla costituzionalità della legge 62/2000 che regala mezzo miliardo di euro l’anno alle scuole private, in barba alla Costituzione che riconosce ai privati il diritto di creare proprie scuole, ma “senza oneri per lo Stato”. Qui c’è un Paese allo stremo, dove – a causa della crisi finanziaria e dei folli sperperi su Alitalia e sull’Ici – si taglia su tutto, a partire da scuola pubblica, università pubblica, ricerca pubblica. E’ troppo chiedere anche ai genitori che mandano i figli in istituti privati, dunque non proprio spiantati, di contribuire una tantum ai sacrifici per il bene di tutti? Quel che è accaduto in Parlamento dimostra che sì, è troppo. Anzi, non se ne può nemmeno discutere. Non solo il Pdl ha obbedito senza fiatare al “non possumus” vescovile. Non solo il Pd non ha detto una parola contro la sacra retromarcia tremontiana. Ma il ministro-ombra dell’istruzione Mariapia Garavaglia ha addirittura presentato al Senato una mozione per “l’immediato ripristino dei 133 milioni al fondo scuole paritarie”, e financo per l’aumento dello stanziamento in base alle promesse “del precedente governo”. Mozione firmata anche dai senatori Pd Rusconi, Bastico, Ceruti, Serafini, Soliani, Pertoldi e Vita, in nome di un imprecisato “diritto costituzionale”.
Le finalità dichiarate sono nobilissime: evitare danni agli asili, che specie nei piccoli comuni sono esclusivamente privati. Ma forse tanto allarmismo sarebbe stato più serio se accompagnato da qualche proposta per recuperare altrove le risorse necessarie: per esempio dando una ritoccatina al regime fiscale degl’immobili del clero che, anche quando dichiaratamente a scopo commerciale, in Italia sono esentasse. Certo, la cosa avrebbe suscitato non una, ma cento “onde” vaticane di protesta. Ma perché non prendere in parola il fondamentale discorso del Papa, l’altroieri, sul valore decisivo – per lo Stato e per la Chiesa – della separazione Stato-Chiesa? Cioè della laicità delle nostre istituzioni? Non si tratta di tornare al vetero-anticlericalismo ottocentesco. Basta ricordare quel che scrisse nel 1952 a Pio XII un cattolico doc come Alcide De Gasperi, quando il Papa gli revocò l’udienza privata nel trentesimo anniversario del suo matrimonio per essersi opposto al diktat vaticano di allearsi con i fascisti alle elezioni comunali di Roma: “Come cristiano accetto l’umiliazione, benchè non sappia come giustificarla. Come presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, la dignità che rappresento e della quale non possono spogliarmi neppure nei rapporti privati, m’impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccessivo”. Parole sante, e durissime. C’è qualche politico italiano, a destra o a sinistra, che oggi saprebbe ripeterle
Cacchio, Travaglio che mi cita De Gasperi, sa anche chi è. Forse è più bravo di quello che pensassi.